IL FARDELLO DELLA CORRUZIONE – Di Paolo Gionchetti

In uno stato endemico di transizione come l’Italia (in questo periodo) è possibile percepire la corruzione? O si edifica in una sottile linea di favorevoli appoggi? Sarà poi cosi semplice trovare soluzioni di radicale volontà in simboli che abbracciano la bandiera di una correttezza morale? Sono domande che l’individuo si pone e che, sicuramente, non sono avvantaggiate da risposte etiche in questi ultimi momenti. Con la degenerazione della democrazia onnicomprensiva si instaura una instabilità di legami che possono sfociare in atti non dovuti. Giornalmente si intuisce un abbandono a quel “limite” (morale ed etico) che si è cercato sempre, in ogni modo, di salvaguardare. Il fenomeno di degenerazione nel senso del burocratismo capitalistico favoreggia il fenomeno di sviluppo economico disuguale ed esigente. Ma la corruzione può essere un sintomo patologico insito dentro il nostro essere? Forse la via più breve è quella dell’”aiutino”. Sicuramente è più soddisfacente (personalmente ed eticamente) riuscire con le proprie forze e con la caparbietà nel raggiungere e sviluppare l’intenti preposti. Il sistema sociale, dunque, non dovrebbe tramutarsi in un sottoprodotto di autonomi clientelismi, ma in un sistema organico sociale che tesse i suoi rapporti con un economia sana. Per reprimere questo fenomeno si devono studiare cause e conseguenze. Sicuramente è una realtà pervasiva in tutti i campi per questo, individuarne i comportamenti consuetudinari con uno studio capillare, potrà bloccare il manifestarsi dilagante. Sarebbe da adottare un’intransigenza ideologica per tutti quei comportamenti poco consoni al fine di un’andatura retta a favore di un rigore morale. Il sociologo polacco Ludwig Gumplowicz (1838-1909) credeva nei cicli della civiltà, no nel progresso della nazione per cui con un coinvolgimento interiore e strutturato con una sostenibilità di un gruppo, si oppone alla “caduta” moderna. Di certo con la comprensione relazionale si formerà quell’intenti per una rinascita e riscossa dei valori. A volte il fragore del silenzio rimane più forte di un gesto di connivenza.

Paolo Gionchetti