FALSE BADANTI DENUNCIATE PER TRUFFE, 20MILA EURO DI CONTRIBUTI SENZA LAVORARE
Nuova truffa scoperta dai poliziotti di Fabriano. Marito e moglie, quasi 80enni, ricevono un avviso di accertamento per mancato pagamento di contributi per lavoro domestico, ma nessuna collaboratrice aveva mai lavorato da loro. Protagonisti due fabrianesi del centro storico che si sono avvalsi del Commissariato di Fabriano per vederci chiaro e sporgere denuncia/querela, anche perché molto preoccupati di dover provvedere a regolarizzare la loro posizione entro 30 giorni con tanto di sanzioni civili e interessi di mora ai sensi dell’art.116 della L.388/2000, fatto salvo avessero avuto un’idonea giustificazione per i contributi previdenziali e assistenziali non risultanti. Due le badanti che hanno chiesto i contributi, secondo loro omessi, per un importo di quasi diecimila euro cadauna: una 45enne ucraina ed una 50enne albanese. Entrambe hanno sostenuto di aver svolto ininterrottamente lavori domestici nella casa dei coniugi in questione dal 2012 al 2016. I poliziotti, coordinati dal loro dirigente, Commissario Capo Sandro Tommasi (FOTO), hanno avviato lunghe e complesse indagini, partite consultando numerose banche dati ed incrociando le risultanze.
Con testimonianze ed altri servizi mirati di natura patrimoniale hanno appurato che le due collaboratrici domestiche non solo, nel periodo considerato, non erano state residenti e domiciliate a casa dei due anziani, cosa che invece una delle due aveva simulato essere successa, ma nel frattempo erano anche state cancellate dall’Anagrafe del Comune di Fabriano. Le due badanti, il cui piano truffaldino è stato smascherato e smontato dai poliziotti punto per punto, hanno peraltro presentato due richieste diverse di risarcimento per mancata contribuzione, come se fossero state in servizio addirittura contemporaneamente nella stessa casa: l’ucraina al servizio dell’anziano, l’albanese a disposizione della moglie di quest’ultimo. Sono state entrambe denunciate per truffa. Non sarebbe il primo caso segnalato con le modalità appurate e quindi le indagini del Commissariato stanno proseguendo per capire se altre persone sono state vittima di analoghe truffe. Il Commissario Capo Tommasi sollecita pertanto eventuali altre persone coinvolte a farsi avanti e a riferire le potenziali truffe subite per estirpare sul nascere questo odioso fenomeno delittuoso ed assicurare alla giustizia chi lo alimenta.