VICENZA, L’ARTE TOTALE DEL PALLADIO
Quando arriviamo a Vicenza, in piena campagna veneta, rimaniamo sorpresi e ammaliati da questo centro cittadino reso raffinato, elegante con un decoro urbano esaltato dall’arte e dalle architetture del grande Andrea Palladio, pieno ‘500: edifici straordinari, neo-antichi, anticipatori del periodo neoclassico. Il Teatro Olimpico è la perla, il suo capolavoro assoluto, oltre che la sua ultima opera, una sorta di capolavoro per comprendere la sua arte totale. Palladio riprende il classico e gli antichi teatri greci e romani dove l’idea della cava formava l’emiciclo dell’antico teatro. Sarà poi il suo successore, Scamozzi che aggiungerà il decoro della scena teatrale, utilizzando un gioco prospettico formando un’architettura piuttosto scenica dove la prospettiva dominava giocando anche su effetti ottici e su ben cinque punti di fuga diversi. Il progetto palladiano per l’Accademia Olimpica, intendeva ricostruire il teatro dei romani con precisione garantito dallo studio del testo di Vitruvio e dalle indagini sulle rovine dei complesi dei teatri nel mondo compiute dall’architetto James Ackerman, obiettivo è ricreare un ambiento umanistico-antiquario. Gli attori sul palco del Teatro Olimpico recitano e sono avvolti dallo sguardo di statue di scrittori, pensatori, grandi generali. Andrea Palladio venne scoperto da Giangiorgio Trissino, letterato di antica nobiltà che riconobbe il grande talento del giovane artista in grado di effettuare l’aggiornamento dell’architettura locale al gusto rinascimentale. La Basilica Palladiana, loggia a due piani intorno al palazzo della Ragione porta ad una Basilica, cosi chiamato il complesso, di alto livello architettonico che completa la piazza principale, Vicenza grazie ai palazzi e alle ville palladiane è entrata a far parte dei siti mondiali Patrimonio Unesco.
Francesco Fantini