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“MI AVVICINO AI GIOVANI CON UN ROMANZO AMBIENTATO A FABRIANO”

di Marco Antonini

Fabriano – Parroco della chiesa della Misericordia, regista, direttore del teatro Don Bosco, scrittore. Don Umberto Rotili, 44 anni, è il vulcanico sacerdote della Diocesi di Fabriano-Matelica seguito dai giovani e non solo. Dopo i mesi del lockdown in cui ha trasferito tutta l’attività parrocchiale sui social, sta pubblicando con Leone Editore, la Trilogia Divina un romanzo fantasy ambientato a Fabriano per avvicinare le nuove generazioni alla fede. In libreria “La pietra nera. Ai confini della creazione”.

“La Trilogia Divina” è la tua ultima fatica…

E’ un’opera per ricordare che l’uomo è costituito da un intreccio indissolubile di materia e spirito, di carne e divinità, di ombra e luce e solo quando le prenderà piena coscienza potrà davvero vivere intensamente un rapporto con quel Dio che muove l’universo e che lo regge con la sua potenza e che solo cercandolo dove Egli si manifesta realmente lo si può davvero incontrarlo.

È un fantasy particolare.

Prende spunto dalla realtà che tutti giorni ci troviamo a vivere, trasportandola nella mente di Dio e facendo intravedere qual è il pensiero di Dio circa la creazione, l’uomo, l’eternità e la salvezza. Questa trilogia contiene storia, archeologia, sacra scrittura, teologia, filosofia, religioni, tradizioni popolari, arte e misteri della nostra città, luoghi intorno Fabriano da riscoprire.

Tre volumi tutti da leggere.

Il primo libro uscito, “La Pietra Nera”, è un libro preparatorio, che lascia intravedere alcuni messaggi fondamentali, ma che apre a tutto un mondo nuovo che nel secondo romanzo, “L’alchimia delle Stelle”, che uscirà a Natale, prenderà forma effettiva. Più l’uomo entra dentro sé stesso e si conosce, più scopri l’essere immagine di Dio, e il motivo per cui Dio da sempre l’ha voluto e pensato.

A chi ti rivolgi?

A un pubblico ampio, di ogni fascia d’età, perché secondo gli anni, il proprio cammino personale, il rapporto con Dio, l’avere o meno fede, la capacità di aprire la propria mente, ciascuno potrà trarre informazioni importanti per la propria vita. Lo hanno già letto ragazzi giovanissimi, adolescenti, adulti di ogni fascia di età, ma anche tantissimi anziani che io chiamo “evergreen”.

Dove trovi il tempo per scrivere?

Scrivo, in tempi normali, nei miei ritagli di tempo, vale a dire dopo pranzo oppure dopo cena… Mi piace scrivere fino a notte fonda volte, al buio con la sola luce del computer davanti. Perché mentre scrivo, nel buio, prendono forma i personaggi e le immagini di quel mondo fantastico che mi piace vedere fuori e dentro la porta di casa… Il tutto senza andarlo a cercare in regni inventati, ma facendo della città in cui vivo un regno incantato.

La tua giornata è piena di appuntamenti. Ti bastano 24 ore?

Questo periodo di pandemia mi aiutato molto a fermarmi e riscoprire me stesso… Anche troppo per i miei gusti! Sono passato da giornate piene di tante cose, a giornate interamente vuote dove dovevo inventarmi qualcosa da fare… Credo che questi mesi che abbiamo vissuto ci abbiano davvero interrogato profondamente, spingendoci a riappropriarci della nostra vita, delle nostre passioni, di ciò che abbiamo sempre rimandato per mancanza di tempo. Ho sperato di poter presto tornare a potermi occupare di tante attività diverse, dalla parrocchia, al teatro, all’oratorio e a tanti interessi personali che non voglio abbandonare adesso che ne ho riscoperto la bellezza.

Stai già mettendo le basi per il nuovo anno pastorale che prenderà il via a settembre.

Le iniziative che ho in mente sono tante soprattutto per poter ricreare una comunità attiva e intraprendente come piace a me. Sto cercando di rimettere mano al progetto catechistico per i bambini e ragazzi cercando di cambiare anche lo stile di quelle cose che non si è mai avuto il coraggio di fare e che il Covid ti sta obbligando a ripensare. Vorrei una comunità di persone dove ognuno trova il suo ruolo e il suo spazio.