PESTICIDI NELLE ACQUE, TERZONI: “NELLE MARCHE LIVELLO CONTROLLI SCONCERTANTE”

“I controlli sulla presenza di sostanze nocive nelle acque delle Marche sono totalmente insufficienti: è un quadro sconcertante quello che emerge che dal rapporto Ispra sulla presenza di pesticidi nelle acque marchigiane relativo al biennio 2013-2014. Se l’allarme riguarda l’intero paese, dove nel 63,9% dei 1284 punti di monitoraggio sono state rinvenute tracce di fungicidi, erbicidi, pesticidi e altre sostanze, nelle Marche la situazione più che preoccupante è del tutto ingannevole. Infatti, stando ai numeri, la nostra è una regione che potrebbe rientrare nel lotto delle più virtuose, non fosse che in rapporto alla presenza di fiumi, torrenti, laghi e falde acquifere, i punti di monitoraggio sono esigui e in molti di essi si cercano pochissime sostanze tra le tante che invece vengono analizzate nelle altre regioni d’Italia. A cominciare dalle acque sotterranee: nella nostra regione sono state “cercate” soltanto 5 sostanze sia nel 2013 che nel 2014: siamo maglia nera in coabitazione con la Puglia. Per quanto concerne invece le acque superficiali, dalle 40 sostanze monitorate nel 2013 si è passati alle 22 del 2014, dato peggiore d’Italia. In attesa di conoscere i numeri relativi al 2015, dove sappiamo già che non troveremo traccia di un incremento dei controlli. Uno scenario che non ci lascia tranquilli, visto che dal 2017 non ci sarà più neanche il Corpo Forestale dello Stato che nel contrasto all’inquinamento delle acque ha sempre fatto tantissimo”. E’ quanto afferma in una nota la portavoce del Movimento 5 Stelle presso la Camera dei Deputati On. Patrizia Terzoni. “Stando al 2014, per quanto riguarda le acque sotterranee – prosegue – i punti di monitoraggio marchigiani sono stati 46. In Umbria invece 151, tanto che nella nostra regione “dirimpettaia” sono stati rinvenuti pesticidi nel 95% dei campioni. Il motivo è semplice: il livello di controlli è più specifico e serio. Da noi i numeri evidenziano un livello di verifiche quasi ridicolo: per le acque superficiali abbiamo la miseria di 30 punti di monitoraggio. Meno della metà della sola provincia di Trento, che ne ha 70. Per una regione solcata da numerosi corsi d’acqua non certo un motivo di vanto. Non rimarremo con le mani in mano ad attendere dati ancora più nefasti: già in commissione Ambiente alla Camera daremo battaglia, perché questo stato di cose va assolutamente invertito”.

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