La Geografia, lo studio e la passione per il Mondo

La Geografia ritorna ad essere argomento di discussione, troppo spesso sottovalutata, dimenticata, trascurata, a volte anche causa di negligenza del corpo docenti nel suo approfondimento e nella sua adeguata e indispensabile conoscenza. Purtroppo vittima di errori grossolani e strafalcioni su nazioni e confini. Il Presidente USA, Trump parla di un muro anti-migranti ai confini del Mexico e lo pone in Colorado! George W. Bush confuse l’Austria con l’Australia, per la Bergonzoni l’Emilia Romagna confina con il Trentino Alto Adige, Di Maio considera Matera in Puglia e Pinochet diventa dittatore del Venezuela, Renzi è convinto che il Gottardo sia in Italia, Giorgia Meloni dice che è stata a Dublino in Scozia! Beppe Grillo mette Lagos capitale della Nigeria, quando da trent’anni lo stato africano ha Abuja come sua capitale federale, insomma troppi personaggi pubblici o volti noti fanno scivoloni clamorosi in tal argomento.

Grande mia passione fin da bambino, l’Atlante un fido amico, Risiko un gioco abbinato, Geografia connessa fortemente con la Storia, le due discipline sono strettamente collegate, l’Atlante un fido amico, conoscere il mondo in tutti i suoi aspetti, eppure è anche la materia meno conosciuta da tutti, ignorata da persone sia di ceto basso che alto, fonte di gaffe di politici e capi di stato, sconosciuta e sottovalutata da tanti, anche dalla scuola e università, aspetto grave questo e pensare che è materia fondamentale per la formazione dell’individuo. Non è soltanto localizzazione di luoghi, che è già una gran cosa quella saperli identificare individuare e circoscrivere, ma è un grande strumento di conoscenza per andare a fondo su tante situazioni, scenari, non va mai da sola, ma è strettamente collegata a discipline-chiave come la storia, la letteratura, l’economia, ci permette di capire i movimenti demografici, le lingue, gli aspetti sociologici, la flora e la fauna, il cambiamento climatico, l’agro-alimentare, gli agglomerati urbani, i movimenti della società, le dottrine e le ideologie politiche.

Nella seconda metà del XX secolo, l’analfabetismo geografico è stato creato negli Stati Uniti, di fronte alla generale ignoranza della popolazione di quel paese di fronte alle conoscenze proposte dalla geografia. Molti investitori hanno commesso errori perché non conoscevano la lingua, i costumi e la cultura di un luogo particolare. Gli studiosi di molte aree hanno sofferto perché non conoscevano la dimensione spaziale dei loro studi, seguendo l’esempio di molti economisti, scienziati politici e sociologi. La geografia non è la scienza responsabile della produzione di mappe, perché il campo di conoscenza che porta questo obiettivo è la cartografia. Tuttavia, per il geografo e gli studenti di geografia è estremamente necessario conoscere la produzione e la lettura di mappe, dato che sono utilizzati per rappresentare e spiegare le caratteristiche poste nello spazio.

Questa scienza è stata-ed è ancora-ampiamente usata per scopi militari, poiché la conoscenza di un determinato territorio è resa estremamente necessaria per la sua occupazione o per ottenere vantaggi in una battaglia o in una guerra. Per questo, nel 1977, il geografo Yves Lacoste scrisse un’opera intitolata geografia serve – prima di tutto – a fare la guerra, riaffermando l’utilità militare e politica della geografia, così come il suo carattere estremamente ideologico di mantenere e consolidare il sistema capitalista. Tuttavia, con l’evoluzione della critica, come sottolinea Ruy Moreira nel suo libro pensare e essere in Geografia, questa scienza è stata usata anche per svelare maschere sociali, poiché rivela come i sistemi economici, politici, ideologici e sociali si manifestano sulle persone e sullo spazio. Temi come la segregazione spaziale, il processo di favelizzazione, l’evoluzione e la spazializzazione della violenza e della marginalità sono studiati e spiegati nelle loro radici dalla geografia, che può aiutare nella pianificazione sociale, così come nelle critiche e nelle azioni popolari che aiutano nella lotta contro questo e altri problemi socio-spaziali.
D’altronde la rubrica prende il nome il Milione, da Il Milione di Marco Polo, il grande esploratore veneziano, uno dei massimi capolavori della letteratura di viaggio, che esalta anche la conoscenza della geografia. Quindi, salviamo la Geografia e la sua conoscenza, è ciò che ci permette di legare persone, luoghi ed eventi. È così che diamo senso al mondo, alla nostra conoscenza e anche ai nostri viaggi e spostamenti, conoscere il Mondo è basilare per una formazione umana completa.

Francesco Fantini