LA MARGHERITA E’ PETALOSA – di Laura Trappetti
Io, appassionata di linguistica dai tempi dell’Università e nel contempo operatrice di Teatro Educazione (ovvero quel settore del Teatro che utilizza il linguaggio teatrale come strumento educativo nelle scuole e nei percorsi di crescita delle persone di ogni età) non potevo restare indifferente alla vicenda del “petaloso”. Se n’è parlato tanto e nei modi più diversi, ma mi auguro che chi legge possa aver voglia di una riflessione ulteriore. Il fatto è noto: una maestra emiliana ha inviato all’Accademia della Crusca una lettera per ricevere un parere su una parola che il suo alunno Matteo aveva usato per descrivere un fiore e la stessa ha risposto nel merito affermando che sì, sotto molti profili, la parola poteva essere corretta: petaloso può essere un neologismo e Matteo non ha semplicemente sbagliato. Dopo che la maestra ha pubblicato su facebook la lettera di risposta si è scatenata l’onda mediatica: commenti entusiastici, il bambino è un genio, oh mio Dio che tenerezza, che bello e di contro tutto un mondo dei puristi della lingua, intellettuali, giornalisti che hanno reagito inorriditi. Michele Serra ha rivendicato la primigenia del lemma venticinque anni or sono, aggiungendo che all’epoca nessuno se l’era filato (or bene, si faccia delle domande e si dia delle risposte). Una mia amica maestra di Roma ha definito il fronte del No, grammar-nazi definizione geniale, perché penso che, a dispetto di chi dice che il petaloso era destinato alla matita rossoblu e che la maestra sia una megalomane, la storia mette in rilievo quanto stantio sia il mondo della cosiddetta cultura, quanto sia lontano dalle logiche educative della scuola che dovrebbero esserne le fondamenta. La risposta della Crusca è esemplare: il successo della parola non può essere decretato da un gruppo di studiosi: se verrà usato, bene, altrimenti non entrerà mai in nessun vocabolario. Le lingue sono una cosa viva, che cambia ed evolve, uno strumento di comunicazione, non un monumento e come tali vanno guardate. Fra melassa e storcimenti di naso io sto con la maestra che ha saputo vedere la creatività oltre l’errore. Per il destino di petaloso dovremo aspettare, per quello dei bambini affidiamoci a chi ne sa.