IL SOGNO SVANITO DEL FENOMENO SONNY
Estate 1983: sbarca a Fabriano Sonny Parker scovato nelle Summer League da Massimo Mangano coach dall’intuito unico per gli Usa. Di Chicago, era soprannominato red hair per via della sua capigliatura rossiccia. Il suo vero nome in realtà è Robert, ma tutti lo chiamavano Sonny fin dai tempi dell’high school. Prima scelta di Golden State nel ’76, fu 17esimo assoluto nel Draft Nba, grazie alla sua stagione superlativa al college con 26,6 punti di media. Coloured, ala-guardia di circa 2 metri giocò piuttosto bene tra i pro a San Francisco, l’annata agli Warriors del 1980 venne ricordata come la sua migliore, uno swingman in grado di realizzare, recuperare palloni, prendere rimbalzi ed esaltarsi nel’alta precisione ai liberi. Dotato di classe naturale e di una mobilità propria di un felino mostrava doti di talento che potevano solo far sperare in una carriera luminosa, ma il suo punto debole era il suo carattere piuttosto introverso unito anche da condizionamenti derivati da sfortunate vicende personali che ne segnarono il suo declino come giocatore Nba. Nella stagione che aveva visto la sofferta cessione di Al Beal al Livorno, Sonny stupì subito nelle prime amichevoli estive. Era un funambolo dal trentello facile, le aspettative dei tifosi erano altissime, vedevano in lui un campione in grado di sostituire l’idolo Mark Crow. Il 17 settembre arrivò il clamoroso colpo di scena, la società fabrianese decise di rinunciare a Sonny Parker per motivi caratteriali, non riusciva a legare con l’intero ambiente, si dovette così rinunciare ad un potenziale fuoriclasse e dopo una consultazione non facile si decise di richiamare di gran corsa Mark Crow. Tifoseria all’inizio delusa perché sperava davvero di vedere un crack , ma poi tutto fu dimenticato e il taglio passò in secondo piano data la gioia e il tripudio di riabbracciare l’amato Mark.
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