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SE NON C’E’ LAVORO NON C’E’ FUTURO, COME CAMBIA LA CITTA’

Fabriano – La città cambia volto. Calano i residenti di Fabriano, le aziende sono da anni in difficoltà, chiudono 4 filiali di Intesa San Paolo (ex Carifac, ex Veneto Banca) per posizionare 11mila correntisti nel Palazzo di Vetro di via don Riganelli nel silenzio generale, si punta sul turismo per invertire la rotta. Intanto sono 47 le famiglie del comprensorio in attesa di sfratto, circa 3.900 i disoccupati che non hanno perso le speranze e continuano ad iscriversi al Centro per l’Impiego (l’anno scorso erano 5mila). Soffrono pure Asili, mense e scuolabus della città della carta. Negli ultimi 7 anni sono più che dimezzate le iscrizioni agli asili nido comunali, due dei quali sono stati chiusi. Nel 2011 erano 122, ora 55. Riguardo alle mense, dai 2.130 iscritti del 2011, oggi sono 1.503 gli studenti che mangiano a scuola. Gli utenti che prendono il pullman sono passati da 727 a 306.

Sui numeri drammatici di un comprensorio in difficoltà e a rischio spopolamento (quota 29mila è sempre più vicina e ritornare sopra ai 30mila sarà molto difficile), interviene Andrea Riccardi, segretario Cna Fabriano: “Servono interventi volti a rilanciare il tessuto produttivo e riqualificare il centro storico e la periferia”. Un appello rivolto all’Amministrazione comunale che proprio oggi, 28 marzo, approverà il bilancio in consiglio. La seduta, a Palazzo del Podestà, avrà inizio alle ore 9. “La crisi che ha colpito il territorio negli ultimi anni ha costretto molte imprese a chiudere i battenti e altre a ridurre la forza lavoro e questo ha avuto ripercussioni negative sul numero della popolazione residente. Servono politiche volte a sostenere le imprese – spiega Andrea Riccardi. – In questi giorni ho preso contatti con il sindaco Gabriele Santarelli per organizzare un incontro urgente, in modo da mettere sul tavolo idee e proposte per aiutare chi fa impresa e incentivare i giovani a investire sul territorio e ridurre la burocrazia”.

Calano i residenti 

Gli effetti della crisi economica e della mancanza del lavoro si vedono e come anche se quasi tutti i ristoranti, per Pasqua, sono quasi al completo per il pranzo festivo. Fabriano sotto la soglia dei 30mila abitanti ed entro l’anno il dato potrebbe peggiorare con la fine degli ammortizzatori sociali. Calano gli stranieri di 290 unità. 607 gli emigrati altrove nel 2017. E’ la fotografia che descrive la situazione complicata che sta vivendo la città della carta dopo anni di crisi industriale. Il trend della popolazione in diminuzione, infatti, non si arresta. Sono 30.807 i residenti al 31 dicembre 2017. E nel corso dei primi tre mesi del 2018 il dato continua a calare e a scendere, di poco, sotto ai 30mila. A fine 2015, i residenti a Fabriano erano 31.521, ma già a dicembre 2016, il dato era sceso a 31.284. Da quando è iniziata la crisi economica, nel 2008, in città si sono avuti quasi mille residenti in meno. Difficoltà percepite sia dai fabrianesi che dagli immigrati. Calano, infatti, anche i cittadini stranieri che passano da 3.610 di fine 2015, a 3.447 di dicembre 2016, e, a fine dicembre 2017, a quota 3.157: sono 290 gli stranieri in meno nell’ultimo anno. In contemporanea cresce anche l’emigrazione: tanti i single, soprattutto giovani, che decidono di trasferirsi all’estero nella speranza di trovare più fortuna. Una scelta presa anche dagli stranieri. Lo scorso anno sono state 607 le persone emigrate da Fabriano. A questi dati bisogna aggiungere tutti coloro che si sono già trasferiti altrove, ma non hanno ancora modificato la residenza.

Meno filiali

Banca Intesa San Paolo (ex Carifac ed ex Veneto Banca) rivoluziona la città di Fabriano: entro maggio, infatti, chiuderanno le 4 filiali ancora aperte per trasferire tutto in un’unica grande sede presso via Don Riganelli. Escluso il taglio dei dipendenti. Peccato che diversi quartieri di Fabriano perderanno servizi importanti e di primaria importanza. L’istituto bancario ha già dato il via a una serie di lavori nella grande filiale che diventerà un quartier generale vero e proprio per tutto il centro Italia. Salvo colpi di scena il 7 maggio dovrebbero chiudere le filiali di piazzale Matteotti, quartiere Pisana; Corso della Repubblica, l’ufficio storico della Cassa di Risparmio di Fabriano e Cupramontana; quella di via Martiri della Libertà, zona Borgo e di via Dante dove è situata Banca dell’Adriatico che appartiene al Gruppo Intesa. I circa 11mila correntisti, quindi, verranno tutti, in caso di conferma di questo piano allo studio da mesi, trasferiti nella filiale unica di via Don Riganelli che verrà potenziata e dove troveranno spazio molti sportelli con operatore per evitare lunghe file. Tra le incognite quelle del parcheggio: in zona, infatti, non ci sono molti spazi per lasciare l’auto e correre in banca per effettuare tutte le operazioni del caso. Anziani preoccupati: “Scompare la banca sotto casa – confidano alcuni – e saremo costretti ad attraversare la città per andare in banca”. Un problema non di poco conto in un comprensorio dove aumentano gli anziani che hanno anche poca dimestichezza con la tecnologia e lo sportello bancomat. I fabrianesi non sono nuovi a queste decisioni: a ottobre 2015, infatti, furono soppressi gli sportelli, allora Veneto Banca, di piazza Garibaldi (l’unica filiale allora aperta anche il sabato mattina vista la vicinanza con il mercato settimanale) e quella di via XIII Luglio, quartiere Piano. Poi toccò anche ad Albacina. Per il momento resteranno operativi gli sportelli di Sassoferrato, Cerreto d’Esi, Serra San Quirico, Arcevia, Cupramontana e Staffolo.

Sfratti dietro l’angolo

A Fabriano, ad oggi, sono 34 le famiglie con sfratto in attesa. Vuol dire che quando le autorità preposte arriveranno a suonare alla porta per la terza volta, lo sfratto sarà esecutivo. Questo numero sale a 47, quindi 13 in più, se consideriamo anche gli altri Comuni dell’Ambito 10: Sassoferrato, Genga, Cerreto d’Esi e Serra San Quirico. Sono già scesi in campo sia l’Amministrazione comunale che i privati. L’assessore Simona Lupini annuncia che i Servizi Sociali di Palazzo Chiavelli “stanno costruendo un progetto risolutivo con soluzioni durature per dare ossigeno a queste persone. Il Comune di Fabriano – spiega – intende partecipare a un bando molto consistente dal punto di vista economico per avere fondi necessari per dare risposte concrete a chi si trova in difficoltà”. C’è, intanto, una equipe a lavoro che vede anche la partecipazione delle associazioni per monitorare la situazione. Sono circa mille le famiglie che, nel 2017, si sono rivolte alla Caritas della Diocesi.

Tutto questo senza parlare del problema legato al terremoto del 2016.

Marco Antonini