L’ANNO ZERO – di Luca Serafini

Il 2015 sembra destinato a diventare l’anno della svolta per una bella fetta di serie A, in questa direzione vanno persino i risultati del weekend alle spalle. Per la Juve: il +7 sulla Roma sembra avere il profumo del 4° scudetto consecutivo. In ogni caso è già tempo di crescere, significa che è tempo di contare di più anche in Europa dove per mentalità, palmares e risultati recenti i bianconeri non paiono ancora all’altezza nemmeno delle prime 5-6: la Juve la smetta di pensare che arrivare ai quarti di Champions costituisca un grande risultato, si convinca invece che l’obiettivo minimo sia almeno la semifinale. Imposti il mercato in questa direzione. Se così dev’essere, i Pogba si tengono e non si vendono, semmai se ne compra un altro. Soldi ne sono sempre stati spesi moltissimi dal ritorno in A, ora si tratta di spenderli meglio. Per la Roma: vero che i casi di Strootman, Castan l’assenza di Gervinho stanno fortemente condizionando il suo cammino, ma i giallorossi hanno già una rosa che dovrebbe consentire loro si restare fino alla fine più vicini alla capolista. Insidiarla. Impedendole di fare figuracce come quella di Champions in questa stagione. Bisogna capire se Garcia è all’altezza o se si tratti di un adorabile bluff.Per il Napoli: là dove non è arrivato con Cavani e Lavezzi il luogo dove De Laurentiis ambisca a condurlo. Coppa Italia e Supercoppa sono un gustosi antipasti, adesso l’asticella deve finalmente innalzarsi casomai cominciando subito dall’Europa League. Vincere è sempre il frutto di molti fattori, arrivare in competizione fino in fondo è invece l’ambizione di ogni grande club. Tanto per cominciare, la scelta dell’allenatore con il quale impostare la programmazione è il primo passo, sia Benitez sia il suo successore, ma credere fino in fondo all’uomo designato.

Per Fiorentina e Lazio è tempo di decidere cosa fare da grandi, proseguire nel mix giovani-esperti per galleggiare a ridosso del podio, oppure voltare pagina e pensare solo a un profondo rinnovamento, o ancora modellare le ambizioni plasmandole su un obiettivo deciso e definito, dalla conduzione tecnica al mercato. Vale in sostanza il discorso del Napoli, ma i Della Valle e Lotito partono un filo più lontani. Il capitolo più complicato riguarda ovviamente le milanesi. L’Inter sta programmando, sta ricominciando a spendere, ha svoltato con l’arrivo di Mancini e su quella strada sta proseguendo in tema di ambizioni. Il Milan è immobile, prigioniero dei suoi ingaggi, delle sue liquidazioni capstro e di una programmazione assente. Il cambio più profondo attenderebbe i rossoneri, rivoluzionando il management prima ancora della rosa, ma sembra anche essere uno scoglio enorme da superare rispetto a tutte le altre, per il semplice fatto che Berlusconi o non lo capisce o, più probabilmente, non ha più voglia di impegnarvisi.

Luca Serafini