A NATALE, DOPO 150 ANNI, TORNANO A SUONARE LE CAMPANE DELL’EREMO DI VALDISASSO
Valleremita di Fabriano vive in questo periodo una stagione particolarmente felice e favorevole. Dopo 150 anni, infatti, da quando nel 1865, i Francescani lo dovettero abbandonare a causa delle leggi dello Stato italiano unitario nei confronti degli ordini religiosi, l’eremo di S. Maria di Valdisasso, è ritornato a risplendere grazie all’intervento che la Regione Marche ha disposto per il suo restauro. L’eremo, per cui Gentile da Fabriano dipinse il famoso Polittico di Valleromita, uno dei più bei capolavori dell’arte italiana del cosiddetto gotico internazionale, ha avuto una pubblica riapertura e inaugurazione lo scorso 4 ottobre, quando nel giorno della Festa di S. Francesco d’Assisi, si è svolto un convegno-conferenza per rilanciare al pubblico i soddisfacenti lavori di restauro. Oggi, che sono state smantellate quasi completamente le impalcature, la muratura dell’eremo in pietra e mattone torna a risaltare magnificamente. La notte di Natale, ultimo evento, a mezzanotte torneranno a suonare, proprio dopo 150 anni, le campane dell’Eremo: sarà un evento singolare, perché la vallata si riempirà di nuovo di un suono melodioso, di un concerto di 5 campane, che diffonderanno la loro armoniosa sinfonia per far risaltare l’annuncio della nascita del Salvatore. Un appuntamento, dunque, da non perdere, per gustare ancora la bellezza delle musiche natalizie attraverso il suono delle campane dell’eremo di S. Maria di Valdisasso.
A Valleremita, poi, il paesino sotto l’eremo, come è ormai consuetudine da vari anni, i frati e la gente del luogo hanno allestito un suggestivo e meraviglioso presepe. Appena giunti alla piccola Frazione, infatti, si può entrare in un’atmosfera surreale di pace e di serenità, ammirando le splendide casette illuminate, i movimenti sorprendenti dei vari personaggi: dal fabbro che batte il ferro arroventato, alla lavandaia intenta a pulire i suoi panni, dalla vecchietta che gira la sua polenta al pastore che tosa la pecorella, dal pescatore intento a tirar su dei pesciolini al falegname che pialla la tavola da levigare e così via. Al centro ovviamente la capanna, con il bambino che muove la testolina e le manine, la Madonna che s’inchina di fronte al grande mistero e San Giuseppe che guarda ammirato ed estasiato l’evento di cui è stato fatto partecipe. E non manca la pioggia, il temporale, il girare del sole e della luna, il ruscelletto e la cascata, il lago con i pesci ad il campo con i buoi. Grandi e piccini potranno trascorrere qualche minuto di pace e di serenità contemplando estasiati un piccolo capolavoro di arte e di spiritualità. Quest’anno, poi, sul presepio aleggerà un’atmosfera di tristezza e di dolore per la recente e repentina scomparsa di Sergio Pambianco, che negli anni passati aveva collaborato ad allestire il presepio: ha raggiunto il canto degli angeli in cielo. Il presepio unisce gli animi, il presepio conforta e reca pace. Là il cuore si riposa da tanti affanni e lenisce tante pene, non solo a Valleremita, ovviamente, ma dovunque c’è qualcuno che lo ammira, senza impedire agli occhi del cuore di sognare.