In evidenzaNews

“TRE BRAND NAZIONALI VOGLIONO VENIRE A FABRIANO, UNO HA GIA’ DETTO NO”

Di Marco Antonini

Fabriano – “Tre brand nazionali nel 2019 sono venuti da noi intenzionati ad aprire a Fabriano, ma poi hanno rinunciato. Colpa delle tasse, delle infrastrutture e della mancanza di un piano del commercio che ridisegna la città”. La denuncia è di Mauro Bartolozzi, presidente di Confcommercio Fabriano e commerciante storico del centro della città. Il 2020 è iniziato non solo con la chiusura di diverse attività commerciali tra pensionamenti e mancanza di clientela, ma anche con il grido d’allarme dei negozianti che sollecitano il completamento della SS 76 per arginare la crisi ed invertire la rotta in un settore che ha dato tanto a Fabriano. Tra i marchi che avevano pensato di aprire e che hanno provvisoriamente optato per il no c’è King Sport che tratta i marchi più importanti nel panorama dell’abbigliamento, scarpe, accessori, sport e attrezzature sportive di cui c’è già un negozio a Jesi e ne sono stati aperti due in Umbria. Altri due marchi sono in trattativa, settore arredamento e vestiario, per iniziare a lavorare nella città della carta. L’auspicio è nell’arrivo di nuove attività non solo per la crescita occupazionale, ma per il prestigio che dà a Fabriano nuovi negozi. “Ogni giorno – dice Bartolozzi – dobbiamo fare i conti con la difficoltà delle infrastrutture carenti, sia su strada che su rotaia – Fabriano ha ancora binario unico lungo la tratta Ancona-Roma e i treni non elettrificati, per altri 5 anni, sulla Civitanova-Albacina. – Basti pensare a ciò che sta succedendo alla costa tra Osimo e Grottammare: con l’apertura della nuova strada da Foligno il turista umbro ha scoperto il mare nelle Marche sud. Lo vedo in prima persona: ogni anno vado in camper a Marotta e sono scomparsi i vacanziari dell’Umbria che ora hanno la strada diretta che li porta a Civitanova. Le strade salveranno l’entroterra”.

Tra le criticità evidenziate dal presidente della sezione locale di Confcommercio c’è anche la mancanza di un “piano del commercio” con regole precise che è bloccato da quando era sindaco, Roberto Sorci, tre mandati fa. Questo piano deve ridisegnare la città, programmare il futuro, insieme al Piano della mobilità sostenibile e a un nuovo Piano Regolatore. “Sono strumenti indispensabili per permettere ad un investitore – dice Bartolozzi – di venire a Fabriano e posizionare la propria attività nel posto giusto”. Il presidente, poi, critica l’uscita del sindaco (leggi qui) circa la pressione fiscale (al 57,4%), analizzata da Cna, che vede Fabriano in una posizione non del tutto negativa rispetto ad altre città. “Dobbiamo analizzare il contesto socio-economico di quei dati. La situazione di crisi che c’è nella nostra città non è la stessa di Jesi o altre zone, qui abbiamo un elevato numero di disoccupati e di cassaintegrati”. Discorso a parte la tassazione, la burocrazia e la mancanza di parcheggi. Bartolozzi ricorda che i commercianti, “lavorano senza ammortizzatori sociali, tutto l’anno, con estrema professionalità e con un occhio al futuro nonostante non godano nemmeno di benefici per l’ottima raccolta differenziata effettuata che fa sì che il riciclato (parte completamente differenziata) raggiunga il 98%”. A breve dovrebbe tenersi un incontro con l’Amministrazione comunale per affrontare queste tematiche e cercare soluzioni per dare ossigeno alle attività. Alla fine chi apre tutti i giorni la serranda nonostante la crisi merita almeno un applauso. Il consigliere di Fabriano Progressista, Andrea Giombi, ha protocollato richiesta di un consiglio comunale aperto dedicato al mondo del commercio.