ANCHE FABRIANO HA OTTENUTO IL MANTENIMENTO DELLA SEDE DEL GIUDICE DI PACE

Fabriano, Jesi, Senigallia, San Severino Marche, Fano, Cagli e Macerata Feltria sono i Comuni marchigiani che hanno ottenuto il mantenimento della sede dell’ufficio del Giudice di pace. Per concedere loro i contributi necessari a sostenere le spese di funzionamento e di erogazione del servizio giustizia, incluse quelle per il personale amministrativo messo a disposizione dei Comuni stessi, la Giunta regionale nel corso dell’ultima seduta ha definito criteri e le modalità ora al vaglio del Consiglio delle autonomie locali per il parere. “La Regione concede contributi che rappresentano una compartecipazione alle spese sostenute dai Comuni – chiarisce il vicepresidente e assessore agli Enti locali, Antonio Canzian – per evitare che i Comuni siano costretti a sopportare spese non facilmente sostenibili e per consentire ai cittadini di tutelare i propri diritti e usufruire dei servizi della giustizia senza particolari disagi”. La soppressione degli uffici del Giudice di pace nei Comuni che non sono sede di tribunale dopo la revisione delle circoscrizioni giudiziarie è stata disposta dal decreto legislativo 156/2012. Lo stesso decreto prevede che i Comuni interessati, anche consorziati tra loro, possano richiedere il mantenimento degli uffici del Giudice di pace, anche tramite eventuale accorpamento, facendosi integralmente carico delle spese di funzionamento e di erogazione del servizio giustizia nelle relative sedi, incluso il fabbisogno di personale amministrativo messo a disposizione dai Comuni stessi. “La legge regionale 13/2014 – aggiunge Canzian – oltre a prevedere i contributi da destinare ai Comuni, ne stabilisce anche il limite massimo dell’ammontare diverso a seconda che si tratti o meno di Comuni montani, riconoscendo implicitamente l’esigenza di assegnare un contributo maggiore ai Comuni montani perché ubicati in aree di maggiore disagio. Di questa esigenza si è tenuto conto nella predisposizione dei presenti criteri di concessione dei contributi prevedendo una riduzione del 10% sull’importo della spesa sostenuta dai Comuni non montani”. 

cs