“NON CHIUDETE LA STAZIONE DI ALBACINA”

Non chiudete la stazione ferroviaria di Albacina! E’ l’appello di un gruppo di residenti della popolosa frazione che ha dato il via al distretto del bianco nel Fabrianese con Aristide Merloni che fondò, nel 1930, a poche centinaia di metri dalla stazione, l’Industria Merloni. La seconda stazione dell’entroterra, secondo alcuni, potrebbe essere depotenziata e a rimetterci potrebbe essere proprio la linea per Civitanova già oggetto di molte critiche da tempo per colpa della lentezza dei mezzi e dei ritardi che spesso si accumulano nonostante non ci siano in contemporanea più treni in circolazione. Oggi il sindaco Gabriele Santarelli incontrerà l’assessore regionale Angelo Sciapichetti per cercare di saperne di più. All’origine di questa paura c’è una normativa che prevede la presenza di un sottopasso per evitare di attraversare, nel vero senso della parola, i binari. Eh sì perché di binari qui ce ne sono ben quattro con banchina adibita al servizio passeggeri. Il primo è usato per precedenze della linea Ancona-Roma, il secondo è di transito e di fermata per la tratta Roma-Ancona. Dal terzo, invece, si dirama la ferrovia Civitanova Marche-Albacina, per l’appunto, che negli ultimi anni, in alcune ore della giornata non è più diretta, ma ha il cambio a Macerata. Dal binario quattro partono sia le coincidenze per Civitanova che le precedenze per altre destinazioni verso la costa Adriatica o verso l’Umbria in caso di più treni in entrata in stazione soprattutto nelle ore di punta. Sulla vicenda interviene il primo cittadino che proprio oggi incontrerà l’assessore regionale ai Trasporti, Sciapichetti. “La Regione Marche – spiega – ha escluso la possibilità della chiusura della stazione di Albacina, però fin quando non riusciremo a parlare con i rappresentanti delle Ferrovie dello Stato non possiamo stare completamente tranquilli”.

In altre stazioni italiane, comprese quelle della Vallesina, negli ultimi anni sono partiti i lavori per costruire un sottopasso ed evitare che i pendolari attraversino i binari per raggiungere treno, auto o pullman all’ingresso della stazione. Al momento, purtroppo, i lavori non riguarderanno questa stazione. C’è però da dire che il primo dicembre 2016 è stato approvato dal Cipe il Piano Operativo 2014-2020 con il quale sono stati stanziati 39 milioni di euro per l’elettrificazione della linea ferroviaria che ferma a Cerreto d’Esi e poi in ben due sedi universitarie: Castelraimondo-Camerino e Macerata. Dei lavori, al momento, nessuna traccia. Una linea non elettrificata, ancora, con unico binario, presa d’assalto non solo dagli studenti ma da coloro che, da Sassoferrato, Genga e dai paesi della montagna raggiungono la stazione per andare a Civitanova, Jesi, Ancona, Fabriano, Foligno o Roma senza fare chilometri e chilometri di strada. Alcune caratteristiche tecniche della linea Albacina-Civitanova: lunghezza: 94,71 km; coordinamento esercitato con Dirigente Centrale Operativo con sede a Bari Lamasinata; la velocità massima dei regionali è di 115 km/h verso Corridonia, 65-75 km/h tra Tolentino-Albacina; tra 95 e 130 km/h tra Albacina e Fabriano. Raggio di curvatura minimo: 230 metri. Lungo la tratta sono presenti 20 viadotti, 9 gallerie, 45 passaggi a livello. Dopo l’Officina manutenzioni di Fabriano che ha smesso di lavorare il 1 gennaio 2016, ora la paura è per la stazione di Albacina, capolinea dei treni della Fabriano-Macerata-Civitanova molto frequentata dai pendolari per raggiungere il sud della Regione con i nove treni a gasolio Swing in funzione da due anni che transitano dalle 5 del mattino alle 22 della sera.

Marco Antonini