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LA VERITA’ E’ ALTROVE… E I TAGLI DELLA GIUNTA – di Demitri Peverini

Il grido di dolore di questa Amministrazione, in attesa di conoscere il bilancio di previsione del 2015, ha oramai una voce unanime: “non ci sono le risorse economiche per far fronte alla manutenzione ordinaria del territorio comunale”. L’Amministrazione, con frequenza sempre più intensa, ci lancia messaggi di avvertimento: aumentare le tasse per chiudere le buche e per garantire i servizi essenziali come nel settore del sociale. Giova ricordare che la Giunta Sagramola ha già operato non meno di qualche mese fa, precisamente a settembre 2014, una sforbiciata di 15 mila euro al servizio di “assistenza a bordo” per il trasporto scolastico e dei disabili. Alla stessa data, si registrano tuttavia nella spesa corrente del bilancio comunale incrementi considerevoli che, se paragonati ai dati del 2013, determinano aumenti del 225%. Tra i più eclatanti: per l’acquisto del gasolio e del metano per gli immobili comunali, la spesa nel 2014, rispetto al precedente anno aumenta del 50%, passando dagli 80 mila euro ai 120 mila euro; per la fornitura di energia elettrica degli edifici comunali si passa dai 60 mila euro del 2013 ai 135 mila euro del 2014. Dicono che le casse comunali piangono e non ci sono le coperture finanziare per effettuare la manutenzione ordinaria, neppure quella a basso costo, dimenticando che il Codice della strada, ex art. 208, così come modificato dalla Legge n. 120 del 2010, delega l’Ente Comunale alla redazione del progetto di destinazione dei proventi ottenuti dalle sanzioni in materia di circolazione stradale prescrivendo inoltre che detti proventi, nella misura almeno pari al 50%, vengano destinati per una serie di interventi connessi al miglioramento della sicurezza stradale. Nel 2014, come previsto in sede di assestamento di bilancio, i proventi derivanti dalle sanzioni amministrative ammontano a 260 mila euro. Vorrei ricordare al Sindaco che la Giunta con la delibera n. 103 dell’8 luglio 2014, ha assegnato alla manutenzione e sistemazione del manto stradale appena 10 mila euro, somma che ad oggi, come era facile immaginare, risulta già interamente impegnata. Nulla ha previsto per l’istallazione e l’ammodernamento delle barriere, per favorire la mobilità ciclistica (in memoria del celebrato Bike sharing), per il potenziamento dei servizi di controllo finalizzati alla sicurezza urbana e stradale, nonché per interventi inerenti la sicurezza stradale a tutela degli utenti più deboli (bambini, anziani, pedoni e ciclisti).

Dei 120 mila euro riservati dalla legge alle finalità sopra indicate, l’Amministrazione locale nulla ha stanziato a favore delle stesse. Ha impegnato invece il 90% di detta somma, per il potenziamento delle attività di controllo ed accertamento delle violazioni in materia di circolazione stradale – attraverso l’acquisto di nuovi automezzi e attrezzature per i servizi di polizia municipale – per gli interventi di sostituzione, di ammodernamento, di potenziamento, di manutenzione della segnaletica orizzontale e verticale e degli apparati semaforici. Sono stati spesi 10 mila euro per l’acquisto di parchimetri e 18 mila euro per le assunzioni stagionali a progetto di personale della Polizia Municipale.

Rimane pertanto da conoscere, dove e come questa Amministrazione intenderà investire i restanti 130 mila euro circa – equivalente del 50% dei proventi derivanti dalla violazione del codice della strada non vincolato per legge – che il governo locale ha facoltà di destinare in tutto o in parte – cosa che attualmente non ha fatto – alle sopra indicate finalità di sicurezza stradale. Per il Comune di Fabriano il business delle multe ha come scopo prioritario quello di fare cassa e ripianare i buchi di bilancio. Il rischio infatti è quello che assuma le caratteristiche di una tassa indiretta gravante sui cittadini già stremati dalla odierna imposizione fiscale schizofrenica e squilibrata. Il bilancio di previsione del 2015 è al varco e di tempo per fare scelte coraggiose ne rimane poco. Per il mantenimento dei servizi è necessario una revisione integrale della spesa improduttiva. La legge di stabilità del 2015 ha già indicato una delle possibili strade da percorrere: entro il 31 marzo l’Amministrazione avrebbe dovuto predisporre il piano operativo di razionalizzazione delle società partecipate, al fine di ridurre il numero e i costi delle stesse. Nulla ad oggi è pervenuto. L’auspicio è che anche per questa volta non siano solo canzonette…!

Demitri Peverini, Polo 3.0