PRIMA AD ANCONA, POI A ROMA. “SINDACI DIMETTETEVI”

di Marco Antonini

Fabriano – “Consegnate la fascia tricolore al prefetto, non abbassate lo sguardo. E’ una provocazione forte. Date le dimissioni. Basta discorsi, servono fatti”. La proposta choc è di Vinicio Arteconi, consigliere comunale dell’Associazione Fabriano Progressista. Il senatore M5s, Sergio Romagnoli, rincara: “Andiamo sotto al Ministero della Salute, a Roma, a protestare”. L’obiettivo è una progettualità comune in difesa della sanità. E la politica regionale? È andato come previsto, nessuno si è presentato a Fabriano.

Clima caldo, oggi pomeriggio, 13 gennaio, al consiglio comunale sulla sanità, a Fabriano che ha visto la partecipazione di diversi sindaci dell’entroterra, dei parlamentari pentastellati Terzoni e Romagnoli e di circa 150 cittadini. Ad accendere gli animi l’Associazione Fabriano Progressista che ha evidenziato l’assenza del governatore Ceriscioli e dei consiglieri regionali, tutti invitati. Per sopperire questa mancanza Arteconi ha posizionato nella Sala Conferenze di Palazzo del Podestà un grande poster del presidente. Sono intervenuti i sindaci di Sassoferrato, Genga, Matelica, Camerino, San Severino Marche, Esanatoglia. Elena Leonardi, capogruppo regionale Fratelli d’Italia, assente, ha fatto recapitare un messaggio. “Nella IV Commissione – si legge – mi sono adoperata per arginare lo squilibrio tra costa ed entroterra. Stigmatizzo le scelte della maggioranza regionale in campo sanitario a discapito dell’entroterra”.

Il sindaco di Fabriano, Gabriele Santarelli, spiega: “Speravamo di avere la presenza dei consiglieri regionali. Abbiamo fissato per marzo gli Stati Generali dell’entroterra per predisporre un documento da sottoporre ai candidati regionali”. Il consiglio fabrianese ha sollecitato più volte emendamenti per tutelare l’entroterra montano nel nuovo Piano Sanitario. Il senatore Sergio Romagnoli, Movimento 5 Stelle, (contestato da Sveglia Fabrianesi e dal sindaco di Camerino): “C’è una situazione drammatica ovunque – spiega.- Propongo una grande mobilitazione a Roma. Ceriscioli si dovrebbe dimettere per come ha ridotto la sanità”.

Cittadinanza concorde nel chiedere azioni forti ai sindaci per far sentire la voce a pochi mesi dalle elezioni regionali. In molti hanno applaudito la proposta di Vinicio Arteconi di chiedere ai sindaci dell’entroterra di dimettersi consegnando la fascia tricolore al prefetto di Ancona.

Le voci

Il sindaco di San Severino, Rosa Piermattei: “Abbiamo subìto uno schiaffo dalla Regione che ha chiuso reparti e tolto servizi. Sono quasi 4 anni che giornalmente seguo la sanità. Va sempre peggio. Tante promesse, nei fatti nulla. La cosa più brutta è che siamo disarmati, come sindaci, in questa materia eppure la salute è un diritto. Dobbiamo unirci, come città, per fare qualcosa. Il 31 dicembre fatta una determina. Assurdo aspettare la fine dell’anno. Dobbiamo lavorare per salvare tutto”.

Il sindaco di Matelica, Massimo Baldini: “Negli anni, senza preavvisi, tanti reparti sono stati chiusi. Siamo ospedale di comunità post acuzie (per chi proviene dagli ospedali di Camerino, San Severino e Fabriano) con 40 posti letto. Nella realtà non è stato attuato il tutto. Non c’è un atteggiamento di attenzione per i territori montani. Siamo stati anche in IV Commissione regionale. Ultima spiaggia: la privatizzazione, come a Sassocorvaro e Cagli, ma nulla. Ma nulla, nemmeno il privato arriva. Sosteniamo l’azione comune dei sindaci della zona montana”.

Il sindaco di Camerino, Sandro Sborgia: “Forse per la prima volta, dopo anni, l’entroterra comincia a parlarsi e riflette sulle problematiche comuni. Crisi del lavoro, sanità, spopolamento le nostre criticità: sono il risultato di un campanilismo che non ha portato grossi risultati all’entroterra. Non avremo più l’ospedale sotto casa, ma abbiamo diritto a un servizio capillare, con servizi giusti, per tutta la popolazione, dai giovani agli anziani. Va bene riorganizzazione, ma con chiarezza, trasparenza e vogliamo dire la nostra. Si sta penalizzando i residenti e mortificando le professionalità che lavorano in questi ospedali”.

Il sindaco di Sassoferrato, Maurizio Greci: “La sanità è un problema che va oltre i confini comunali. L’entroterra è in difficoltà. Con Area Vasta sento parlare di numeri: non ci sono i presupposti. Saremo sempre perdenti. I numeri non sono dalla nostra parte. Il nostro territorio ha bisogno di qualcosa di diverso delle logiche aziendalistiche”.

Marco Filipponi, sindaco di Genga: “Paghiamo oggi un campanilismo che c’ha contraddistinto per troppi anni. L’entroterra ha un futuro non roseo. Dobbiamo essere più determinati in sede di riunioni di Conferenza dei sindaci di Area Vasta ad essere fermi e a mettere un punto per far capire alla regione che vogliono dire la loro perché hanno sulle spalle la responsabilità di tutta la cittadinanza spaventata. Le nostre strade pesano e non vogliamo essere condannati a pagare il fatto di essere di serie B”.

Il sindaco di Esanatoglia, Luigi Bartocci: “Sulla sanità non stiamo chiedendo nulla di illegittimo. Il nostro territorio è disagiato eppure come gettito fiscale ha dato molto alla Regione negli anni d’oro. Qualcuno si è dimenticato di questo. Dobbiamo riconoscere a quest’area una identità al di là dei numeri. Serve la volontà politica. O facciamo qualcosa o Branca e Foligno ci massacrano”.

Andrea Giombi, Fabriano Progressista: “La nostra proposta, del 2018, era quella di ridisegnare le Aree Vaste, e la nostra, Montana, ha bisogno di uno status suo. Rifacciamo proposta: nel nuovo Piano ci siano Aree Vaste Montane. E’ questa la nostra battaglia e non possiamo perderla”.

Vinicio Arteconi, Associazione Fabriano Progressista: “Non si può non notare l’assenza del presidente e del consiglio. Perdiamo abitanti perché abbiamo perso servizi. C’avevano promesso la revisione dei parametri, ma ancora nulla. Il Profili ha 4.500 metri quadrati inagibili, i reparti sono accorpati. Si vuole solo risparmiare. Mancano 40 infermieri. Per non parlare della SS 76. Con il punto nascita c’hanno tagliato le radici e costretto a portare i bambini appena nati altrove”.

Renzo Stroppa, Partito Democratico: “Si stanno mortificando i medici costretti a lavorare tra carenza di servizi e di personale”.