LA REALTA’ NON FINISCE MAI DI STUPIRCI

di Marco Antonini

Niente celebrazioni con i fedeli. Messe celebrate dai sacerdoti e basta, al massimo con il diacono. Solo il suono delle campane è riuscito a dare un senso di normalità a uan giornata diversa dal solito. Un mercoledì delle Ceneri anomalo, austero, nella città della carta e in tutte le Marche. Le chiese sono rimaste aperte solo per le confessioni e per un momento di preghiera individuale. La Quaresima è iniziata senza il tradizionale rito dell’imposizione delle ceneri sul capo dei fedeli. A Fabriano, don Umberto Rotili, 43 anni, parroco della chiesa Madonna della Misericordia, ha deciso di celebrare la Santa Messa, a porte chiuse, ma in “comunione” con i suoi parrocchiali. Come? Tramite Facebook. Il sacerdote, infatti, ha posizionato in prossimità sull’altare il suo cellulare ed ha avviato la diretta sul famoso social network assistito dal diacono. “Ho preso questa decisione – dice don Umberto – per farmi vicino ai miei parrocchiani che avrebbero voluto partecipare alla liturgia in chiesa. Questo è un modo per arrivare a tutti, per entrare nelle case, stare vicino a chi ha paura, a chi sta vivendo il disagio, a chi non sa cosa fare e non sa dove sta la verità”. Alle 19 don Umberto ha dato il via alla celebrazione nella chiesa della Misericordia: in pochissimi minuti più di 400 persone erano collegate Emozionato ha dato il via alla celebrazione con il canto d’ingresso e ha sottolineato come “la reatà non finisce mai di stupire” considerando il modo del tutto nuovo di vivere il mercoledi delle Ceneri via social. “Sono vicino a tutti con la forza dell’Eucaristia che celebro e della Benedizione del Signore che arriva anche attraverso i mezzi social”. Nell’omelia ha spiegato che la liturgia del mercoledì delle Ceneri “ci ricorda la profonda fragilità umana che è tanta quanta la misericordia di Dio che, dalla polvere, dalla terra, ci tira fuori e ci salva”. Poi ha ricordato la formula che il sacerdote pronuncia durante l’imposizione della cenere sul capo “Convertitevi e credete al Vangelo” perché – spiega don Umberto – è Gesù stesso che ci dice di cambiare mentalità, che non siamo fatti per la mediocrità, ma siamo ripieni della presenza di Cristo che salverà il mondo”. Don Umberto ha invitato alla prudenza, a ritagliare momenti di riflessione, alla sobrietà e a rispettare i comportamenti da seguire che sono stati dati dalle autorità competenti. Tanti i fabrianesi che hanno seguito il rito.

Tutto fermo anche a Cerreto d’Esi. “Accetto le decisioni dei Vescovi delle Marche. Mi sembra – dice l’arciprete della Collegiata di Cerreto d’Esi, don Gabriele Trombetti – che l’emotività stia prendendo il sopravento sulla razionalità, ma se queste sono le disposizioni le accetto e vado avanti. Cerchiamo di trovare sempre un punto di comunione per il bene della nostra gente. Dal 4 marzo riprenderemo con semplicità – conclude – come abbiamo sempre fatto, cercando di consolare e di essere vicino al nostro popolo”.

Il vicario generale della diocesi di Fabriano-Matelica, il sacerdote scrittore, don Tonino Lasconi, invece, commenta l’ordinanza regionale che ha bloccato tutte le celebrazioni: “A me sembra una decisione poco pensata e anche affrettata. Poteva tenere conto della celebrazione del Mercoledì delle Ceneri, un rito molto caro al popolo cristiano. Un giorno in più – dice il parroco di San Giuseppe Lavoratore – non avrebbe creato sicuramente disastri. Non ha tenuto conto nemmeno della varietà delle situazioni: conventi, oratori, monasteri… senza norme precise e previste si rischia il solito “fai da te” all’italiana. Tanto poi le verifiche… Questo soltanto dal punto di vista religioso, per il resto non credo sia meglio”. A Marischio la chiesa parrocchiale di San Sebastiano è rimasta aperta fino alle 18 per la preghiera personale. Il parroco, don Gino Pierosara, ha messo sui banchi un foglietto con una preghiera per l’inizio della Quaresima. Poi ha celebrato la Messa, alle 18,30, a porte chiuse, pregando per la comunità. Ha fatto suonare poco prima le campane per invitare chi vuole ad unirsi spiritualmente pregando a casa con il Rosario. Anche a Melano, presso la chiesetta dell’Addolorata, il parroco, don Bruno Quattrocchi, ha celebrato la Messa via social per i suoi parrocchiani.

Il documento dei vescovo marchigiani

I Vescovi delle Marche facendo seguito all’ordinanza n.1 del 25 febbraio 2020 del Presidente della Regione Marche, circa le misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-2019, adottano le seguenti disposizioni per le chiese che sono nelle Marche:

1. Ci si attenga sempre a criteri di prudenza, evitando in ogni modo concentrazione di persone in volumi ristretti e per lungo tempo. Le chiese rimangano aperte al culto e alla preghiera individuale.
2. Sono sospese le celebrazioni eucaristiche feriali e festive fino al 4 marzo 2020.
3. Per i funerali, si suggerisce di limitarsi al rito delle esequie nella forma breve e con i parenti stretti.
4. Nelle S. Messe anche private si ometta il segno di pace e si riceva la S. Comunione sulla mano, e non in bocca.
5. Si tolga l’acqua benedetta dalle acquasantiere.
6. Le benedizioni Pasquali sono sospese fino al 4 Marzo 2020.
7. Per questa settimana sono sospesi gli incontri di catechismo e dei gruppi parrocchiali, le attività di oratorio, di dopo-scuola, sportive, teatrali, cinematografiche e ogni genere di aggregazione.
8. I servizi della Caritas diocesana e delle Caritas parrocchiali che prevedono contatto con il pubblico siano sospesi.

“Siamo tutti interessati ad affrontare con determinazione, senza panico né leggerezza, una situazione che chiede vigilanza e senso del bene comune. Sperimentiamo tutti la nostra debolezza e fragilità. Proviamo paura – si legge in una nota dei presuli delle Marche – e come sempre questa chiede risposte serie e unitarie, per trovare le soluzioni più efficaci per tutti, con la massima attenzione ma senza allarmismi. Molte nostre riunioni non si potranno svolgere. Questo ci aiuterà a comprenderne il valore con maggiore profondità e ad avere più tempo per la riflessione e la preghiera personale. Sentiamo la vicinanza premurosa di Gesù, medico buono degli uomini, del quale sperimentiamo la solidarietà e la protezione. In questo periodo non potremo riunirci fisicamente per le celebrazioni nei nostri luoghi abituali. Cerchiamo di vivere questo tempo forte di Quaresima in unità di cuori e di preghiera, ricordando soprattutto i malati, quanti sono colpiti dal Coronavirus e quanti in modi diversi si adoperano per limitarne le conseguenze, in particolare il personale sanitario e di ricerca scientifica”.