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COSA SIGNIFICA ESSERE UN’ECCELLENZA?

Parole e termini inflazionati, stiamo prendendo la malsana abitudine di autodefinirci un’eccellenza. Nei profili Linkedin, nelle interviste radio-televisive e su carta stampata ormai è un jingle ripetuto: “Sono un’eccellenza del territorio”. Ma che significa? Un tempo il mercato, i consumatori, gli operatori del settore potevano permettersi di definire, dopo un attento esame, una realtà aziendale un’eccellenza. Oggi inseriamo la dicitura “eccellenza” addirittura nel biglietto da visita. Ho sempre sostenuto che una buona gestione d’impresa si traduce in un impegno costante e tenace volto a realizzare l’obiettivo migliore. Il fare soldi non significa necessariamente fare la differenza. Un progetto illuminato, strutturato con impegno e disciplina , un’intuizione creativa che in modo certosino non tralascia alcun dettaglio possono portare ad un profitto solo se accompagnati dalla perseveranza e da una buona dose di modestia. Il profitto è il risultato finale di un lavoro ben fatto, ma non possiamo stabilire da soli se il nostro lavoro sia ben fatto.” Sono un’eccellenza del mio territorio.” L’eccellenza non è una definizione aprioristica, deve essere il driver principale per una leadership di qualità. Il presenzialismo, la spasmodica ricerca della via più breve per raggiungere il successo e la riconoscibilità del proprio marchio non devono soppiantare il cammino di sacrificio e rinuncia senza i quali risulta difficile raggiungere la vetta. Tutti vogliono farcela, pochi vogliono prepararsi per riuscirci. Mi è stato insegnato a combattere, a studiare, a non adagiarmi e cercare con impegno di meritare il mio piccolo” angolo di Paradiso.” L’apparenza non sarà mai sostanza, la notorietà non sarà mai sinonimo di veridicità. La capacità può portarci al top, ma solo il carattere e l’umiltà ci manterranno lassù. Aristotele scriveva: “Noi siamo quello che facciamo, sempre. L’eccellenza non è un atto ma un’abitudine.”

Gigliola Marinelli