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ELICA PREOCCUPA. LE REAZIONI IL GIORNO DOPO L’INCONTRO IN REGIONE

Fabriano – Incontro in Regione, ieri, sulla vertenza Elica interlocutorio. Il presidente Acquaroli ha assicurato che è pronto a mettere in campo tutte le risorse possibili a disposizione, gli operai hanno effettuato un presidio sotto palazzo Leopardi per manifestare tutta la loro preoccupazione, la multinazionale di Fabriano, nel frattempo, ha ribadito la necessità delle scelte annunciate per evitarne altre peggiori. Le reazioni politiche a 24 ore dal vertice in Regione.

I sindacati: “Inconcepibile la delocalizzazione”

“Nell’incontro che si è svolto ieri presso la Regione si è registrata l’ulteriore posizione di Elica, intenzionata ad andare avanti nel suo piano di licenziamenti e delocalizzazioni, nonostante un aumento di volumi produttivi previsti nel prossimo triennio superiore al 5% medio per ogni anno su quello precedente. Il Coordinamento Unitario apprezza l’immediata convocazione da parte della Regione del tavolo istituzionale e le dichiarazioni del Presidente Acquaroli e dell’Assessore Stefano Aguzzi in merito alla difesa del lavoro sul territorio come obiettivo da raggiungere e perseguire, impegnandosi anche a valutare gli strumenti da poter mettere a disposizione. Il Coordinamento ribadisce la necessità di mantenere il lavoro sul territorio di Fabriano e torna a chiedere con forza la convocazione del tavolo al Ministero delle Sviluppo Economico come richiesto dalle Segreterie nazionali di Fim, Fiom e Uilm, per la gestione di una delle vertenze più drammatiche ed emblematiche dell’intero Paese. Il Coordinamento del Gruppo Elica ha ricevuto il mandato dalle Lavoratrici e dai Lavoratori di mettere in campo tutte le azioni per la difesa del Lavoro e fermare il progetto di delocalizzazione”. Così, in una nota, il Coordinamento Unitario del Gruppo Elica.

Sinistra Italiana Marche: “Di nuovo il Fabrianese, Cerreto d’Esi e Mergo”.

Dopo il fallimento di JP, è ora Elica a comunicare 400 esuberi e non perché sia in difficoltà, ma semplicemente perché i manager hanno fatto due conti e si son detti che produrre all’estero costerà meno. Disumanità, non c’è altra definizione, atteggiamento predatorio, strategia dell’abbandono, quella portata avanti per anni su questo territorio martoriato da una crisi lavorativa gestita male, mai risolta per la semplice ragione che abbandonare, spostare, ridurre costa meno di investire, creare infrastrutture, rilanciare. Si intervenga subito per far si che l’azienda resti e che investa sulla vita delle persone e sul territorio: la giunta regionale sappia fare proposte e trovare soluzioni tenendo sempre presente che l’unico modo di contrastare la denatalità è innanzitutto permettere alle donne e agli uomini di vivere e lavorare. Sinistra Italiana in questo momento è vicina alle lavoratrici e ai lavoratori e impegna i propri rappresentanti in parlamento ad intervenire rapidamente sulla questione.

Nicola Fratoianni: “Elica, una cappa di vergogna”

“C’è questa azienda, la Elica spa, che ha stabilimenti nelle Marche (nel fabrianese, zona che ha già un alto tasso di disoccupazione), dove lavorano 560 dipendenti che producono cappe. Lavorano, funziona, grandi annunci di riorganizzazione. Qualche giorno fa il presidente del gruppo (socio di maggioranza), un ex senatore di Forza Italia di nome Francesco Casoli annuncia 410 esuberi, perché l’azienda sposta la produzione in Polonia. Il tutto dopo aver preso i soldi della cassa integrazione anche dalle tasche dei cittadini italiani. Considerate che i lavoratori, per difendere l’occupazione ed evitare che alcuni colleghi venissero licenziati, hanno anche deciso di ridursi l’orario di lavoro, rinunciando a una parte dello stipendio. Una vera vergogna. I lavoratori mostrano solidarietà e responsabilità, i padroni se ne scappano con il bottino, per guadagnare di più. Io presenterò una interrogazione al governo. Ma due questioni vorrei porle subito: gli ammortizzatori sociali servono per tutelare i lavoratori e non per ingannarli. La seconda è: dove sta la destra? Quella che “prima gli italiani”? Qui c’è una proprietà predatoria italianissima che manda a casa 400 persone. Basta, non se ne può più. L’interesse pubblico da tutelare, anche con scelte politiche forti, è la dignità dei lavoratori” conclude Fratoianni, Segretario nazionale di Sinistra Italiana.

Giacomo Rossi (Civici Marche) – “Così non ci siamo. Fiducioso nella Regione”

“Le dichiarazioni dell’AD di Elica non sono quelle che ci aspettavamo: se questi sono i presupposti, non partiamo con il piede giusto. Il piano industriale 2021-2023, che prevede la delocalizzazione in Polonia del 70% della produzione italiana, 409 esuberi e la chiusura dello stabilimento di Cerreto d’Esi, va per gran parte rivisto o ritirato per presentarne uno che sia rispettoso del territorio e dei lavoratori”, dichiara il consigliere dei Civici Marche Giacomo Rossi che, già nei giorni scorsi, ha fatto più volte visita ai sit-in organizzati dagli operai fuori gli stabilimenti Elica. “Quello di ieri è stato solo il primo incontro – continua Rossi – e sono fiducioso che la Giunta Regionale, dialogando con l’azienda e i sindacati, saprà difendere i livelli occupazionali e l’attrattività del territorio”.

Simona Lupini (M5s): “Perchè Giorgetti resta in silenzio? Convocare subito tavolo di crisi”

Grande preoccupazione per la vertenza Elica: continua il silenzio del Ministro Giorgetti, pressato da più parti per aprire un Tavolo di Crisi, mentre in Regione si è consumato un incontro infruttuoso con il Presidente Acquaroli e gli assessori Aguzzi e Latini. L’azienda ha ribadito la sua volontà di procedere con la chiusura di Cerreto d’Esi, la delocalizzazione in Polonia e il licenziamento di oltre 400 dipendenti: sulla vicenda, torna Simona Lupini, consigliera regionale 5 stelle, che chiama in causa proprio il titolare del Mise. “Come temevo, l’incontro è stato un nulla di fatto: Elica ha ribadito le sue ragioni, e lasciato anche intendere che il licenziamento di oltre 400 operai sia fondamentale per tutelare il lavoro degli impiegati del gruppo” è il commento preoccupato di Simona Lupini, consigliera regionale “La vertenza Elica non può che essere portata a livello nazionale: quando una multinazionale, perchè tale è Elica, minaccia di chiudere uno stabilimento con un impatto occupazionale di questa portata, il Ministero dello Sviluppo Economico deve scendere in campo”. E sotto tiro è proprio il silenzio del Mise, che di recente è passato sotto la guida del leghista Giorgetti: “Ho scritto al ministro Giorgetti una settimana fa, ma finora dal Ministero non è uscito nemmeno un comunicato stampa. Ai lavoratori e alle loro famiglie servono risposte, immediatamente: Ministro, non c’è tempo da perdere, convochi immediatamente il Tavolo di Crisi!” è l’appello della consigliera regionale 5 stelle, che continuerà a seguire da vicino la questione.

Confartigianato e Cna: “Impossibile fare impresa in Italia”

“Ormai l’Italia è divenuta meno competitiva nel fare impresa e il caso Elica, che conferma la delocalizzazione e gli esuberi dei 400 lavoratori, ne è l’esempio più eclatante. Una decisione che va a colpire pesantemente il territorio. Bisogna che le istituzioni si stringano attorno alle imprese e trovino soluzioni affinché le attività produttive possano resistere in questo contesto economico sempre più complesso, salvaguardando l’occupazione. Elica deve poter rimanere qui”. Questa la posizione di Cna Ancona e Confartigianato Imprese Ancona – Pesaro e Urbino, espressa dal Direttore Cna Ancona Massimiliano Santini e dal Segretario di Confartigianato Marco Pierpaoli, sulla decisione di Elica di delocalizzare all’estero la produzione, creando un danno economico ingente al territorio e al nostro Paese. “Anche le imprese che lavorano nell’indotto del fabrianese sono un patrimonio che, insieme ai collaboratori, va tutelato. L’area, peraltro, è già fortemente provata da oltre un anno di emergenza sanitaria ed economica e segnata da anni di crisi aziendali e altre difficoltà, come quelle legate alle conseguenze del sisma. Ora l’auspicio è che prosegua il lavoro insieme alle istituzioni per trovare soluzioni adeguate alla situazione, mantenere il presidio marchigiano e tutelare i lavoratori previsti in esubero”.

Marco Antonini