LUCA BALDINI: “ECCO I PROGETTI DELLA CNA DI FABRIANO”

Una visione positiva e propositiva quella del nuovo Segretario della CNA di Fabriano Luca Baldini. Le nostre realtà artigiane viste come “vulcani inattivi ma non spenti, tranquilli e taciturni ma con una potenza enorme al loro interno”. Lo abbiamo incontrato per un bilancio dei suoi primi mesi di attività nel nostro comprensorio e per conoscere tutte le iniziative che CNA ha in corso per sostenere ed agevolare la piccola imprenditoria locale, in questo periodo in cui il rischio d’impresa e la recessione economica generano sfiducia, specie nel settore artigianale.

Luca, subito dopo la tua nomina a segretario di CNA hai dichiarato di voler effettuare una visita conoscitiva presso i vostri associati per toccare con mano la loro realtà lavorativa e le eventuali problematiche che vivono ogni giorno. Possiamo fare un bilancio di questo mini tour iniziale?

Credo che per chi come me viene da un’esperienza precedente vissuta tutta nel mondo aziendale sia assolutamente necessario ascoltare, per comprendere innanzi tutto lo stato delle cose, le speranze ed i timori degli imprenditori artigiani. Durante le mie esperienze lavorative precedenti, nel ruolo di responsabile comunicazione e marketing, ho avuto modo di lavorare con molte realtà differenti dai piccoli professionisti alle grandi multinazionali del food e della comunicazione. Devo ammettere che il mio giro di visite è stato fin ora ancora troppo modesto per avere un’idea consolidata, mi occupo di un territorio che si estende da Jesi, la Vallesina fino a Fabriano e il suo interland e posso riuscire ad essere presente in una zona così vasta grazie alla continua collaborazione di colleghi con molta più esperienza di me. Posso sicuramente affermare che le aziende e le attività che ho visitato finora sono accomunate da una forte sensazione di incertezza. Un imprenditore è una persona che sa rischiare, ma non è un giocatore d’azzardo, il rischio imprenditoriale deve essere un rischio calcolato ed i calcoli si fanno aggiungendo i dati attuali disponibili ad un modello che si è costruito negli anni. Ci troviamo in una situazione in cui il modello consolidato su cui molti imprenditori si sono mossi per decenni non è più così affidabile, perché molti fattori differenti hanno stravolto molti punti fermi del passato. La più lunga crisi economica dal dopoguerra ad oggi è solo il punto più macroscopico, l’innovazione tecnologica nei consumi (più che nella produzione) stanno giocando un ruolo fondamentale nelle attività produttive e commerciali che fanno fatica ad adattarsi in fretta: parlo degli acquisti on-line, di come la reputazione di un oggetto o servizio giunga al consumatore molto prima che quest’ultimo possa provarlo in prima persona. La CNA cerca di proporsi come soggetto capace di affiancare gli imprenditori per colmare questa incertezza paralizzante fornendo strumenti per affrontare i cambiamenti, mettiamo a disposizione di ogni imprenditore, piccolo o grande che sia,  l’esperienza accumulata in oltre 70 anni di attività, un centro studi regionale e servizi avanzati di ultima generazione.

La tua formazione in Comunicazione e Marketing aziendale sicuramente sarà importante per aiutare i vostri associati ad allargare i propri orizzonti alla ricerca anche di nuovi mercati. Che risposta stai ricevendo?

Devo dire una risposta molto positiva, mentirei se non affermassi che negli incontri che ho con gli imprenditori l’argomento spesso finisce nella mia materia. Sono da molto poco nel sistema CNA e perciò ritengo sia naturale ritrovarmi spesso a parlare di comunicazione e marketing con gli imprenditori. Debbo dire che rispetto ad una decina di anni fa, vi è una sensibilità maggiore, ma purtroppo a volte vi è una conoscenza superficiale della materia e spesso questo può essere “pericoloso”: si è facili prede di chi promette enormi risultati al minimo investimento, spesso si tende al “far da sé” senza una corretta analisi del costo che ha il proprio tempo (la risorsa più preziosa per chiunque) e soprattutto non si chiude il cerchio dell’attività con l’analisi dei risultati, vi è ancora troppo spesso un approccio “pre-internet” dove la competizione per accaparrarsi l’attenzione del potenziale cliente era un gioco di quantità. La CNA è consapevole del fatto che molte delle piccole o piccolissime imprese non dispongono di un budget che permetta loro di poter investire in questo fondamentale settore della loro attività, è per questo che da 3 anni contribuisce ad organizzare il Brand Festival di Jesi. Un evento ormai di portata nazionale dedicato proprio alle PMI dove tutto ruota attorno all’identità di marca: oltre 100 relatori a disposizione del pubblico per discutere e confrontarsi, decine di corsi di formazione sui temi più disparati legati al branding e alla comunicazione d’impresa, un’occasione unica per chiunque abbia un’attività in proprio o un’azienda. La CNA negli ultimi anni ha strutturato al suo interno una task force di professionisti e consulenti per affiancare le imprese in attività di consulenza aziendale di alto livello, servizi di internazionalizzazione per l’export, controllo di gestione e strutturazione di business plan oltre che alla consulenza per il marketing e la comunicazione d’impresa.

I nostri artigiani ed i piccoli imprenditori secondo te sono consapevoli del loro “saper fare” e, soprattutto, sono in grado di esprimerlo a tutto tondo per far emergere al meglio la loro realtà imprenditoriale e le motivazioni che sottendono al loro impegno professionale?

Chiunque riesca ad avviare e a far funzionare un’attività imprenditoriale può riuscirci soltanto con una dose massiccia di passione, lo dico senza retorica, avviare un’impresa richiede sacrificio, resistenza, e tanta gioia interiore. In un’unica parola: passione. Le Marche sono l’unica regione che si scrive al plurale, può non significare nulla, ma in realtà la dice lunga sul nostro background socio-culturale, siamo una regione di grandi lavoratori, che da generazione in generazione si sono tramandati arte e capacità pratiche indiscutibili, ma rimanendo sempre troppo separati, plurali appunto. Per molti decenni, questa è stata la colonna fondante delle Marche, il lavoro fatto a regola d’arte che potesse generare un prodotto d’eccellenza: “fatti, non chiacchiere”, anzi, la classica diffidenza delle famiglie mezzadre suggerivano che comunicare fosse regalare ad un mondo aggressivo il proprio sapere, questo ha formato generazioni di lavoratori taciturni e riservati. Purtroppo, tutto questo si è rivelato un grandissimo limite, altre realtà territoriali sono riuscite a creare distretti produttivi enormi grazie alla collaborazione e alla condivisione ognuno del proprio know how specialistico, e quando i tempi erano maturi per una comunicazione di massa alla portata di tutti (il cosiddetto web 2.0) comunicarlo al mondo esterno è stato un passo naturale, per noi no, nei nostri territori troppo spesso è la diffidenza verso l’azienda accanto a governare le scelte di comunicazione, un controsenso che pesa sul lungo periodo. Io credo che le piccole realtà artigiane siano come i vulcani inattivi ma non spenti: tranquilli e taciturni, ma con una potenza enorme al loro interno. In un mondo globalizzato è proprio un prodotto unico e di alta qualità che sia contestualizzato profondamente con un territorio ad avere un grande valore commerciale globale. Per far questo è necessario che gli imprenditori artigiani aggiungano la fiducia nel mostrare se stessi ed il proprio saper fare e che investano in comunicazione e marketing. Le crisi, di ogni genere, sono come dei bivi: possiamo imboccare una strada in cui la sfiducia ci faccia chiudere a rimpiangere i tempi che furono, oppure possiamo cogliere l’occasione di trovarci tutti in una situazione difficile ed abbandonare la diffidenza tornando a crescere sotto il segno della collaborazione.

Sei arrivato a Fabriano in un momento storico difficile in cui il nostro distretto industriale ed artigianale soffre una profonda crisi economica ed occupazionale. Ad aggravare la situazione anche il disagio dovuto alla carenza di infrastrutture e lo stallo nei collegamenti dalla costa verso il nostro entroterra causato dalla sospensione dei lavori della Quadrilatero. Che umore percepisci tra i vostri associati e che posizione assume CNA su questa annosa vicenda?

La drammatica situazione della Statale 76 e del fallimento della Astaldi sono un colpo durissimo ad un territorio che sta subendo una crisi industriale senza precedenti e che, non dimentichiamolo, ha subito danni a causa di fenomeni sismici ripetuti. La CNA sostiene che la priorità sia il completamento dei lavori e le istituzioni, sia locali sia nazionali, devono adoperarsi per il raggiungimento di questo obiettivo. La ripresa dei lavori ed il loro definitivo compimento rimangono dunque la priorità, ovviamente le aziende che devono essere pagate per il lavoro svolto fino ad ora vanno tutelate, sono giustamente parte lesa di tutta questa brutta vicenda, ma essendo stata avviata una procedura di concordato, tutto andrà in mano al tribunale.

Quali iniziative CNA ha in progetto e su quali particolari settori di interesse saranno veicolate?

La CNA è in campo da diversi anni per concretizzare il percorso del Bando ITI, per finanziare con i bandi regionali attività di innovazione e modernizzazione delle zone del territorio fabrianese. Questa attività, svolta insieme alle altre associazioni di categoria, coinvolge anche le Università e altri istituti di ricerca e genererà una piattaforma tecnologica per l’innovazione. Il settore di interesse è principalmente il settore manifatturiero, settore che in questa Città deve ripartire per invertire la tendenza negativa che si protrae da più di 10 anni. Molta attenzione è dedicata anche al settore turistico che ha dimostrato di poter dare un ottimo spunto allo sviluppo se progettato e sviluppato con una sinergia di soggetti, ognuno che faccia rete e crei un distretto turistico integrato dove cultura, ospitalità, enogastronomia e sport lavorino insieme per un’esperienza unica. Ultimo, ma non in ordine di importanza, è il settore dell’artigianato artistico, pensiamo alla carta e alla filigrana certo, ma non solo. Anche alle altre arti, vera e propria espressione dell’unicità che solo l’artigiano sa esprimere.

Gigliola Marinelli