FAST-CONFSAL: “SAGRAMOLA SU CHIUSURA OFFICINA TRENITALIA TENTA DI BUTTARLA IN CACIARA”

Accetto sempre volentieri lezioni da chi con più esperienza di me si pone in cattedra, come fa il Sindaco di Fabriano Giancarlo Sagramola. Certamente al Sindaco Sagramola sfugge che la FAST/Confsal non è un sindacato “della protesta” o del “contro tutti a prescindere”, quindi poco gli fa onore il goffo tentativo di “buttarla in caciara”, come spesso oggi capita ai politici di lungo corso quando si sentono messi in discussione. Pertanto, nella mia ignoranza politica, voglio ricordare al Sindaco Sagramola che la FAST/Confsal da almeno tre anni grida l’allarme sul tema dell’Officina di Fabriano, chiamando in causa l’assessore Regionale preposto, nell’assordante silenzio di tutti. Ammetto volentieri che l’unica volta che siamo stati coinvolti è avvenuto grazie al Comune di Fabriano, da parte dell’ex Assessore Galli per un incontro informativo. Per il resto, visto che il Sindaco si dichiara informato, sa che incontri di merito con le parti sociali ci sono stati, ma nella più alta espressione del “Politicamente scorretto” sono state convocate dalle istituzioni regionali e forse comunali solo alcune parti sociali. Se fossimo stati ascoltati, probabilmente il Sindaco non si sarebbe sentito sotto attacco, anche perché non ci sembra che stiamo attaccando nessuno; stiamo solo cogliendo l’occasione per dire che:

1. da quando sono partiti i lavori di revamping delle officine di Ancona per adeguarle alla manutenzione dei nuovi Atr220 Pesa, chiaramente la strada di portare tali attività a Fabriano si è pressoché chiusa. A meno che la Regione, nel Contratto di servizio, non chieda tale sforzo e se ne faccia carico.
2. Riconvertire l’officina per la manutenzione dei mezzi di RFI, per quanto ci è dato sapere, è una strada già percorsa ma dopo un primo labile tentativo RFI ha fatto altre scelte. Se il sindaco o l’assessore regionale ci avessero ascoltato, saprebbero che i nostri allarmi sono partiti proprio da quando RFI ha dimostrato di non voler utilizzare l’Officina di Fabriano per la manutenzione dei propri mezzi.
3. Anche le nostre grida di attenzione sulla chiusura della Fabriano/Pergola sono state snobbate dalla istituzioni, ed è persino superfluo ricordare che il venir meno di quel tracciato incide fortemente sulla vita dell’officina manutenzione di Fabriano, oltre che – a nostro avviso – sulla mobilità della popolazione interessata.

Detto ciò, se almeno il sindaco ci avesse convocato – visto che l’assessore regionale non sembra interessato a un confronto con tutto il Sindacato – avremmo avuto l’occasione per dirgli direttamente che forse è ancora possibile, secondo noi, una soluzione per il sito manutentivo di Fabriano. Infatti, riteniamo percorribile la strada di chiedere alla Fondazione FS, della quale è Presidente l’Ing. Mauro Moretti, di prendere in carico il Sito per la manutenzione delle macchine e delle carrozze storiche oggi di proprietà della Fondazione FS. Tale progetto potrebbe non solo mantenere i livelli occupazionali, ma addirittura aumentarli con l’apporto di servizi artigiani locali. Inoltre, si potrebbe meglio affrontare anche il tema della proprietà del sito stesso. Come vede il sindaco, siamo un sindacato che dal 1952 fa e continua a fare lealmente la propria parte con le istituzioni che ci riconoscono il diritto di cittadinanza nel mondo delle relazioni sindacali, pronti a riconoscere le cose buone e criticare quelle che tali non riteniamo; pronti a ricercare soluzioni adeguate ai tempi, alle esigenze delle parti e attenti ai livelli occupazionali e ai diritti/doveri dei lavoratori. Evidentemente, il nostro atteggiamento non piace al Sindaco ma manifestiamo pubblicamente la nostra disponibilità a un confronto leale e schietto, disponibili con la necessaria umiltà anche ad accettare le lezioni che egli vorrà impartirci ma sempre liberi di criticare e contestare quando non siamo d’accordo o quando non riescono a convincerci. Siccome, poi, in regioni come Lazio, Emilia, Campania e molte altre abbiamo corrette relazioni, riteniamo possibile anche nelle Marche un cambio di condotta. Se, invece, l’unica forma di comunicazione con le Istituzioni marchigiane resterà quella a mezzo stampa, ce ne faremo una ragione e continueremo per la nostra strada.

cs