Gustav Klimt in un’inedita mostra a Roma

A distanza di 110 anni dalla sua partecipazione all’Esposizione Internazionale dʼArte del 1911, Gustav Klimt torna in Italia in una mostra espositiva a Roma, riviviamo il percorso artistico di uno dei più grandi esponenti della secessione viennese, sottolineandone rispettivamente la sua dimensione pubblica e privata. Fino al 27 marzo 2022, il Museo di Roma a Palazzo Braschi ospiterà la mostra “Klimt. La Secessione e l’Italia”, un evento espositivo che segna il ritorno in Italia di alcuni dei suoi capolavori provenienti dal Belvedere Museum di Vienna, dalla Klimt Foundation e da collezioni pubbliche e private come la Neue Galerie Graz. Una mostra che ripercorre le tappe dell’intera parabola artistica di Gustav Klimt, i suoi viaggi e rapporti con l’Italia, analizzando anche l’influsso del suo movimento artistico, la Secessione viennese, appunto sulle avanguardie della penisola. Un notevole capolavoro esposto sarà il Ritratto di Signora, 1916-17, trafugato dalla Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi di Piacenza nel 1997 e recuperato nel 2019. Sono circa 200 le opere esposte, tra dipinti, disegni, manifesti d’epoca e sculture di Klimt e degli artisti della sua cerchia. Oltre a opere iconiche come la famosissima Giuditta I è possibile ammirare anche prestiti del tutto eccezionali come La sposa della Klimt Foundation e il già citato Ritratto di Signora. Delle famose donne fatali di Klimt, tra soggetti biblici e ritratti borghesi, le dame della nuova e ricca società ebrea-viennese, ci sono Giuditta I (1901) e Signora in bianco (1917-18). Il rivoluzionario Amiche I (Le Sorelle, 1907) e il ritratto di Amalie Zuckerkandl (1917-18). Fino a La sposa, la grande tela incompiuta iniziata nel 1917, negli ultimi mesi di attività dell’artista. Il dipinto, originariamente di proprietà della sua compagna, l’artista e stilista Emilie Flöge, uscì per l’ultima volta dall’Austria negli Anni 30. Allora fu esposto a Berna e a Parigi. Adesso, 90 anni dopo, è la volta di Roma. Dei viaggi in Italia, ci sono le cartoline autografe spedite da Trieste, Venezia, Firenze, Pisa, Ravenna. Fu qui che il pittore si innamorò dei mosaici bizantini che ispirò la sua arte iniziando a vestire le sue “dame” di mantelli d’oro e preziosissimi tasselli di mosaici. Gli scorci di Roma e del lago di Garda, entrarono invece nei suoi paesaggi.
L’esposizione offre al pubblico uno sguardo inedito e particolare sulla vicenda del grande artista viennese. Partendo dall’opera ritrovata della Galleria Ricci Oddi, la mostra si propone come scoperta di un “Klimt ritrovato” anche nella sua dimensione più intima e personale, anche attraverso opere dei suoi allievi viennesi più vicini.

Francesco Fantini