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LA RADIO: UNA VOCE TRA TERRA E CIELO, di Alessandro Moscè

Il 6 ottobre del 1924 nasceva la radio. Nell’etere vi era una novità accolta dagli ascoltatori con perplessità. Come è andata è noto: i tre mesi di sperimentazione terminarono a gennaio del 1925 quando la Uri ampliò i suoi spazi di trasmissione passando a  sei ore. Nacque di lì a poco il “Radiorario”, antenato del “Radio Corriere”. Un anno dopo aprì la stazione di Milano e la direzione si spostò nel capoluogo lombardo. Il nucleo originale della prima radio si sfaldò con la trasformazione in Eiar, sotto il rigido controllo dello Stato, per poi trasferirsi a Torino. Tanti gli appuntamenti epocali diventati storici, irripetibili. Dalla morte di Kennedy nel 1963, quando la Rai decise di interrompere le trasmissioni in segno di lutto, al discorso alla luna dell’anno prima del Papa buono, Giovanni XXIII. Dalla strage di via D’Amelio con il Gr1 che annunciò la barbara uccisione del giudice Paolo Borsellino e dei cinque agenti della sua scorta, alla “Vita Spericolata” di Vasco Rossi raccontata a Radio2 negli anni Ottanta.  A Mike Bongiorno che annunciò la vittoria di Gigliola Cinquetti al Sanremo del 1964 con “Non ho l’età, ai momenti del grande sport come la conquista della medaglia d’oro di Pietro Mennea alle Olimpiadi di Mosca 1980. Il 6 ottobre non è stato solo la data del compleanno della radio, ma anche l’anniversario del più antico tra i mezzi di comunicazione di massa. Il 3 gennaio 1954, la televisione inviò i primi segnali: cioè trent’anni dopo. Per una coincidenza quest’anno si festeggiano dunque i novant’anni della radio e i sessant’anni della televisione italiana. La carta, invece, è stata utilizzata dai quotidiani molto tempo prima. In una nota congiunta, il presidente e il direttore generale della Rai, Anna Maria Tarantola e Luigi Gubitosi, hanno dichiarato: “Festeggiare i novant’anni della significa ricordare le radici stesse della Rai e del servizio pubblico. Ma è anche l’occasione per riflettere sulle grandi potenzialità che i media del nostro tempo ci offrono”. Un mezzo che ha attraversato la storia del nostro paese, che ha contribuito a diffondere il sapere e la conoscenza, che ha informato, intrattenuto, emozionato con la sola forza di una voce. E continua a farlo al di là del dato anagrafico. Anche Radio Gold, nel suo piccolo, ampliando l’offerta al pubblico non solo locale con l’arrivo della stagione autunnale, contribuirà alla diffusione via etere della parola che, per dirla con il nostro Vescovo Giancarlo Vecerrica guarda in alto, unendo terra e cielo.

Alessandro Moscè, direttore editoriale