MIGLIORARE LA MACCHINA COMUNALE, PARLANO I SEI CANDIDATI

Migliorare la macchina comunale ascoltando le esigenze dei dipendenti e le lamentele dei cittadini. I candidati sindaco studiano come rilanciare l’attività del Comune di Fabriano. Per Silvano D’Innocenzo, lista civica Janus, la prima cosa da fare è quella di “rivedere gli equilibri comunali dei dirigenti e riformulare gli incarichi dei lavoratori che dovranno verbalizzare quotidianamente ciò che viene fatto durante il servizio”. Vincenzo Scattolini, candidato Fratelli d’Italia, Lega e lista Scattolini sindaco inizierà studiando l’apparato comunale e ascoltando i cittadini. “Vedremo cosa non funziona – ha detto – poi faremo in modo che l’assessore torni a coordinare tutto il suo settore”. Per Vinicio Arteconi, Fabriano Progressita, “Il personale è una risorsa. Valorizzeremo la centralità e la qualificazione di tutti i dipendenti, studiando, con i sindacati, dei percorsi premiali valutati non solo rispetto agli obiettivi prefissati – ha spiegato – ma dai risultati prodotti”. Giovanni Balducci della coalizione Insieme per Fabriano con Pd e liste Fabriano popolare, Rinascimento, Liberamente-la Fabriano di domani, punta all’ottimizzazione degli uffici attraverso la verifica del raggiungimento effettivo degli obiettivi. “L’amministrazione – ha ribadito – dovrà essere più trasparente e partecipata dai cittadini per creare i presupposti per assicurare l’ascolto delle esigenze di tutti”. Per Crescenzo Papale, Partito Comunista dei lavoratori, “serve il coinvolgimento della cittadinanza. La gente se si trova davanti a un’ingiustizia non sa come farsi ascoltare. Dobbiamo andare contro il rigido protocollo per una rivoluzione democratica in Comune”. Gabriele Santarelli, Movimento 5 Stelle, precisa che “una delle prime azioni sarà un’attenta valutazione del funzionamento degli uffici e delle competenze del personale. Verrà svolta un’indagine tra i dipendenti per valutare il loro grado di soddisfazione e a raccogliere suggerimenti per il miglioramento dei processi interni”.

Marco Antonini