DA SASSOFERRATO ALLA NAPA VALLEY IN AMERICA

Storia di emigrazione e di vino, di coraggio e tenacia tra le morbide colline del Nord della California: gli enologi di tutto il mondo dicono addio a Peter Mondavi, il pioniere della Napa Valley e l’uomo che ha messo il Golden State sulla mappa delle bottiglie migliori del mondo. Mondavi, figlio di emigranti italiani e fratello a lungo rivale di Robert Mondavi, aveva 101 anni. La saga dei Mondavi ha le radici nella emigrazione italiana in America: quando nel 1943 Peter e suo fratello Robert convinsero il padre Cesare, emigrato da Sassoferrato, ex minatore, a investire tutti i suoi risparmi nei vigneti impiantati dall’immigrato prussiano Charles Krug, la Napa Valley era nota soprattutto per il suo vino in boccioni a buon mercato. “Vin ordinaries”, lo definiva Peter, che rivoluzionò l’industria usando la fermentazione a freddo per i bianchi e fu anche il primo a importare botti di quercia dalla Francia per l’invecchiamento e a piantare Pinot Noir e Chardonnay. I due fratelli negli anni Cinquanta e Sessanta trasformarono Charles Krug in una delle cantine più note d’America. Robert curava il business e Peter faceva i vini. Almeno fino al 1965, quando litigarono in maniera irreparabile e l’anno dopo Robert fondò la sua casa vinicola a Oakville. Solo nel 2005 c’è stata la riconciliazione: i due fratelli imbottigliarono assieme per celebrare il 25esimo anniversario delle aste del vino di Napa. Poi Robert è morto nel 2008, a 94 anni. Peter Mondavi era nato in Minnesota nel 1914, ultimo di quattro figli: come il padre Cesare, anche la madre Rosa veniva da Sassoferrato. Gente modesta i Mondavi: lei teneva una pensione per minatori mentre lui, dopo aver lavorato nelle miniere di ferro, aveva aperto un saloon con drogheria agli inizi dell’epoca del Proibizionismo. Spinto dalla comunità italiana, Cesare era entrato nel business: viaggiava in California per comprare uve Zinfandel che poi rivendeva agli amici che vinificavano in cantina. Uno dei tanti paradossi del Proibizionismo: il divieto di produrre, vendere e consumare alcolici imposto nel 1919 dal governo federale segnò l’inizio di una delle dinastie più potenti nel vino “made in Usa”. Peter aveva cominciato inchiodando le cassette dell’uva di papà pronte per la spedizione. Una laurea a Stanford in economia, aveva proseguito facendo ricerche enologiche a Berkeley. Il resto è storia, riconosciuta e premiata per decenni: nel 1986 la Napa Valley Vintners Association lo aveva nominato una delle “Dodici leggende” che hanno fatto la valle. Peter era l’ultimo sopravvissuto di quel gruppo.