LA VIA CRUCIS, DA GERUSALEMME AL MONDO

Sembrano, ormai, tante stazioni della Via Crucis: Bruxelles, in questi giorni; e poi anche New York e Parigi, il Kenya e la Tunisia, il Mali e lo Yemen, la Siria, il Mar Mediterraneo e il Mar Egeo… come pure i tanti presidi militari che vediamo moltiplicarsi nelle città, quasi come in un assetto di guerra”. E’ quanto afferma l’ordinario militare per l’Italia, arcivescovo Santo Marcianò, nel suo messaggio per la Pasqua 2016. “E il male inspiegabile, il terrore incontrollabile, le fughe inarrestabili sono – erano già – il dolore, il peso specifico della Croce che il Figlio di Dio ha portato e continua a portare tra le strade del mondo”. Tante Stazioni di una Via Crucis, sottolinea mons. Marcianò, “che, assieme, quasi compongono la ‘guerra mondiale a pezzi’ più volte denunciata da Papa Francesco e ora, a suo stesso dire, sempre più unificata”. “Sotto il peso di questa guerra, di questo terrore, di questo dolore, di questa follia assurda senza apparente via d’uscita, ci sembra che Gesù cada, quasi ci fosse un peso in più sulla Sua Croce già schiacciante. Oggi, venerdì Santo, è uno dei giorni che per i cattolici rappresenta il culmine dell’anno liturgico e il mistero della morte e risurrezione di Cristo. Questa ricorrenza viene osservata con speciali pratiche e riti dai fedeli di molte confessioni cristiane. Come nel Mercoledì delle ceneri, i fedeli sono invitati all’astinenza dalla carne o al digiuno ecclesiastico, che consiste nel consumare un solo pasto durante la giornata. Il digiuno si compie in segno di penitenza per i peccati di tutti gli uomini, che Gesù è venuto ad espiare nella passione. La processione del venerdì santo accomuna i cristiani in tutto il mondo anche se ogni Paese la celebra in modo diverso. Da Gerusalemme a Siviglia da Roma a Manila. Papa Francesco presiede la sua quarta Via Crucis che andrà in onda in diretta Mondovisione Rai dal Colosseo di Roma dalle ore 21.

Ieri, intanto, si sono svolti i riti del Giovedì Santo. Tre musulmani, uno di religione indù, tre donne di religione cristiana copta e cinque cattolici, quattro maschi e una femmina: sono i profughi che hanno ricevuto la lavanda dei piedi da papa Francesco al centro accoglienza richiedenti asilo, di Castelnuovo di Porto. I profughi – fa sapere il Pontificio Consiglio della Nuova evangelizzazione – hanno avuto tutti vicende turbolente e situazioni al limite della sopportazione fisica e psicologica in Paesi dove regna il dolore e la sofferenza dai quali sono scappati per raggiungere l’Italia. (Ansa)