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MECENATISMO ED ARIA FRITTA

Non mi fa specie che il sindaco Santarelli abbia intenzione di sostituire la “porta dell’infinito” dell’artista Nobili, alla rotatoria del centro commerciale, con la sorprendente giustificazione “che non piace”, mi inquieta che tale questione abbia rinfocolato eroici furori e crociate indiavolate presso coloro che portano la responsabilità di ben altre nefandezze. Fabriano ha la memoria corta come un po’ tutta l’Italia. Cercherò di essere più chiaro: se un organismo pubblico decide di patrocinare un’opera, ordinarla o sostituirne un’altra è nelle sue prerogative (la storia dell’arte italiana è frutto di pratiche del genere) ma tutto questo dovrebbe far coincidere universalità, qualità e significato.

Ora quelli che si indignano per la futura “asportazione” della giunta Santarelli come se fosse un crimine di lesa maestà contro la città e invocano l’azione della soprintendenza, sono gli stessi che se ne fregarono delle regole, delle ingiunzioni, della legge e dei vincoli storici quando patrocinarono l’atrio dei Giganti di un noto artista locale nell’atrio del teatro comunale una decina di anni fa. In quel caso la conca tutta insieme operò addirittura con una raccolta di firme per evitare la “rimessa in pristino dello status quo ante” perché così si era espressa allora la soprintendenza. Dopo la cosa scemò, e per chissà quale motivo il soprintendente in carica dopo poco tempo fu sostituito da un altro. Stesse polemiche aveva provocato qualche anno prima il famoso “Stage affresco” voluto dalla azienda di promozione turistica in sinergia con altri enti che ebbe come risultato la bizzarra diffusione in luoghi pubblici e privati della città di “dipinture improprie” (nel complesso abbastanza raffazzonate) che qualche curioso può ancora ammirare, si fa per dire, in comunità montana, alla stazione, in qualche scuola e da ultimo nelle adiacenze di via Verdi. Per ironia della sorte uno dei due affreschi di via Verdi fu fagocitato dallo stesso muro (evidentemente pregno di antiche colle) e costrinse il sindaco di allora a una cancellazione rapida.

Potrei continuare con la lista delle nefandezze in dare, ma ecco ci sono anche quelle in togliere, che bruciano di più perché vengono perpetrate a danno di artisti riconosciuti ma snobbati e parlo ancora una volta delle opere di Mannucci e Uncini che non hanno mai del tutto stimolato (è un eufemismo) il mecenatismo dei feudatari locali. Ne è prova incontrovertibile la recente scoperta dell’abbandono in cui versa una nota opera del maestro informale scandalosamente appoggiata (anche questo è un eufemismo) in un deposito improvvisato, mi dicono addirittura in campagna. E non ci si nasconda dietro un dito col fatto che si tratterebbe di opera di proprietà di ente privato. La responsabilità civile della città non cambia per questo.

Dunque i fautori delle polemiche intorno al mecenatismo e alla rotatoria dovrebbero tacere per decenza. Al sindaco Santarelli invece auguriamo di non cadere nel localismo affidandosi per l’elaborazione di un nuovo progetto  ai soliti cortigiani di regime e di guardare avanti nell’ottica del riconoscimento che Fabriano ha grandi scultori riconosciuti dall’intera comunità dell’arte ma pochissimo dalla propria città.

Alessandro Cartoni