Il boom del turismo culturale

Il turismo culturale, il turismo legato alle grandi mostre, alla conoscenza del patrimonio culturale artistico e storico è in grande crescita, dopo la dura fase pandemica, ora c’è molta voglia di conoscere, sapere, visitare le bellezze d’arte, ammirare luoghi differenti da quelli in cui si risiede normalmente e soprattutto avere consapevolezza di quanta storia abbia il nostro Paese. Visite a monumenti e siti archeologici, partecipazione ai festival, Lucca Comics è un esempio di successo che ha valorizzato ancor di più il bel centro storico portando tanta gente alle iniziative, stesso discorso per il festival della Filosofia di Modena, ma anche concerti, mostre d’arte, sempre di più le città che investono in questo circuito, eventi culturali di altro tipo. Si va anche dai viaggi di studio ai pellegrinaggi religiosi e ancora alla partecipazione a manifestazioni legate all’enogastronomia e all’artigianato. Ci sono inoltre centri, qui il Trentino Alto Adige si muove molto bene, che investono forte su poli culturali attrattivi capaci anche di emulare i migliori musei moderni europei, è il caso del “Mart” di Rovereto e Trento, museo di arte moderna e contemporanea, concepito con l’idea di polo culturale più che museo tradizionale, il Mart è un vero e proprio ‘paesaggio contemporaneo’. La condizione extra metropolitana del territorio ha permesso di costruire una proposta di qualità che risponde ai bisogni culturali, espositivi e naturalistici, sempre in ottica turistica oltrechè culturale, del territorio montano. A Bolzano, su Otzi, la più antica mummia rinvenuta, l’uomo preistorico delle nevi e dei ghiacci, ci si è costruito un museo iper-moderno con attrattive, entertainment, molto divulgativo e adatto anche alle scuole, ma anche sulla ricerca scientifica.

Si prevede che il turismo culturale possa raggiungere addirittura i 12 miliardi di fatturato nel 2028. A livello globale, dove pure si notano punte di interesse nelle Americhe e in Africa, spicca la crescita dell’Europa, con in testa Germania e Italia. Certo, la posizione di preminenza del Belpaese stupisce fino a un certo punto, dati il patrimonio archeologico e architettonico – l’Italia è prima al mondo per numero di siti UNESCO – ma anche città d’arte, borghi gioiello e il rifiorire di festival culturali d’ogni sorta. Per quanto riguarda la Germania, il Paese viene indicato dall’Unesco come polo di attrazioni culturali. Numerose le attività culturali promosse: i musei della cittadina di Bamberg organizzano corsi di cucina ed eventi gastronomici all’interno di strutture storiche; Heidelberg sempre più centro di attrazione turistica oltre che rinomato centro universitario, così come la Baviera. Outlook Traveller segnala, tra le migliori attrazioni del territorio tedesco, anche Brema, arricchita dalla presenza di innumerevoli edifici dai tratti rinascimentali, Amburgo, influenzata dalla corrente Art Nouveau e dalle avanguardie della nuova architettura, le opere del Tebel Art Park di Berlino e, infine, il Music Festival di Dresda, definita la Firenze di Germania, che prevede una serie di appuntamenti orchestrali con balletti e anche qualche esibizione jazz che fanno da contorno al Gemaldgalerie Alte Meister, eccellenza museale con grandi capolavori.

La popolarità delle città d’arte italiane è in crescita anche grazie ai social media, e ai canali internet che il digitale offre, avere una forte immagine e offerta culturale nel web funziona: come registrato dallo studio di Fondazione Città Identitarie, le tre città culturali più gettonate su Instagram sono Milano, con circa 39 milioni di contenuti; Roma, con 36 milioni di post pubblicati; e Napoli con 21 milioni, che però diventa prima su TikTok con 17 miliardi di view. Seguono, appena giù dal podio, Firenze e Venezia che vivono però di grandi flussi turistici dovuti alla loro storica e consolidata immagine di città d’arte per eccellenza. Napoli ha avuto un boom impressionante negli ultimi anni, portando grandi numeri di visitatori in città e nel suo centro ricco di storia ed arte patrimonio UNESCO: ciò ha agevolato anche tanti altri siti storici e città vicine della Regione Campania, centri, che fino a poco tempo fa, erano conosciuti solo da pochi attenti viaggiatori o da fini cultori, come il caso dell’Isola di Procida che, per anni schiacciata dalla forte visibilità internazionale di Capri e dal turismo termale di Ischia, ha invece vissuto un anno di forte richiamo anche grazie al fatto di essere stata Capitale Italiana della Cultura, permettendogli così di poter farsi conoscere ancora di più per le bellezze costiere, i suoi scenari paesaggisti e per una storia di forte identità indigena. Procida che nei suoi dodici mesi in carica ha raddoppiato presenze e incassi, sfiorando i 600mila sbarchi di turisti arrivati appositamente sull’isola. Nel caso di Napoli, tutto ciò è stato frutto anche dell’immagine data dalle fiction e dalle serie televisive di successo che hanno portato tanta cassa di risonanza e richiamo, come significative sono state le iniziative di un certo livello nei centri storici come “Luci d’artista” a Salerno.

Ad approfittare di questo momento d’oro potrebbero essere Bergamo e Brescia, che quest’anno hanno ereditato lo scettro di Capitale della Cultura italiana. I numeri ci raccontano come dal 2014, anno in cui è stato istituito il titolo che viene assegnano dal ministero della Cultura MIBACT si sia registrato un +9% complessivo negli arrivi turistici delle città insignite (+8% delle presenze): essere Capitale della cultura aiuta molto. Interessante anche il caso della Puglia, che oltre alle conosciute bellezze naturalistiche e balneari, vedi anche il boom del Salento degli ultimi anni grazie alle sue spiagge, calette e alla forte valorizzazione del barocco di Lecce, ora riesce ad offrire anche un forte richiamo nel capoluogo Bari, aiutata anch’essa dal forte lavoro di immagine e comunicazione fatto e dalla fiction di successo andata da poco in onda sulla Rai che ci ha mostrato angoli della città, scorci che hanno impressionato il grande pubblico. Matera si è trasformata con forte appeal grazie al suo Patrimonio storico, i Sassi sono un qualcosa di unico al mondo, ha ospitato concerti e trasmissioni televisive, è stata capitale Europea della Cultura e soprattutto ha cominciato a gestire al meglio i servizi turistici abbinandoli ad un aspetto fondamentale, la forte valorizzazione dei siti storici e artistici, costituiti da pievi, edifici antichi, poli espositivi attraverso itinerari di alta suggestione. Si sa, l’Italia vanta un patrimonio artistico unico al mondo e il Made in Italy è un’eccellenza. Eppure spesso gli strumenti di promozione delle nostre tante meraviglie non sono, storicamente, all’altezza. L’Italia è un vero e proprio polo di ricchezza sia in termini naturali sia artistici che, però, vanno promossi al meglio: per farlo è fondamentale anche rilanciare i borghi e i piccoli centri storici che vanno poi a rappresentare il 70 % del territorio nazionale.

Francesco Fantini