PIU’ DI 90 PERSONE PER IL CORSO PER OPERATORI CULTURALI ECCLESIASTICI

Si è concluso brillantemente il primo Corso di formazione per operatori dei beni culturali ecclesiastici, organizzato dalla Diocesi di Fabriano-Matelica e dall’Associazione FaberArtis, un’associazione culturale il cui scopo è quello di operare, in collaborazione con la Diocesi stessa, a titolo gratuito, per la tutela, conservazione e valorizzazione del patrimonio storico-artistico-culturale e architettonico, con particolare riferimento a quello di proprietà degli Enti ecclesiastici. Il corso, con il patrocinio del Comune di Fabriano e il sostegno dell’8 per mille alla Chiesa italiana,  si è svolto presso la Biblioteca multimediale di Fabriano “R.Sassi”, tutti i martedì e giovedì, e ha visto la partecipazione di più di 90  persone, tra cui molti giovani, che hanno frequentato le lezioni con interesse e assiduità.

“Ha aperto il corso, con la sua interessantissima prolusione – racconta lo staff direttivo dell’Associazione – il nostro Vescovo, Mons. Stefano Russo, che ha posto l’accento sull’importanza della conoscenza e della coscienza dei beni culturali ecclesiastici, anche al fine del carattere identitario e insostituibile degli stessi. Tale concetto è stato ripreso, successivamente, dagli autorevoli studiosi  Don Ugo Paoli e da Padre Ferdinando Campana, che hanno evidenziato,  Don Ugo, il grande ruolo svolto dal monachesimo antico, in particolare benedettino e silvestrino, Padre Ferdinando, l’influenza di  San Francesco e lo sviluppo del francescanesimo nel nostro territorio fabrianese; sviluppo  che ha permesso di veicolare, in esso, modelli non solo di tipo istituzionale, spirituale  e religioso,  ma anche culturale, artistico, sociale ed economico.  Le due interessantissime lezioni hanno tenuto viva l’attenzione dei numerosi corsisti e permesso loro di rivisitare le proprie radici, anche alla luce delle sfide che provengono dalla società contemporanea”.

A queste interessanti lezioni sull’importante influenza esercitata dal cristianesimo, attraverso la spiritualità  di Benedetto, Romualdo, Silvestro e Francesco, sulla nostra città e territorio, sono seguite altre lezioni, tenute dai noti Professori e critici d’arte: Giampiero Donnini e Fabio Marcelli, sulla pittura e la scultura fra ‘200 e ‘400. Con una interessante lezione particolare attenzione è stata dedicata, dal Donnini, alla scuola pittorica e scultorea fabrianese del ‘300, con il Maestro di Campodonico e il Maestro dei magi, mentre dal Marcelli, con una lezione altrettanto interessante sono state evidenziate la grandezza e preziosità  di Allegretto Nuzi, dei suoi seguaci e del grande Gentile da Fabriano, attraverso anche  un interessantissimo  tema iconografico, quale quello della Madonna dell’umiltà nelle Marche tra XIV e XV secolo.

Queste lezioni hanno permesso ai corsisti di ripercorrere, accanto alla fiorente tradizione culturale ed economica, anche  la raffinata e preziosa tradizione artistica del nostro territorio dal ‘200 al ‘400 e di porre l’attenzione non solo sulla funzione estetica della stessa, ma anche su quella etica e spirituale. La fruizione dell’arte, soprattutto  sacra, infatti,  permette di attivare un percorso non solo di tipo estetico, ma anche di tipo spirituale e liturgico, come hanno dimostrato autorevolmente il liturgista Don Mario Cataldi, affrontando il tema relativo al rapporto tra arte e liturgia, con una bellissima lezione sull’evoluzione stilistico-architettonica dell’edificio ecclesiastico, e il Prof. Massimo Papetti, già conservatore dei musei sistini del Piceno, con una interessantissima lezione sull’Iconografia dei Santi. Il progetto si è concluso con una interessantissima lezione del Prof. Marcelli sulla Cattedrale di San Venanzio, a cui è seguita una graditissima visita guidata. Con la fine Corso le attività dell’Associazione culturale, in collaborazione con la Diocesi di Fabriano-Matelica, non si sono concluse. “Anzi – riferiscono gli organizzatori – il Corso ha costituito la tappa iniziale di un percorso programmatico, che guarda già ad altri progetti ispirati a due importanti linee guida, la prima delle quali è quella di fare sistema, creando una piccola rete dei beni culturali ecclesiastici, attraverso il progetto “Chiese aperte”, volto non solo a tenere aperte le Chiese, ma anche a metterle in rete tra di loro e tra di loro e il Museo diocesano. La seconda è quella di “Lavorare per i giovani e con i giovani”, creando insieme ai giovani  progetti volti a favorire non solo la conoscenza e la coscienza dei beni culturali che sono nelle nostre Chiese, ma anche progetti volti ad  orientare e indirizzare, attraverso la conoscenza e la valorizzazione dei beni culturali e artistici ecclesiastici, i giovani stessi al lavoro”.