Rubriche

JANNIS KOUNELLIS, UN RIVOLUZIONARIO MAESTRO DELL’ARTE POVERA

Alcuni giorni fa ci ha lasciato uno dei più grandi artisti contemporanei, maestro dell’arte povera, Jannis Kounellis. A chi gli chiedeva della sua arte diceva sempre che voleva “uscire dal quadro, dall’opera”, non voleva rispettare la cornice, il perimetro, ma obiettivo era lasciarsi alle spalle le regole, osare, arte come innovazione, per lui Pollock era ai livelli di Caravaggio perchè era avanti. Ammirava l’arte rivoluzionaria di Pollock, l’action painting espressione vivace e rivoluzionaria delle avanguardie oltreoceano, era attratto dai grandi della storia dell’arte come Masaccio, Caravaggio e Tiziano. Originario del Pireo, veniva dal mare, ma da una vita aveva scelto Roma come sua dimora, conosceva la Cina, il Sudamerica, la Russia, dove erano celebri le sue esposizioni. Risalgono al 1967 le prime mostre ideologicamente vicine al movimento dell’arte povera nelle quali l’uso di prodotti e materiali di uso comune suggeriscono per l’arte una funzione radicalmente creativa, mitica. Evidenti sono anche i riferimenti alla grecità delle sue origini. Le sue installazioni diventano delle vere e proprie scenografie che occupano fisicamente la galleria e circondano lo spettatore rendendolo attore protagonista in uno spazio che inizia anche a riempirsi di animali vivi, contrapposti alle geometrie costruite con materiali che ci riportano alla produzione industriale. Negli anni più recenti l’arte di Kounellis si è fatta virtuosamente manieristica e ha ripreso temi e suggestioni che l’avevano caratterizzata in precedenza con uno spirito più meditativo. Esempi di questa nuova direzione di ricerca sono l’installazione del 1995 in piazza Plebiscito, a Napoli, e quindi le mostre in Messico, Argentina e Uruguay. Nel 2002, l’artista ripropone l’installazione dei cavalli alla Whitechapel di Londra e, poco dopo, alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma costruisce un enorme labirinto di lamiera lungo il quale pone, quasi fossero altrettanti approdi, gli elementi tradizionali della sua arte, come le “carboniere”, le “cotoniere”, i sacchi di iuta e i cumuli di pietre -“Atto unico”. Kounellis sempre attratto dagli aspetti materici, dai materiali poveri, tipici dell’arte di un Burri, era anche interessato alle sperimentazioni di un Fontana che tendeva ad andare oltre la superficie del quadro.

ff