LE GESTANTI DI FABRIANO NON VOGLIONO ANDARE A BRANCA, ECCO PERCHÈ

di Marco Antonini

Fabriano – Il Cononavirus spaventa anche le gestanti costrette, per colpa della chiusura della sala parto di Fabriano, ad arrivare all’ospedale di Branca-Gubbio per partorire. Proprio questa struttura, a 25 minuti di SS 76 dalla città della carta, è stato prescelto dalla regione Umbria come uno dei nosocomi specializzati per l’attuale emergenza sanitaria, dove si arriva anche dalle Marche per mettere alla luce un figlio. A polemizzare su questa decisione non è solo il sindaco eugubino, Filippo Mario Strinati, ma anche le gestanti, già preoccupate per l’obbligo di dover pure fare la strada per l’evento più bello della vita. Dice il primo cittadino: “Anche a Gubbio è stato accertato il primo caso di Coronavirus. La situazione è assolutamente sotto controllo. Martedì sono stato convocato dall’Assessorato alla Sanità umbro che ha individuato e mi ha comunicato, senza tra l’altro essere stati consultati come Sindaci di questo territorio, che l’ospedale di Branca è destinato a centro emergenza Coronavirus. Una soluzione che non condivido, unitamente ai Sindaci del comprensorio, in quanto riteniamo che, prima di mettere in discussione un polo di emergenza come il nostro ospedale, occorre pensarci molte volte”. Sono arrabbiate anche le mamme del Fabrianese alcune delle quali, provocatoriamente, hanno lanciato una protesta su Facebook per chiedere la riapertura della sala parto dell’ospedale Profili. C’è da ricordare che nel 2019 ci sono state 80 nascite fabrianesi all’ospedale di Branca-Gubbio contro le 30 nell’ospedale marchigiano di Jesi. A quelle della struttura umbra di Gubbio dobbiamo anche aggiungere quelle avvenute a Foligno e a Perugia per un totale di quasi 100 nascite fuori regione che corrisponde a circa il 60% dei nuovi nati e residenti nel Comune di Fabriano. L’emergenza Coronavirus, da alcuni giorni, spaventa molto anche l’entroterra. Notizia di ieri altri 2 casi positivi, uno a Fabriano e uno a Sassoferrato. Si tratterebbe di due donne, di mezza età. Salgono, quindi, dunque a 2 i tamponi positivi al Covid-19 a Fabriano, tre i casi accertati a Sassoferrato. Ci sono, poi, oltre 60 persone, fra le due città, che sono state poste a isolamento fiduciario, perché sono transitate dalle ex zone rosse. “Il numero di sassoferratesi che erano stati sottoposti a quarantena preventiva perché entrati in contatto con i soggetti risultati positivi nei giorni scorsi – dichiara il sindaco di Sassoferrato, Maurizio Greci – sta gradualmente diminuendo, non essendo sopraggiunti sviluppi negativi delle relative condizioni cliniche”.

AnconAmbiente

L’Emergenza Coronavirus con le relative restrizioni previste dal Governo nazionale modifica tutta una serie di servizi di AnconAmbiente. In riferimento alle ordinanze del Ministero della Salute e del Presidente della Regione Marche, per contrastare e contenere la diffusione del virus, rimarranno chiusi tutti Centri di Raccolta, ovvero i CentrAmbiente di Ancona. Sono inoltre chiusi tutti i Centri di Raccolta – CentrAmbiente dei comuni gestiti dall’azienda nelle città di Fabriano e Sassoferrato ad eccezion fatta per Serra De’ Conti che per la sua particolare modalità di gestione della raccolta rimarrà aperto grazie alla preziosa collaborazione della Protezione Civile. Per informazioni, segnalazioni e richieste di servizio di ritiro ingombrati, sfalci e potature i cittadini sono invitati a consultare il sito www.anconambiente.it scrivere all’indirizzo mail contactcenter@anconambiente.it oppure scaricare o consultare per chi lo avesse già fatto la nostra app Junker. Sono chiusi tutti gli uffici aperti al pubblico della società fino al 3 aprile 2020. Per tutti coloro che necessitano di sacchetti è opportuno recarsi quando si fa spesa nei supermercati convenzionati. “Sono norme stringenti, ma più che necessarie e legate alle direttive ministeriali e regionali – ha dichiarato Roberto Rubegni Amministratore Delegato di AnconAmbiente S.p.A. – tutti gli altri servizi, ovvero raccolta dei rifiuti, spazzamento e decoro urbano, saranno svolti regolarmente anche se, potrebbero subire alcune variazioni dovute alla necessità di rispettare le direttive legate all’assembramento degli addetti all’interno dell’azienda e dei mezzi e, quindi, alla sicurezza e salute di tutti i nostri dipendenti”.

La nota dei sindacati Cgil, Cisl e Uil

I recenti interventi del Governo per contenere la diffusione del visus Covid-19, resi necessari dalla situazione sempre più drammatica, impongono a tutti quanti comportamenti rigorosi e coerenti con tale finalità. Questo vale nella vita privata di ognuno, ma soprattutto nei luoghi di lavoro. E’ urgente che in ogni luoghi di lavoro vengano adottate tutte le misure necessarie a garantire la salvaguardia della salute e sicurezza di lavoratori e lavoratrici. A tale proposito, anche le Segreterie nazionali di Cgil, Cisl e Uil hanno scritto alle associazioni datoriali, e per conoscenza al Governo, per concordare una riduzione dell’attività produttiva, proprio perché lavorare in sicurezza è la condizione necessaria per rilanciare la nostra economia e difendere l’occupazione, oltre ad essere una condizione imprescindibile per contenere al massimo la diffusione del virus. Servono azioni coerenti e soprattutto è necessario mandare messaggi chiari e univoci a lavoratori e lavoratrici. In particolare occorre che le attività economico-produttive si adeguino subito al nuovo contesto e alle nuove necessità derivanti dalle prescrizioni dei recenti decreti e dalla necessità di contenere la diffusione del virus. Qualora non ci siano le condizioni per adottare tutte le soluzioni necessarie ad assicurare la tutela della salute dei lavoratori e delle lavoratrici occorre sospendere le attività lavorative, accedendo agli ammortizzatori sociali, con l’impegno da parte delle imprese di mantenere tutta la forza lavoro. I sindacati monitoreranno la situazione nei luoghi di lavoro e nei casi in cui non dovesse esserci il rispetto delle norme e delle misure a tutela della salute dei lavoratori, chiederanno la sospensione delle attività.