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RESTAURATRICE CADE IN CHIESA DEL FABRIANESE, PROGNOSI DI 30 GIORNI

Una restauratrice di 43 anni residente a Gualdo Tadino è caduta ieri da una impalcatura all’interno della Chiesa parrocchiale di Cupo. L’incidente è avvenuto nella tarda mattinata nell’edificio sacro situato alle pendici di Monte Cucco. La donna, insieme ad un’altra collega, stava sistemando dei ponteggi quando è scivolata riportando delle ferite ad una gamba e un lieve trauma cranico. Sul posto l’ambulanza infermieristica del 118 e l’elicottero Icaro02 che l’ha portata all’Ospedale regionale di Torrette. Le sue condizioni non sono apparse gravi anche se dalla prima chiamata d’emergenza sembrava che la donna fosse caduta da un’impalcatura molto più alta. Un volo, quindi, di uno-due metri che ha provocato tanta paura tra i presenti. “Fortunatamente la restauratrice non è fatta male essendo caduta da un ponteggio piuttosto basso – spiega il parroco don Andrea Simone – anche se è stata trasportata con l’eliambulanza in Ancona.” A Cupo, nel giro di pochi minuti anche i Carabinieri della Compagnia di Fabriano agli ordini del Capitano Iurlaro e i dipendenti del servizio di Igiene e Sicurezza sui posti di lavoro dell’Asur 2 di Fabriano. La regolarità delle operazioni hanno permesso, al momento, di tirare subito un sospiro di sollievo visto che non ci sono stati problemi di nessun tipo dal punto di vista della sicurezza. Dai primi accertamenti effettuati dai sanitari del capoluogo marchigiano risultano una serie di lesioni agli arti. Se la caverà con una prognosi di 30 giorni per trauma distorsivo. Tanta paura per i residenti della frazione che hanno visto arrivare l’eliambulanza. Domenica la parrocchia era in festa ed aveva trasmesso la Messa festiva in diretta sulle frequenze di Radio Maria con il vescovo di Bagdad in collegamento insieme ad un gruppo di giovani di Mossul, in Iraq. “Abbiamo pregato perché cessino le persecuzioni ai cristiani che subiscono ancora violenza in tante parti del mondo e per i tanti lavoratori che hanno perso il lavoro anche nel comprensorio fabrianese – racconta il parroco – e per quelli che oggi rischiano a causa del piano industriale presentato da Whirlpool. La gente ha apprezzato – conclude – la vicinanza della chiesa diocesana ai lavoratori in difficoltà. Alcuni erano in collegamento con noi anche dallo stabilimento Indesit di None, nel torinese.” E ieri, a meno di 24 ore dalla celebrazione, è stato aperto il cantiere per effettuare una serie di piccoli restauri nelle cappelline della chiesa parrocchiale. Un lavoro che sarebbe durato non più di una settimana visto che bisognava solamente chiudere alcune piccole crepe nelle pareti laterali.

Marco Antonini