Consiglio comunale, la presa di posizione del presidente Burini

Il presidente del Consiglio comunale di Cerreto d’Esi Roberto Burini sul consiglio che si è tenuto nei giorni scorsi e le critiche dell’opposizione 

La parola democrazia deriva dal greco antico, è una composizione di démos, che significa «popolo» e krátos, che significa «-crazia» «potere». etimologicamente indica “governo del popolo”, ovvero sistema di governo in cui la sovranità è esercitata, direttamente o indirettamente, dal popolo è una forma di governo che si basa sulla sovranità popolare attraverso istituti politici diversi; per mezzo di rappresentanze elettive, e garantisce a ogni cittadino la partecipazione in piena uguaglianza all’esercizio del potere pubblico.

La democrazia nel suo significato letterale ha per referente la polis (la città-comunità), si connota quindi in primo luogo come democrazia rappresentativa. Più in particolare, la democrazia identifica quella specifica forma di Stato in cui i principi del costituzionalismo liberale si sono fusi con il principio della sovranità popolare. Il suffragio universale (ovvero il voto) ha sancito la piena affermazione del cosiddetto principio maggioritario, in base al quale le decisioni sono prese dalla maggioranza e la minoranza si conforma a esse, dando piena espressione al principio della sovranità popolare, conformato da una serie di limiti e obblighi, volti a garantire i diritti delle minoranze.

Ma oltre ai diritti, ci sono anche i doveri e gli obblighi, tra i più importanti che ha un consigliere comunale, è sicuramente quello di rappresentare i cittadini che lo hanno eletto, rispondendo positivamente alla convocazione di un consiglio comunale. Dibattere e sostenere le proprie ragioni all’interno dell’assise come massimo organo di democrazia di governo del Comune è un impegno a cui si è chiamati nel momento in cui ci si mette in gioco, rappresentando la parte degli elettori che ha riposto in noi la loro fiducia. Venir meno a una convocazione, significa venir meno alla rappresentanza di una parte dei cittadini. Ogni consigliere ha la possibilità di chiedere i permessi al proprio datore di lavoro, proprio per partecipare alla seduta consiliare a cui si è chiamati tramite la convocazione del presidente del consiglio comunale. In questa assise sono presenti consiglieri che hanno fruito di questa opportunità pur di esser presenti in consiglio, soprattutto come forma di rispetto verso i propri elettori, verso la comunità e verso i colleghi consigliari stessi.

Come Presidente del Consiglio, ritengo di aver agito nella massima trasparenza e con il massimo impegno nella ricerca di una soluzione, per far in modo di convocare la seduta di prima convocazione in una data e in un orario consono per i vincoli e le esigenze di ognuno di noi. Purtroppo questa scelta è dovuta a una serie di condizioni di cui non si poteva fare diversamente.  Constato ciò, ho chiamato telefonicamente tutti 3 i capigruppo informandoli sul perché di questa decisione, inviando loro e al sindaco, una mail con le ragioni e le motivazioni di tale scelta. Solo allora, ho convocato il Consiglio Comunale.

Trovo pertanto scorretto e in malafede i post e gli articoli nei social network dei capigruppo di opposizione, li trovo fuori luogo per il motivo che, durante il colloquio telefonico, seppur magari fatto in un momento di impegno lavorativo di uno dei due consigliere, non hanno compreso l’inattuabilità di programmare questo consiglio in un’altra data e in un altro orario. Non si poteva fare diversamente, specialmente uno dei due consiglieri di minoranza non ha voluto ascoltare le mie ragioni, durante la telefonata a continuamente espresso il suo disappunto, proponendo date e orari alternativi impossibili da attuare poiché già valutati più volte dal sottoscritto, chiudendomi poi la conversazione in atto senza lasciarmi terminare le mie motivazioni intimorendomi di scrivere alcuni articoli al riguardo.

Non è così che si fa politica, non è così che ci si approccia verso un Presidente del Consiglio Comunale, ma soprattutto non si mette in dubbio mai la democrazia se poi non si partecipa di proposito nell’aula dove risiede il massimo organo della democrazia, per una semplice forma di protesta nei miei confronti, alludendo a non si sa cosa. Ecco il perché del mio preambolo iniziale sulla definizione di democrazia. Mi dispiace vedere i banchi vuoti tra le file della minoranza, però le sedute consiliari hanno la precedenza sulle proteste inutili e prive di ogni significato logico.