ELICA, IL PRESIDIO DEI LAVORATORI NON SI FERMA

Presidio continuo dei lavoratori Elica degli stabilimenti di Mergo e Cerreto D’Esi per protestare contro le decisioni nel Piano strategico 2021-2023 approntato dalla multinazionale di Fabriano, leader mondiale nel settore delle cappe aspiranti. Piano che prevede: 409 esuberi su 560 dipendenti del comprensorio, chiusura dello stabilimento a Cerreto D’Esi e delocalizzazione del 70% delle produzioni effettuate attualmente nei siti di Fabriano, Cerreto e Mergo. I lavoratori dicono “no” a queste misure e hanno deciso di organizzare un presidio che andrà avanti tutti i giorni nel rispetto delle regole anti covid, senza assembramenti e dalle 6 alle 21:45, in linea con il coprifuoco. Le reazioni di oggi arrivate in redazione. 

Simona Lupini (M5S): “Il Mise intervenga: lettera a Giorgetti”

A Pasqua picchetti ai cancelli di Cerreto d’Esi e Mergo, la consigliera regionale 5 stelle scrive al Ministro dello Sviluppo Economico dopo l’annuncio di 409 esuberi su 560 dipendenti, hanno picchettato i cancelli dei due stabilimenti di Cerreto d’Esi, destinato alla chiusura nei piani del management, e di Mergo. “Elica è stata convocata in Regione per il prossimo 8 aprile, ma un confronto a livello locale non basta – sottolinea Lupini. – E’ necessario portare la vertenza a livello nazionale, con l’apertura immediata di un Tavolo di Crisi al Ministero dello Sviluppo Economico”. Già giovedì scorso, la consigliera si era attivata per interessare il Ministero: “Sono stata in contatto costante con la viceministro Alessandra Todde, spiegandole la situazione: è fondamentale che gli sforzi dei sindaci e dei rappresentanti sindacali trovino una sponda istituzionale.” Lupini ha inviato una lettera al ministro Giorgetti, chiedendo di avviare la procedura di confronto: “Elica è una multinazionale, e la chiusura dello stabilimento produrrebbe un effetto devastante in tutta l’area montana, tra licenziamenti e contraccolpi sulla filiera, serve un intervento di livello nazionale.” In attesa di un riscontro da parte del Ministero, l’obiettivo è chiaro: “Dobbiamo tutelare i lavoratori e la produzione: questo territorio ha già subìto troppi colpi. Serve una sinergia per scongiurare la chiusura di Cerreto d’Esi e impedire una nuova delocalizzazione.”

I socialisti: “Salvaguardare l’opposizione”

Un nuovo incubo per centinaia di lavoratori del fabrianese sta diventando realtà: una grande azienda di quel territorio, ha annunciato che sposterà quasi tutta la produzione in altri paesi. Significa lasciare senza lavoro oltre 400 dipendenti su poco più di 500. Il Partito Socialista Italiano della provincia di Ancona si stringe intorno ai lavoratori ed alle loro famiglie colpiti da questa ennesima sciagura e stigmatizza le decisioni aziendali di spostare la produzione in paesi dove è possibile sfruttare ancora di più la manodopera. E’ l’ennesima operazione di delocalizzazione perpetrata ai danni di cittadini, lavoratori e famiglie. Per non parlare poi delle ripercussioni su tutto l’indotto, che saranno enormi. Continua l’impoverimento di una regione da parte di imprenditori locali, senza scrupoli e con il solo desiderio dell’arricchimento fine a se stesso. Un atteggiamento quasi criminale che da il colpo di grazia a un’economia già ai minimi termini di un territorio messo in ginocchio prima dalla crisi, poi dal terremoto ed infine dalla pandemia. Chiediamo un intervento forte ed immediato del Governo Italiano e regionale affinché, non solo si trovino soluzioni per i lavoratori interessati, ma soprattutto per una politica industriale che cambi completamente questa tendenza all’impoverimento della nostra regione. I socialisti, forti delle proprie idee su come poter affrontare la crisi e su come intraprendere una nuova politica industriale di sviluppo per il nostro territorio, chiederanno un incontro al Presidente Acquaroli, agli assessori al lavoro Aguzzi e alle attività produttive Carloni per discutere di queste gravi problematiche.

Associazione Fabriano Progressista, una mozione

L’Associazione Fabriano Progressista protocolla una mozione da discutere in consiglio comunale. “La dirigenza Elica – dichiara Vinicio Arteconi – si è dimostrata inaffidabile perchè mentre dichiarava una produzione in linea con la produzione del 2020, dall’altra preparava la strategia dell’abbandono, incurante di garantire prospettive alle generazioni future e mentre i lavoratori, per difendere l’occupazione ed evitare licenziamenti, decidono di ridursi l’orario di lavoro, rinunciando a una parte dello stipendio, i padroni se ne scappano per guadagnare di più”. La mozione impegna sindaco e Giunta “ad adottare e a stimolare tutte le iniziative opportune a livello regionale e nazionale, coinvolgendo anche l’Unione Montana e tutti i sindaci del territorio per bloccare e scongiurare l’ ennesimo insulto alla dignità ed al rispetto della persona”.

Marco Antonini