VIAGGIO NELLA ”MOVIDA” DEL CENTRO STORICO
Quiete notturna e divertimento a tutti i costi, pur rispettando gli orari di chiusura delle attività commerciali. Atti vandalici e giovani che frequentano le vie del centro di Fabriano fino all’alba: con l’estate che entra nel vivo il problema affligge la città. Da una parte l’ordinanza comunale che permette musica il venerdì e il sabato fino alle 2 di notte, dall’altra chi vuole riposarsi pur tenendo le finestre aperte per il troppo caldo e chi ha paura che divertimento è sinonimo di degrado, di abuso di alcol e dispetti vari. Ne è una prova l’ennesimo episodio di disagio avvenuto poco lontano dal centro. Una serie di auto parcheggiate in viale Stelluti sono state rigate con una chiave e i proprietari hanno sporto denuncia contro ignoti. Serviranno diverse centinaia di euro di lavoro in carrozzeria per sistemare gli sportelli delle macchine graffiate con l’amarezza per un fatto che, ormai, si ripete spesso. Nel mirino il divertimento che prende il sopravvento con la noia e provoca danni che si potrebbero evitare affinchè nessuno faccia, per usare un proverbio, “di tutta l’erba, un fascio”. “A quelle persone incivili che in piena notte, dopo l’ennesima sbronza, si divertono a sfregiare i vicoli del centro storico rompendo bottiglie o lasciando rifiuti di cibo – ha scritto Paolo su Facebook – ricordo che in quei vicoli hanno libertà di gioco i bambini e che le strade vanno tenute pulite più di una casa, perché appartengono alla collettività di cui fanno parte anche le persone che purtroppo andrebbero rieducate. L’inciviltá non ha confine o appartenenze sociali, ma la cosa bella è che se tutti noi ci adoperiamo per la bellezza, i piccoli cultori del brutto perderanno”. Alcol, degrado e schiamazzi notturni come emergenza sociale vanno combattuti con severità. E’ quello che chiedono gli abitanti di via Balbo. La fine dell’epoca dormitorio con le fabbriche che dettavano la sveglia mattutina molto presto ha determinato l’apertura di diverse attività commerciali che stanno facendo del loro meglio per animare il tempo libero di giovani e non che non scelgono per forza di divertirsi in un’altra città. I residenti, però, sono stanchi e chiedono un’inversione di rotta. “Il problema è sia la maleducazione e l’incapacità di divertirsi senza bere troppo e lo scarso amore per la propria città. Più che penalizzare i locali o limitare i permessi – ha detto Assunta – io colpirei duramente chi si comporta in modo incivile”. Come in ogni città piccola, dove l’happy hour è arrivato con anni e anni di ritardo, il divertimento fatica ad essere compreso come vettore che muove l’economia. E ai commercianti si chiedono sacrifici anche condivisibili in base alle esigenze personali. “La colpa è dei giovani – ha detto Paola – ma pure la musica è assordante. Fino alle una di notte mi sembra di avere la discoteca dentro casa. Quando si esagera bisogna mettere uno stop altrimenti si esagera. C’è anche il diritto al riposo”. L’ex presidente del consiglio comunale Pariano ha chiesto al sindaco di attivarsi con incontri formativi e controlli da parte della polizia locale, ma poi rimane la domanda: questi locali dove li facciamo aprire se non nel centro della città?
Mentre le forze dell’ordine potenziano i controlli, i volontari di Unitalsi e della Pastorale della Salute, insieme ad alcuni medici di Fabriano, hanno dato vita, da alcuni mesi, al progetto “Presenza silenziosa”. Ogni sabato, dalle 22 alle 3 del mattino, il gruppo si ritrova per le vie del centro storico – e in questi mesi estivi anche nelle sagre del comprensorio – per testimoniare che il divertimento non è sinonimo di sballo. E’ stata garantita, così, una presenza adulta e un aiuto con la speranza che l’iniziativa possa contribuire ad allontanare i disagi attraverso la creazione di un punto di ascolto e testimonianza. Dall’associazione Via Balbo non dorme arriva una precisazione importante. “Non abbiamo avuto problemi di nessun genere – hanno detto. – Sul fatto che dopo l’orario di chiusura dei locali i cittadini rimangano in giro alziamo le mani: non è assolutamente imputabile né ai pub, né a chi organizza serate. Così come non lo sono gli eventuali atti di inciviltà, o il venire alle mani. Ognuno è padrone e responsabile di se stesso e sono proprio l’ignoranza e l’inciviltà che vorremmo arginare creando eventi aperti alla più vasta gamma di pubblico”.
Marco Antonini