GIOVENTU’ NARCISISTA E MALATA – di Alessandro Moscè

Il caso dell’albanese che uccide perché geloso e l’uso di pasticche di ecstasy che distruggono fegato e reni nelle discoteche della riviera romagnola, sono solo alcuni esempi, tratti dalla cronaca recente, di un malessere crescente che dilaga tra i giovani fino a renderli assassini. Alcuni consapevoli, come nel caso di Sant’Angelo in Vado in Vado con una vera e propria esecuzione che ha portato un ragazzo a sgozzare il rivale in amore. Altri artefici più o meno incoscienti, che fanno girare droghe pesantissime come fossero caramelle alla menta. Ricordo un film del 2001, “Giovani assassini nati”, che sembrava fin troppo inverosimile, ma che la realtà, oggi, riesce a superare. Quando David, il protagonista, fa amicizia con una compagna di università, non ci mette molto a innamorarsi. Alan, però, vecchio amico di David, inaffidabile e dalla vita trasgressiva e sregolata, attira l’attenzione della ragazza e i due iniziano presto una travagliata relazione. La situazione precipiterà inesorabilmente. Leggevo a proposito di atti inconsulti dei minorenni, che sarebbero il frutto di mentalità malate di narcisismo. Colpisce che delle devianze inizino così precocemente. Bambini e giovani sono sempre più noncuranti degli altri, meno capaci di provare empatia, di capire e di mettersi nei panni degli altri, e quindi di aiutarsi. Secondo quanto spiegato sulla rivista “Psychology Today” dallo psicologo Peter Gray del Boston College, il 70% dei ragazzi è incline al narcisismo, fenomeno che sta raggiungendo dimensioni epidemiche. Il narcisismo, spiega lo psicologo, è una visione “gonfiata” di sé, in cui gli altri diventano solo un mezzo per raggiungere i propri scopi o un ostacolo da superare. È un disturbo con ricadute non solo sociali ma anche individuali, perché impedisce di rapportarsi con i coetanei e di stringere delle relazioni profonde ed emotivamente stabili. Ecco un allarme che arriva direttamente dalla Società Italiana di Psichiatria: circa un milione di ragazzi e ragazze fra i 14 e i 18 anni fa uso di alcol e droghe, rischiando di scivolare nell’abuso e nella dipendenza. Ma il dato più allarmante sono i 30mila giovanissimi che ogni anno tentano di togliersi la vita. L’adolescenza, dunque, rimane un momento difficilissimo da gestire. Le famiglie hanno una responsabilità enorme. Spesso, ahimè, sono assenti. E’ da qui che bisogna ripartire.

Alessandro Moscè