CHIESA E MIGRANTI, A TU PER TU CON DON ALDO BUONAIUTO

Un caso di politica interna che ha tenuto tutti sulle spine, un caso umanitario che non ha lasciato indifferenti associazioni, Chiesa e Istituzioni. Quello della nave Diciotti è uno dei temi più caldi di cui si è parlato nelle ultime settimane e dopo lunghe trattative tra Stato e Chiesa si è giunti allo sbarco dei 100 migranti richiedenti asilo che saranno poi collocati in diverse Diocesi italiane. Nella trattativa però una persona è stata decisiva e questa persona fa parte della Diocesi di Fabriano-Matelica, ed è Don Aldo Buonaiuto, il quale è stato anche pubblicamente ringraziato dal Santo Padre, di ritorno dall’Irlanda, per aver brillantemente fatto valere i diritti che ogni uomo dovrebbe avere. L’abbiamo raggiunto Don Aldo telefonicamente per sentire un commento a caldo sulla vicenda che l’ha reso protagonista.

Nel viaggio di ritorno dall’Irlanda, Papa Francesco la cita dicendo: “Quello che ha fatto il lavoro con il Ministro dell’Interno è stato Don Aldo”. Quale è stata la sua reazione, su quello che nelle ultime settimane è stato uno degli argomenti più caldi in ambito di politica interna. 

Sono rimasto molto sorpreso dal sentirmi nominare dal Santo Padre, di certo nessuno si aspetta una cosa del genere inoltre la mia mediazione la consideravo ovviamente riservata e solo finalizzata a dare una risposta a quei migranti che non potevano più aspettare su quella nave. Ho anche compreso però le intenzioni del Papa nel suo modo di essere così limpido, grato e generoso; è il suo modo di essere e per questo è stato commovente ricevere da lui questa gratitudine, è stata per me una grande emozione.

Lei è stato decisivo nella trattativa con il Ministro Salvini per trovare un accordo e un’effettiva sistemazione a queste persone. 

Io semplicemente ho risposto alla richiesta del Ministro Salvini facendomi “portavoce” presso il Presidente della Cei il Cardinale Bassetti, che in quel momento si trovava in Irlanda con il Papa. Quindi ho attivato questa mediazione necessaria trovando dalla parte della Cei un’immediata disponibilità coordinata poi dal sottosegretario della Cei Don Ivan Maffeis. Ci tengo a chiarire che il Ministro Salvini già lo conoscevo da tempo e al di fuori della politica così come, accanto a Don Oreste Benzi, mi sono ritrovato a incontrare tante personalità di diverse istituzioni.

Della nave Diciotti qui in terra marchigiana quanti richiedenti asilo saranno ospitati? 

Mi risulta che nelle Marche abbia dato disponibilità la diocesi di Ascoli Piceno che ne accoglierà 2. Ma bisogna considerare che essendoci stata una grande gara di solidarietà nell’accogliere questi migranti arriveranno ovunque in Italia a piccolissimi gruppi di 2/4 persone. Quindi non ci sarà nessun impatto negativo nei territori che già accolgono diverse decine di profughi. Anche la nostra diocesi è stata disponibile perché il Vescovo mi ha chiesto se c’era bisogno…ma come ho già detto per questi cento abbiamo avuto più richieste del numero degli accolti da ospitare.

Parlando di Fabriano invece, secondo lei come è gestito il tema migranti?

Come direttore dell’ufficio Migrantes di questa Diocesi posso dire che non abbiamo avuto problemi nell’accogliere alcuni profughi nel corso degli ultimi tre anni. Abbiamo accolto l’appello di Papa Francesco di rispondere a quella che nel 2015 e 2016 era un’emergenza senza precedenti. Così nel nostro piccolo ci siamo attivati come Chiesa così come hanno fatto anche altri enti in una serena e proficua collaborazione con il comune, l’Asur e tutti gli altri enti locali e la gente comune che si è dimostrata molto solidale.

Quanti ce ne sono in città e cosa si sta facendo per la loro integrazione?

L’ufficio Migrantes della diocesi non si occupa solo della città di Fabriano e quindi abbiamo una visione dell’insieme di questa Chiesa diocesana. Però i numeri precisi non li conosciamo bensì possiamo dire che questi territori sono abituati da molti anni ad avere la presenza di persone provenienti da altre nazioni anche negli anni in cui certe aziende erano fiorenti. Certamente non è semplice oggi predisporre un’integrazione lineare a causa della mancanza di lavoro e quindi è diventato tutto più complicato anche a partire dai nostri cittadini che lamentano questa scarsità di offerta lavorativa. A volte possono nascere delle tensioni per questo motivo ma come ha detto il Cardinale Bassetti, dobbiamo vincere le paure per imparare ad accogliere ed aiutarci.

Benedetta Gandini