UN NUOVO DIACONO PERMANENTE A FABRIANO

Oggi, Lunedì 25 gennaio, festa della Conversione di San Paolo, Gabriele Ronchetti riceverà il ministero del diaconato permanente per l’imposizione delle mani del Vescovo Giancarlo Vecerrica. L’appuntamento è alle ore 18 in Cattedrale San Venanzio. Abbiamo incontrato il giovane insegnante di religione, classe 1976. 

Gabriele come è nata in te la vocazione e quanto conta il contesto familiare che ti ha accompagnato fin qui per scoprire il progetto di Dio?

Guarda, per qualcuno sembrerà strano, per altri sembrerò pazzo ma ho avuto la “fortuna” di aver vissuto un’adolescenza abbastanza burrascosa. Dai 14 ed i 18 anni ho passato un periodo molto vivace che è terminato quando ho incontrato mia moglie Lucia. La vocazione è nata e cresciuta nel periodo del fidanzamento e poi è maturata nel matrimonio. Devo ammettere che una spinta grande l’ho avuta dai giovani. Incontrandoli a scuola e a all’oratorio della Misericordia hanno rafforzato la mia fede e ho avuto sempre più chiaro in me il disegno di Dio.

Come spiegare a tutti che un uomo che lavora ed è sposato diventa diacono permanente e ‘serve’ famiglia e Chiesa?

Quanti uomini sposati ed impegnati nel lavoro, me compreso, sono inconsapevolmente schiavi di tantissime cose materiali? Il diaconato permanente è una delle poche scelte che ti permette invece di essere un servo libero che contemporaneamente offre energie al matrimonio, al proprio lavoro e alla chiesa cercando di portare la buona novella in tutti e tre gli ambienti. Non è poco! Ed ora che succedere? Ho la certezza che la mia vita non cambierà. Sarà soltanto più illuminata dalla grazia di Dio.

Chi è Gabriele Ronchetti?

Una persona normale che è stata anche bocciata tre volte e espulsa – fortunatamente solo 1 volta – dalle scuole superiori! In passato ho lavorato per Elica, all’Antonio Merloni e in un negozio di pasta fresca. Sono laureato in scienze religiose e specializzato in pedagogia e didattica. Ora sono un insegnante di religione e insieme a mia moglie Lucia vivo la vocazione a 360 gradi. Siamo catechisti nella parrocchia della Misericordia, facciamo parte della pastorale giovanile, siamo i due segretari dell’equipe degli oratori diocesani. Seguiamo ormai da anni l’oratorio della Misericordia e siamo oblati presso il monastero di San Silvestro. Che dire di più? Sono un amante di viaggi, moto e macchine. Sono un motociclista e con la moto, insieme a Lucia, abbiamo girato l’Europa!

Quale sarà il tuo servizio specifico e dove?

Rispetto a quello che faccio ora a scuola e in oratorio aggiungerò il servizio all’altare che svolgerò nella mia parrocchia della Misericordia in obbedienza al Vescovo diocesano. Mi raccomando: non siamo  chierichetti giganti!

Vivi in mezzo ai giovani sia nella scuola che nella parrocchia. Un messaggio a loro e a tanti genitori in difficoltà.

Ragazzi prima di tutto mi scuso per la situazione in cui quelli della mia generazione e quella dei nostri genitori vi hanno lasciato questo mondo. Dateci voi l’esempio di come, insieme a Dio, possiamo risalire da questo baratro in cui siamo caduti. Voi sarete i nostri futuri politici, sacerdoti, avvocati, medici… Tifo e prego sempre per i ragazzi specialmente per quelli un pochino vivaci, come me qualche anno fa. Tifo per loro, sto con loro e mi sento uno di loro perché spesso per i loro tatuaggi, piercing, modo di porsi, locali che frequentano, sono additati dai perbenisti come “poco di buono” e, anche io, sono stato spesso definito così ma poi, nella vita, Dio fa meraviglie su quelli che meno ti aspetti. Ai genitori posso solo dire che dare il buon esempio potrebbe essere il primo passo per crescere, poi, se ci facciamo aiutare anche da Gesù, tutto prende veramente senso.

Marco Antonini