IL VALORE DELLA SANITA’ PUBBLICA NEL PERCORSO RIAPERTURA PUNTO NASCITA FABRIANO
di
Daniele De Bellis, Azione Cattolica Fabriano
Katia Silvestrini, Coordinamento Cittadino Punto-Nascita e Ospedale
Vinicio Arteconi, Associazione Fabriano Progressista
Mercoledi 14 aprile si è tenuto un confronto tra i Sindaci dell’Unione Montana presieduto dal Presidente Ugo Pesciarelli e il Comitato Pro Ospedale, L’Azione Cattolica di Fabriano e L’Associazione Fabriano Progressista. La richiesta partita da quest’ultimi, faceva seguito a una precedente istanza, sottoscritta anche dal Vescovo Francesco Massara, con la quale si invitava il Comune di Fabriano, la Regione Marche e L’Asur a non procedere al dibattimento presso il Consiglio di Stato nel ricorso per la riapertura del Punto Nascita. Ciò è avvenuto, e la sensibilità politica dimostrata tra i contendenti ha aperto una fase nuova di relazioni tra Enti territoriali in grado di far ripartire quel dialogo del confronto, indispensabile per costruire un futuro per questa area montana in termini di servizi certi e qualificati alla popolazione. L’incontro a cui hanno partecipato anche la Croce Azzurra e il gruppo Scout Fabriano 1, ha posto al centro del dibattito il tema della riapertura del Dipartimento materno-infantile e la creazione di un tavolo anche tecnico che sappia costruire una proposta di organizzazione dei servizi socio-sanitari per questo territorio. Il primo punto all’ordine del giorno, che va discusso nell’immediato con la Regione, è raggiungere un’intesa attraverso un protocollo che detti, modi e tempi per riaprire prima la Pediatria e successivamente il Punto Nascita. Per quest’ultimo è necessaria una revisione dei parametri delle nascite per le aree montane, che la Regione dovrà avanzare in sede di conferenza Stato Regioni come già fatto dall’Emilia Romagna.
A sostegno di tale indicazione è intervenuta in sede di Consiglio Regionale l’approvazione della mozione della consigliera Simona Lupini. La seconda ipotesi di lavoro consiste nell’aprire un tavolo allargato anche ai Sindaci di Area Vasta oltre che a esperti per studiare e approfondire le tematiche dei servizi ospedalieri e territoriali. Una proposta da costruire con la società civile, i rappresentanti dei lavoratori, di categoria e l’associazionismo, da portare alla discussione con le istanze regionali durante il processo di elaborazione del nuovo Piano Sanitario Regionale come dichiarato dalla nuova Giunta.
I Sindaci di Fabriano, Sassoferrato, Serra San Quirico, Cerreto d’Esi e Genga all’unisono hanno convenuto nel denunciare il progressivo depauperamento dei servizi di questo territorio e in particolare di quelli socio-sanitari. L’Ospedale di Fabriano negli ultimi anni ha subito la perdita della senologia, della pediatria e punto nascita e il ridimensionamento del laboratorio analisi, della medicina del territorio e del lavoro, dell’ospedale di comunità di Sassoferrato, del dipartimento di prevenzione e psichiatria, del centro antidiabetico. Le scelte effettuate dalla dirigenza nel recente passato hanno ignorato cosa sia la programmazione e non hanno saputo disciplinare e conciliare i diritti personali, pur legittimi, con gli interessi generali della collettività. La gestione dei flussi del personale e la precarizzazione del lavoro è andata a tutto svantaggio di un bene prezioso ed essenziale come la salute del cittadino, in un territorio che attraversa una profonda crisi strutturale sia economica sia sociale. Tutto ciò mal si concilia con il dettato dell’art. 32 della Costituzione […tutela la salute come diritto fondamentale dell’individuo e della collettività…]. Infatti, fasce sempre più estese di popolazione sono private del diritto all’accesso alle prestazioni diagnostiche-strumentali e alle cure sanitarie per carenza di risorse economiche. Disuguaglianze accresciute dalla crisi economica degli ultimi anni e acuite dalla pandemia in corso.
La pediatria e il punto nascita fabrianese sono state, fino ad un recente passato, un punto di riferimento per un ampio bacino d’utenza esprimendo risposte puntuali e professionali ai bisogni dei cittadini. Allora si registrava una mobilità attiva dall’ Umbria, oggi totalmente invertita, che vede l’80% delle nascite a Branca. Alla diminuzione delle nascite, anche come trend nazionale, non si risponde con la chiusura dei servizi, ma con una maggiore integrazione territorio/ospedale, una efficiente organizzazione e gestione del personale, un consistente sostegno economico alle famiglie, una maggiore tutela del lavoro e della donna in gravidanza e un incremento degli asili nido. Queste dovrebbero essere le risposte NORMALI. Oggi Fabriano dispone di un ambulatorio pediatrico con un solo medico a rotazione. A Iesi e Senigallia sono in servizio 21 medici che rendono operativi i rispettivi reparti di Pediatria. Nel recente passato i medici erano 19 e veniva garantito anche il reparto di Fabriano. Dunque non ci troviamo difronte a una carenza di personale specialistico. Pertanto il reparto potrebbe essere operativo H24 e riorganizzato in tempi brevi, anche se, dopo la chiusura spazi e personale sono stati utilizzati per altri scopi. A tale proposito si rammenta che nel recente passato, la direzione Asur marche non diede seguito alla chiusura dell’Unità Operativa Complessa di cardiologia-utic di Senigallia, come prevedeva il piano sanitario. Infatti, per volontà politica dell’allora Presidente, alla quale si adeguò la direzione sanitaria, si suddivisero i posti letto previsti sui tre presidi ospedalieri, Iesi, Fabriano e Senigallia mantenendo lo stesso personale medico in dotazione nei rispettivi ospedali.
Tutto quanto espresso in ordine alla pediatria e punto nascita dovrà essere oggetto di intesa tra Sindaci e Regione Marche da sottoscrivere in un protocollo che faccia superare definitivamente l’impasse del Consiglio di Stato. In questa fase si ritiene quanto mai opportuno che tutti i Sindaci dell’Area Montana operino un’azione congiunta per far valere con forza e determinazione i diritti e le prerogative di questo territorio. Altresì si richiede ai rispettivi Consigli Comunali l’approvazione di un ordine del giorno per ribadire le considerazioni sopra espresse e chiedere lo stralcio delle determine precedenti in contrasto con la nuova organizzazione, vedi il reintegro dell’unità operativa complessa di pediatria e successivamente del punto nascita. La seconda ipotesi di lavoro è la creazione di un tavolo di confronto tra Sindaci di Area Vasta ed esperti, che formulino una proposta di organizzazione di servizi ospedalieri e territoriali, in sintonia con le linee guida della legge Balduzzi-Lorenzin. Per un ospedale di 1° livello che prevede almeno quattro specializzazioni il bacino demografico di riferimento va da 80.000 a 150.000 abitanti. Questo deve indurre ad una seria riflessione tutti i decisori politici al fine di poter aggregare un territorio più vasto dell’attuale che conta appena 45000 abitanti, che sono poi i comuni dell’attuale Unione Montana. Tutto ciò implica di ridisegnare geograficamente gli attuali confini delle Aree Vaste anche superando i limiti provinciali e se necessario anche quelli regionali. Pertanto ribadiamo la necessità di predisporre proposte che vadano nella creazione di un’Area Vasta Montana al fine di garantire diritti, servizi e accesso a tutti i cittadini ad una sanità pubblica. Queste dovranno essere le linee guida da portare al confronto con la Regione.