Gruppo “Sviluppo, Solidarietà, Progresso” Cerreto d’Esi: “Più facile strillare che governare”

di Katia Galli, consigliere di minoranza gruppo consiliare “Sviluppo, Solidarietà, Progresso” Cerreto d’Esi

Cerreto d’Esi – Troppo facile sarebbe ora “ricamare” sulle dimissioni di Sandro Cimarossa, Assessore al Bilancio e ad altre deleghe pesanti che aveva, e da consigliere comunale di maggioranza. Troppo ghiotta sarebbe l’occasione per ridare pan per focaccia, magari con qualche “vignetta satirica”! Ma nonostante mi capiti spesso che la passione mi spinga ad  esprimermi con toni forti, non è nel mio modo di fare infierire su scelte personali e sicuramente sofferte. Ritengo però mio dovere come esponente della minoranza rappresentare una prima analisi politica della situazione, dopo avere espresso la mia stima per Sandro Cimarossa, che con una lettera formale e sobria lascia nel momento probabilmente più difficile che questa amministrazione comunale sta attraversando. Ci vuole coraggio anche a far questi passi! È indubbio, e non penso solo per me, che mascherare la causa delle dimissioni dietro la “Burocrazia” non sia credibile, del resto lui stesso la definisce nel seguente modo: “La burocrazia la conosciamo tutti per averla vissuta in più occasioni della nostra vita. Ecco questo, in una amministrazione comunale, fa si che la strada di ogni decisione che vorresti prendere si scontra con leggi, pareri, approvazioni, capitoli, regolamenti, responsabiltà, entità esterne che fanno perdere del tempo e talvolta rendono anche impossibile raggiungere gli obiettivi.”
Per quanto mi è dato sapere, la burocrazia è: “il complesso dei pubblici funzionari. In senso astratto, il dominio o l’eccessivo potere della pubblica amministrazione, con l’improduttiva pedanteria delle consuetudini, delle forme, delle gerarchie”.

Se la mia idea di burocrazia rispondesse al vero certamente sarebbe distonico il passaggio dove Sandro dichiara: “Voglio sottolineare che ho avuto la massima collaborazione da parte di tutti i componenti dell’amministrazione, dai dipendenti, … omississ..”. Vista la mia passata esperienza come amministratrice, do atto che merita più attenzione la riforma da sempre annunciata, sulla semplificazione burocratica, ma mai realmente messa in atto, e che qualche timida iniziativa è stata ultimamente fatta con dei decreti denominati addirittura “semplificazioni”, che evidenziano la necessità che molti amministratori e non solo locali sentano come un bisogno. Detto ciò non voglio fare l’esegesi del comunicato di Cimarossa, ma sono partita da così lontano per dire che dalle mie parti, che non sono lontane dalle sue, tutto questo sistema si chiama DEMOCRAZIA! Come dire “la penna tradisce il pensiero” quando scrive: “Tutto questo mi porta ad avere un certo nervosismo, un senso di inutilità ed anche la delusione di non riuscire a fare quello che vorrei per i cittadini.” Quel “certo nervosismo” perché non si riesce a fare quello che si vorrebbe per i “cittadini” mi ricorda diversi personaggi che sicuramente non hanno scritto grandi storie di Democrazia.

Probabilmente se facciamo un po’ di mente locale sui grandi discorsi della storia, rischiamo di trovare che molto spesso dietro il “lo faccio per … “, si nascondono i più reconditi retropensieri. Certamente non è il caso di Sandro che conosco e sono certa della sua onestà intellettuale. Pensieri forti, me ne rendo conto, ma per dire che la “pezza è peggio del buco che lascia”. Se poi a tutto questo aggiungiamo che abbiamo fatto un’opposizione in stile politically correct, avanzando le nostre critiche e proposte facendo il nostro lavoro fra gli scranni del consiglio comunale e non con attacchi personali e sguaiati sui social, certamente tali pressioni e nervosismo fanno nascere il sospetto che il gruppo compatto di “CambiaMenti” in alleanza di ferro con il PD cittadino comincia a scricchiolare. Certamente tutto questo è ancora una volta la conferma che è molto più facile fare opposizione e strillare sguaiatamente per trovare consensi sul dire “NO”! Molto più difficile è fare scelte, governare e gestire l’amministrazione pubblica, tanto più dopo la riforma degli enti pubblici della cosiddetta “riforma Bassanini”. Ringrazio chi ha avuto la pazienza di leggere fino in fondo concludendo con una frase di Jacques René Chirac: “opporsi è come andare in bicicletta, quando si smette di pedalare si cade”.