SENTINUM, LA BATTAGLIA DELLE NAZIONI
Il 27 e 28 luglio prossimi, è prevista in calendario, a Sassoferrato, la rievocazione storica della “Battaglia delle Nazioni”, avvenuta nell’antica città romana di Sentinum. Un evento che lega storia e tradizione nel nostro territorio appenninico. Tra gli scavi del sito archeologico Sentinum è possibile individuare le caratteristiche e la struttura delle strade romane. I cardini e i decumani, erano le vie sulle quali era costruito il modello urbanistico romano, ovvero uno schema ricorrente basato sull’incrocio di queste strade. I primi erano disposti da nord a sud, mentre i secondi in direzione est-ovest. E’ proprio dove s’incontravano queste due “strade” che sorgeva il Foro, ovvero la piazza, ed intorno ad esso si snodavano gli edifici pubblici principali. A Sentinum, oltre alle antiche strade romane, sono stati rinvenuti il pavimentum, resti delle terme, mosaici, epigrafi ecc.. L’importanza di Sentinum, citata in tutti i libri di storia, è legata ad una battaglia che fece la storia, che ne cambiò le sorti e segnò il percorso inarrestabile dei Romani: la Battaglia delle Nazioni. In questo territorio si scontrarono nel 295 a.C. i Romani guidati da Decio Mure e la lega Gallo-Sannita, la quale presentava un numero di soldati superiore agli stessi Romani, 60.000 contro circa 40.000. I Sanniti, dalla terra del Sannio, erano abilissimi e agguerriti guerrieri, erano considerati da sempre il pericolo più insidioso dall’esercito romano.
I Romani s’ingegnarono e utilizzarono una tattica, quella di provare a sconfiggere uno ad uno i popoli che si erano alleati nella lega, prima affrontarono e vinsero gli Etruschi. I Sanniti nel frattempo si coalizzarono con gli stessi Etruschi sconfitti, poi fecero alleanza coi Galli Senoni, coi Sabini, coi Lucani e con gli Umbri formando una coalizione molto forte e numerosa. I Romani si avvalsero dei Piceni come unici alleati. Fu una battaglia cruenta, durissima, infinita, I Romani sfruttarono anche la disorganizzazione della lega, generali nemici non coordinati tra loro, individualisti intenti solo al tornaconto del proprio esercito e non a quello dell’intera coalizione. Sul campo morirono il console Decio Mure e il duce sannita Gallio Egnazio, 25.000 soldati della lega persero la vita, circa 9.000 furono invece le perdite per quanto riguarda l’esercito dei legionari. Vittoria definitiva e duratura per l’esercito romano che permise a Roma di unificare per la prima volta politicamente e culturalmente gran parte della Penisola da Pisa a Messina permettendo così che le popolazioni sconfitte venissero assoggettate nella confederazione romano-italica. La battaglia del Sentinum fu il passo decisivo per la costruzione di quello che poi sarà l’Impero Romano.
Francesco Fantini