RADIOHEAD – Lo spirito della ricerca

di Fabio Bianchi

“Ogni loro album è un prodotto nuovo, sembra di ascoltare sempre una band diversa”, dice il mio amico Max Salari durante le nostre conferenze di Rock & Words.

Effettivamente dal 1985 ad oggi la band è riuscita a vendere più di 30 milioni di dischi in tutto il mondo, e sono diventati famosi al grande pubblico nel 1992 con un singolo, che verrà riproposto, rivisto, riadattato, risuonato, riarrangiato da tantissimi artisti di tutto il mondo, Thom Yorke (voce, chitarra, pianoforte),ha scritto ‘Creep’ dopo essere stato respinto da una ragazza di cui era infatuato mentre frequentava l’università a fine anni ’80, e addirittura il brano all’inizio  fu escluso dalla possibilità di divenire un singolo perché il produttore pensava fosse una cover.

Il nome ‘Radiohead’ è in onore dell’omonima canzone dei Talking Heads, famosa band di  New York in attività dal 1974 fino al 1991.

La band Inglese a tutt’oggi, in attività è così composta:

Thom Yorke (voce, chitarra, pianoforte)

Jonny Greenwood (chitarra solista, tastiere, sintetizzatore, onde Martenot), curiosità Jonny Greenwood suona quasi esclusivamente la chitarra Fender Telecaster

Ed O’Brien (chitarra, voce di supporto),

Colin Greenwood(basso elettrico, sintetizzatori)

Philip Selway (percussioni)

Dopo il successo dell’album di debutto ‘Pablo Honey’ nel 1993, anche il singolo CREEP divenne un successo mondiale, soprattutto negli Stati Uniti, ma come si dice : Nemo propheta in patria, in Inghilterra il loro primo album passò praticamente inosservato!, ma nonostante questo Yorke confessò di essere diventato molto egocentrico: “Quando sono tornato ad Oxford ero insopportabile. Appena hai un po’ di successo diventi un vero s****o”.

Dopo un paio d’anni dal primo album, raggiunsero  anche il successo meritato in patria con il secondo album, The Bends (1995), che fece guadagnare al gruppo numerosi fan. La loro reputazione crebbe ancor di più con l’uscita del terzo album; caratterizzato da un suono più esteso e dal tema ricorrente dell’alienazione moderna, ma quello che personalmente amo di più è  OK Computer (1997),  riconosciuto da diversi critici come una pietra miliare della musica rock degli anni novanta, da questo album in poi la band è stata accostata ai Pink Floyd.

Con gli album Kid A (2000) e Amnesiac (2001), i Radiohead arrivano ai massimi livelli. Con questi due dischi la band conobbe un’ulteriore evoluzione del proprio stile musicale, fortemente influenzato dalla musica classica contemporanea, dal free jazz e dall’elettronica.

Un album  che personalmente amo molto è  The King of Limbs, candidato ai  Grammy Awards 2012.

La frase ‘King Of Limbs’ è correlata a una vecchia quercia nella Savernake Forest dello Wiltshire, vicino a dove i Radiohead registrarono ‘In Rainbows’. La frase appare anche nel ventitreesimo capitolo del Corano.

Discografia:


1986-1991: gli On a Friday

1992-1994: Pablo Honey, l’esordio

1995-1996: The Bends, il successo in patria

1997-1998: OK Computer, l’acclamazione di pubblico e critica

1999-2001: Kid A e Amnesiac, la sperimentazione

2002-2004: Hail to the Thief, il ritorno alle origini e una pausa

2005-2008: In Rainbows, “paghi quanto vuoi”

2009-2011: The King of Limbs

2015-2016: progetti vari, A Moon Shaped Pool

2017: il ventennale di OK Computer

 

http://www.radiohead.com

 

“Creep”: https://www.youtube.com/watch?v=XFkzRNyygfk

“Karma Police”: https://www.youtube.com/watch?v=1uYWYWPc9HU

“Street Spirit”: https://www.youtube.com/watch?v=LCJblaUkkfc

“Daydreaming”: https://www.youtube.com/watch?v=TTAU7lLDZYU

“Just”:  https://www.youtube.com/watch?v=oIFLtNYI3Ls

 

RECENSIONE

Di Max Salari

 

RADIOHEAD – OK Computer

Parlophone

Genere: Rock

Support: CD – 1997

Rock & Words certi capolavori non deve ignorarli, se poi sono i Radiohead a comporli, la manchevolezza assumerebbe connotati esagerati. Pescare dalla loro qualitativa discografia è un compito quantomeno velleitario, ma inevitabile, quasi è meglio fare la conta come quando si gioca da bambini.

Personalmente sono attaccato a molti dei loro lavori, ma “Ok Computer” ritengo che goda di una vita propria rispetto agli altri. Tutto gira alla perfezione , il Rock disturbato riesce a scavare dentro, un malessere che a volte riesce ad affiorare, a differenza di molti altri dischi della band. Un viaggio unico, composto da tasselli umorali che intersecano perfettamente fra di loro, formando in conclusione un puzzle futuristico dove androidi ed alieni si scontrano in ambientazioni bizzarramente fantasiose e psicologicamente introverse. Si, il disco lavora nella mente, la nostra, la graffia e la conduce in stanze dove accadono strane cose.

“Airbeg” apre il concept ed è uno dei momenti più Rock che ci attendono, assieme a “Climbing Up The Walls”. La successiva “Paranoid Android” è un successo planetario, chi non ricorda il video a cartoni animati dove un bambino fugge, vive una storia malsana, con episodi al limite del grottesco per poi rifugiarsi sopra un lampione? Ecco, questo è il senso della musica dei Radiohead, malessere intriso di improvvisa rabbia, quasi uno scatto incontrollato, intriso di malinconica melodia, quella che sa anche strappare lacrime. Suoni fluttuanti, sognanti e spaziali, quelli successivamente usati anche dai Porcupine Tree in “Subterranean Homesick Alien”. La malinconia diventa disperazione in “Exit Music (For A Film)”, alla fine del brano anche gridata, con tutta la forza dalla meravigliosa voce del leader chitarrista Thom Yorke , interprete di rara brillantezza. Il Mellotron dona al brano profondità ed oscurità, proprio come i maestri del Progressive King Crimson seppero fare nel lontano 1969. Certe sonorità vengono emulate da molti altri gruppi a venire, anche di successo, come ad esempio i Muse, ma certi livelli non si possono raggiungere così a caso. Il brano più famoso del disco si intitola “Karma Police”, a detta di molti uno dei più belli della loro carriera e se non lo avete presente provate a ricordare quel video dove l’inquadratura di un muso di macchina rincorre lentamente una persona che fugge a piedi . Altro pezzo da novanta ed ennesimo estratto dall’album è “No Surprises”, con quel refrain fanciullesco ed accattivante allo stesso momento, un altro tassello di malinconia. Si scava, si scava ancora più a fondo ed il lavoro prosegue con l’addolorata “Lucky” e si conclude con enfasi, come meglio non si potrebbe con “The Tourist”.

Alla fine dell’ascolto si è colti da appagamento, una sensazione che sfinisce, come una lunga corsa, una notte sfrenata di sesso, un orgasmo sonoro di quelli che non ti scordi più nella vita. Francamente mi resta difficile pensare che ci siano persone che possano rimanere indifferenti a cotanto ascolto, per carità, i gusti musicali di ognuno di noi sono imprescindibili, ma quando la musica è arte, beh, allora non ci sono gusti che reggano, c’è solo da ascoltare e cercare di capire.

I Radiohead sono per certi versi un gruppo alternativo coraggioso, che osa esplorare nuove strade del rock e non è sbagliato l’accostamento con i Pink Floyd, sono quelli che allora mi hanno dato lo stesso motivo per amarli. Che siano più Progressive loro che migliaia di altri gruppi odierni? Finalmente una recensione dove posso gridarlo: Capolavoro! MS

Una delle band che più si rifanno ai maestri RADIOHEAD sono i MUSE

Il trio composto da Matthew Bellamy, Chris Wolstenholme e  Dominic Howard si sta avvicinando sempre più ad un Rock alternativo elettronico, pur cercando nuove strumentazioni. I brani girano nelle radio e ad MTV, in primis “Madness”, ma quello che voglio sottolineare con questa mia breve considerazione è che i Muse non sono come tutti gli altri. Crescono, si ingegnano, trovano melodie già fatte, questo si (poveri Radiohead, scippati in ogni dove), ma lo fanno con grande professionalità, stile e tecnica! Ogni disco è un piacere ascoltarlo e udite udite, la cosa più incredibile per un lavoro di oggi è che il tutto si fa ascoltare con piacere, non solo le hit. Maestri. Di chi parlo, ovviamente di:

 “The 2nd Law”.

 https://www.youtube.com/watch?v=Ej8rdi-cwdw&list=PL54431cQSETCL_aiFfRzZXab03f3Y8jk7

 

Secondo la scienza, il Sistema Solare suona come una canzone dei Radiohead:

https://auralcrave.com/2018/03/23/secondo-la-scienza-il-sistema-solare-suona-come-una-canzone-dei-radiohead/

 

 

BUONA PASQUA A TUTTI VOI

 

ROCK & WORDS sono Fabio Bianchi e Massimo “Max” Salari. Insieme raccontano la storia della musica Rock e dintorni, l’evoluzione e come nascono i generi musicali, tutto questo in conferenze supportate da audio e video . Assieme sono nel direttivo dell’associazione Fabriano Pro Musica.

FABIO BIANCHI: Musicista, suona batteria e tromba. Ha militato in diverse band fra le quali i Skyline di Fabriano e l’orchestra Concordia.

MASSIMO “Max” SALARI: Storico e critico musicale, ha scritto e scrive in riviste musicali di settore e webzine come Rock Hard, Flash Magazine, Andromeda, Rock Impressions, Musica Follia, Flash Forwards ed è gestore del Blog NONSOLO PROGROCK. Per sei anni è stato vicepresidente di PROGAWARDS, premio mondiale per band di settore Rock Progressivo e sperimentale.

PER CONTATTI: rockandwordshistory@gmail.it

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