CARAVAGGIO, IL CAPOLAVORO ASSOLUTO DELLE “SETTE OPERE DI MISERICORDIA”

Nel cuore di Napoli in Via dei Tribunali, a due passi dal Duomo possiamo ammirare uno dei capolavori più impressionanti, intensi del tormentato talento del Caravaggio. A Pio Monte della Misericordia troviamo la grande pala, un olio su tela completato nel 1607: le Sette Opere di Misericordia, le attività di beneficenza dell’Ente ispirate alle opere di misericordia corporale. Tale Confraternita era la più attiva e potente della città. Il Pio Monte si occupava di vestire gli ignudi, visitare gli infermi, ospitare i pellegrini, dare da bere agli assetati, e cibo agli affamati, confortare i carcerati e seppellire i morti. Caravaggio dopo essere fuggito da Roma, giunse a Napoli in un contesto fuori controllo esattamente quello che serviva ad un fuggiasco come lui che si sentì a suo agio in quel disordine animato dall’improvvisazione giornaliera. Qui ricevette dal Pio Monte l’incarico di raffigurare le opere della Misericordia dietro un lauto compenso, una cifra di circa 470 ducati. Forte realismo, sembra un’istantanea, completezza dell’opera nei dettagli delle storie: Caravaggio si supera e rappresenta la vita della strada, i sette atti di virtù, ricchi e poveri, nobili e umili sono rappresentati di notte in una scena di strada, nel caos di un vicolo buio dei Quartieri, il tutto illuminato dalla luce di una sola fiaccola. Come un vero regista mette in atto sette storie diverse animate da una tensione formidabile. Una donna popolana allatta un vecchio che si sporge dalla cella, un gentiluomo sguaina la spada per dividere a metà un mantello con un mendicante nudo, un oste dà da bere ad un assetato che come Sansone si serve di una mascella d’asino,un altro accoglie dei pellegrini di San Giacomo, riconoscibile dala conchiglia, esausti nei loro ampi mantelli, seppellire i defunti è resa con l’immagine dei piedi, solo i piedi di un cadavere tenuto da un monatto sui quali si posa un raggio di luce. Il tutto sotto gli occhi della Vergine col bambino, nelle sembianze di una popolana che si affaccia dal balcone, che osserva la scena, sorretta da giovani tramutati in angeli dalle grandi ali.

Francesco Fantini