QUADRILATERO, UNA STORIA INIZIATA DA LONTANO
di Marco Antonini
Fabriano – E’ nato nel 2003 il progetto Quadrilatero con l’obiettivo di dare ossigeno e strade moderne all’entroterra danneggiato dal sisma del 1997. Avrebbe dovuto collegare il centro Italia nell’arco di una decina di anni. Nessuno avrebbe mai detto che sarebbe stato l’inizio di una odissea lunghissima di cui ancora non si può scrivere, dopo 16 anni, la parola fine. Il progetto si basa su due assi viari principali: il collegamento Foligno-Civitanova Marche ed il collegamento Perugia-Ancona attraverso l’ammodernamento della strada statale 76. La realizzazione mediante l’apertura di 2 maxi lotti dati in appalto da un contraente unico. Gli altri due lati del quadrilatero, preesistenti, sono costituiti, da un lato, da un tratto della strada statale 75 Centrale Umbra e, dall’altro lato, da un tratto dell’autostrada A14. La Foligno-Civitanova è stata inaugurata, e aperta al traffico, il 28 luglio 2016, stesso giorno in cui è stato aperto il tratto umbro della Perugia-Ancona, Pianello-Casacastalda.
Ad agosto 2017 è stata aperta al traffico la nuova carreggiata in configurazione provvisoria a doppio senso di circolazione di 7,5 km tra Fossato di Vico e Cancelli, nel Fabrianese oltre al nuovo svincolo di Campodiegoli-Cancelli e a 2 km di nuova carreggiata tra Albacina e Serra San Quirico. I lavori di competenza della Quadrilatero per il potenziamento della direttrice Perugia – Ancona, per circa 30 km complessivi, riguardano la SS76 tratti Fossato di Vico – Cancelli e Albacina – Serra San Quirico, nella regione Marche, e la SS 318 tratto Pianello – Valfabbrica in Umbria. Nell’ambito del progetto Quadrilatero, è previsto l’ammodernamento della strada regionale Pedemontana delle Marche, tra Fabriano, Matelica, Camerino e Muccia. I lavori sono stati consegnati al Contraente generale Dirpa nella fine del 2008. L’avanzamento delle opere ha subìto grossi ritardi dovuti soprattutto all’organizzazione del Contraente generale Dirpa e alle difficoltà finanziarie del suo principale affidatario (BTP S.p.A. prima e Impresa S.p.A. poi). In particolare, a causa di problemi di natura finanziaria in capo a BTP S.p.A., i lavori non sono avanzati nel rispetto dei crono-programmi. Con l’aggravarsi della posizione debitoria, infatti, BTP S.p.A. è stata posta ad amministrazione giudiziale prima ed ammessa alla procedura di concordato preventivo poi, conclusesi nel dicembre 2011 con la cessione del ramo d’azienda “BTP Infrastrutture”a favore di Impresa S.p.Adopo l’ok del Tribunale di Prato.
2013
Nel 2013 sono sorte criticità finanziarie da parte del Contraente generale Dirpa e del suo principale affidatario Impresa S.p.A.. La situazione finanziaria di Impresa ha indotto la Società a presentare istanza di concordato preventivo al Tribunale di Roma il 5 marzo 2013. Tutto ciò ha determinato il blocco dei cantieri. Successivamente il Ministro dello Sviluppo Economico ha ammesso Impresa e Dirpa alla procedura di Amministrazione straordinaria. Nel febbraio 2014 ripartono i lavori sotto la gestione del Commissario. Nel luglio 2015 si conclude l’operazione di acquisizione da parte di Astaldi dei complessi industriali di Dirpa. I lavori vanno avanti fino alla prima metà del 2018 quando sorgono i nuovi ostacolidi natura finanziaria con l’ennesimo blocco dei cantieri.
L’incertezza
A ottobre 2018 i problemi finanziari di Astaldi, nell’aria già da diversi mesi, sono peggiorati. L’agenzia Standard & Poor’s ha rivisto al ribasso il rating su Astaldi, tagliandolo al livello della categoria ‘Default’ dal precedente ‘CCC’. “Riteniamo che la situazione attuale di Astaldi equivalga a un default – si legge nella nota – perché prevede la sospensione dei pagamenti relativi agli obblighi in sospeso”. La revisione è stata effettuata dopo decisione del cda di Astaldi di presentare domanda per il concordato preventivo con riserva in continuità aziendale. Il Tribunale di Roma ha nominato tre commissari e dato 60 giorni di tempo per la presentazione di un piano di salvataggio. I creditori delle piccole e medie imprese subappaltatrici che hanno già effettuato lavori sulla SS 76 vantano crediti per 40 milioni di euro e rischiano di vedersi pagare solo una quota compresa tra il 20 e il 30% che metterebbe in difficoltà tante imprese. Il mese scorso la società Salini Impregilo ha presentato un’offerta per Astaldi attraverso un aumento di capitale per 225 milioni di euro. L’offerta è condizionata tra l’altro al “contributo di coinvestitori di lungo periodo e alla disponibilità delle banche di concedere linee di credito” ad Astaldi. Nei giorni scorsi, intanto, i sindacati hanno confermato la presenza di un prestito da 75milioni di euro erogato dalle banche che credono sia nella proposta presentata da Salini Impregilo intervenuta per salvare Astaldi che nel progetto Quadrilatero che potrebbe, quindi, ripartire.