PASQUA PER RISORGERE, IL MESSAGGIO DI MONS. VECERRICA

‘La Pasqua per risorgere’ è il titolo del messaggio pasquale che Mons. Giancarlo Vecerrica ha scritto alla diocesi di Fabriano-Matelica. Il presule, nominato amministratore apostolico fin quando il vescovo eletto don Stefano Russo non si insedierà ufficialmente il 18 giugno, si è rivolto, ancora una volta, al mondo politico, ai giovani e alle famiglie e si appresta a celebrare la Pasqua per l’ultima volta come vescovo diocesano. “Nonostante il progresso, autentico o camuffato e la buona volontà di chi si impegna per il bene comune – scrive a clero e fedeli – ci accorgiamo che la vita viene meno in ogni momento ed oggi viene sempre più assalita dalla violenza. Così, giustamente, crescono l’ansia e il desiderio di andare a ciò che è fondamentale e radicale per la vita”. Per questo l’ideatore del pellegrinaggio a piedi Macerata-Loreto sprona a non lasciarsi scoraggiare dalle difficoltà ma a guardare oltre. La strada tracciata da Vecerrica tocca tutti. “Coloro che si lasciano attrarre da Gesù risorto si riforniscono della forza della speranza e dell’energia dell’impegno per aprire nuove strade al nostro territorio, dove è urgente ridare vita a tutte le aziende e alle buone operazioni umane, facendo del nostro entroterra un bene anche per coloro che vivono nella costa adriatica con le bellezze paesaggistiche, artistiche e storiche. Le comunità familiari e parrocchiali, le associazioni possono far rifiorire l’amicizia autentica. I politici e gli amministratori possono ritornare ad ascoltare il popolo e a servirlo, senza depauperarlo, come avviene ora, togliendo i sussidi sanitari, conquistati con sacrifici dalle popolazioni di montagna, come la nostra. I giovani, oggi i più delusi, se ascoltati, accompagnati e forniti di mezzi per esprimersi da noi adulti, guardando e seguendo la civiltà dell’amore, possono ritornare protagonisti, invece che costretti a lasciare il loro territorio. Le famiglie – sottolinea don Giancarlo – possono essere costruite e difese con i giovani pieni di speranza, non con le teorie falsamente innovatrici, garantendo loro un lavoro ed una dignità di cui spesso sono privati, prigionieri della precarietà e di disoccupazione”. Non manca un passaggio alle persone che stanno attraversando un periodo complicato. “Non neghiamo uno sguardo di accoglienza verso le persone più in difficoltà e verso gli immigrati che stanno raggiungendo anche il nostro territorio, affinché – ha concluso esortando tutti a partecipare ai riti della Settimana Santa – siano sempre visti come una possibilità di crescita e di bene e non come un ostacolo o un fastidio”.