RAFFAELLO, IL PRINCIPE DELLE ARTI, IN VISIONE SPECIALE

In questi giorni sui maxischermi d’Italia è in programmazione il film d’arte Raffaello e il principe delle arti, una produzione in collaborazione coi Musei Vaticani. Raffaello Sanzio, nato ad Urbino, insieme a Michelangelo è il più grande artista del Rinascimento italiano. Diversamente dal Buonarroti, Raffaello riuscì a creare una vera e propria scuola di giovani che collaborarono con lui alle più grandi imprese degli anni romani. Per certi aspetti rivali nella Roma Pontificia, erano in realtà due personaggi molto differenti, Raffaello più abile socialmente, riuscì ad attingere al linguaggio figurativo degli altri artisti a lui contemporanei, creando una bottega molto attiva. Nel contesto di Urbino e dei Montefeltro apprese le tecniche dal padre Giovanni Santi e la prospettiva e il disegno di Piero della Francesca, a 17 anni è già magister,in Umbria fa il salto avanti ed assimila la grazia e la nobiltà graziosa delle figure del Perugino e il gusto decorativo del Pinturicchio. A Firenze entra in contatto con Leonardo e Michelangelo nello splendido contesto rinascimentale della città toscana, di questo periodo sono le meravigliose, per grazia, eleganza e raffinatezza in un contesto naturale : Madonna del Cardellino e la Madonna del Prato. Prima di lasciare Firenze, realizzò l’opera forse più ambiziosa, la Deposizione di Cristo dipinta per Atalanta Baglioni datata 1507, il corpo di Cristo morto è abbandonato in grembo alla sua giovane madre che svenuta dal dolore viene sorretta da una delle Marie.La fama del pittore giunse a Roma, dove il Papa Giulio II, al secolo Giuliano Della Rovere molto legato alla corte di Urbino, gli affidò l’incarico, licenziando tutti gli altri pittori, per la decorazione delle Stanze Vaticane. I lavori cominciarono nel 1508 dalla stanza detta della Segnatura che ospitava la biblioteca privata del Papa. Qui dipinse gli affreschi della Disputa del sacramento, della Scuola di Atene e il Parnaso. Poi tra il 1511 e il 1513 eseguì gli affreschi nella Stanza di Eliodoro, con Eliodoro cacciato dal tempio, nel quale come nella Scuola di Atene, l’architettura occupa l’intero sfondo. A Roma realizzò anche la Madonna di Foligno, la Madonna del Velo e il bellissimo ritratto di Papa Giulio II che è ora a Londra. Sotto il pontificato di Leone X, di cui realizzerà un altro celebre ritratto agli Uffizi, e alla morte di Bramante, Raffaello è nominato architetto della fabbrica di San Pietro. Tra il 1514 e il 1516 dipinse due pale d’altare: l’Estasi di Santa Cecilia a Bologna e la Madonna Sistina contemporaneamente eseguì alcuni ritratti di personaggi illustri tra i quali il ritratto di Baldassarre Castiglione, conservato al Louvre e la Velata.

Tra le ultime opere abbiamo il Doppio ritratto del Louvre, la Visione di Ezechiele a Palazzo Pitti a Firenze e la Trasfigurazione alla Pinacoteca Vaticana a Roma per il Cardinale Medici, opera di grande intensità. Raffaello morì a 37 anni all’improvviso, il 6 aprile del 1520 nel giorno del suo compleanno, notizia che sconvolse gli ambienti romani, lo stesso Vasari ricordando la Trasfigurazione posta vicino il corpo del Sanzio, esaltò il dolore che colse e travolse tutti coloro che vissero e parteciparono all’ultimo saluto. La tomba del grande pittore è al Pantheon in Roma, l’epitaffio Ille hic est Raphael, timuit quo sospite vinci rerum magna parens et moriente mori. qui giace Raffaello, da lui, quando visse, la natura temette d’essere vinta, ora che egli è morto, teme di morire…è stato scritto da Pietro Bembo, celebre poeta e letterato suo grande amico.

Francesco Fantini