POVERI A FABRIANO, ISTITUZIONI POCO OPERATIVE. L’INTERVISTA AL DIRETTORE DELLA CARITAS DIOCESANA

Nonostante gli sforzi e gli eventi che illuminano il comprensorio fabrianese, la crisi si fà sempre più pesante e tante famiglie non riescono ad arrivare alla fine del mese. Entrano, così, in un tunnel psicologico che corrode e crea disperazione e solo chi l’ha vissuta sulla propria pelle – o ha un familiare o amico in difficoltà – riesce a cogliere la drammaticità del momento. Tante persone, infatti, stanno vivendo isolati non solo dal mondo lavorativo ma dalla società sopraffatta dall’indifferenza. Edmondo Ercolani, direttore della Caritas Diocesana, da anni vive in questo contesto e ogni giorno è in contatto con tanta gente che grida dignità.

Ercolani, partiamo dai numeri. Siamo tutti bravi a parole e nei fatti che succede? Come è andata la raccolta alimentare “Cesto di Carità di Avvento” promossa da Caritas?
E’ un momento particolare per noi perché usciamo dai nostri locali per farci conoscere e per chiedere, a chi se lo può permettere, un contributo in termini di prodotti alimentari. Nell’Avvento 2014 abbiamo visto diminuire il numero di parrocchie che hanno aderito al progetto e questo ha comportato un calo nella raccolta. Nel 2012 raccogliemmo 30 quintali di prodotti. Nel 2013 la metà e lo scorso mese solo 3 quintali di merce. Ci serviranno per aiutare una quindicina di famiglie che vivono in condizioni di estrema povertà. Dobbiamo ringraziare le vicarie di Sassoferrato, Genga, Cerreto e Matelica che, in proporzione, hanno contribuito più rispetto a quanto è stato raccolto nelle parrocchie di Fabriano.

E’ stato un Natale particolare per il nostro territorio e molte famiglie non hanno potuto festeggiare. Non è possibile in un’epoca in cui le mense delle nostre scuole sprecano cibo ogni giorno.
Nel nostro piccolo abbiamo provato ad alleviare il Natale e il Capodanno di 14 persone. Abbiamo loro donato altrettanti pasti in una delle due ricorrenze. 10 sono italiani e 4 extracomunitari.

Nel mondo globale dove regna tutto ciò che è contro l’uomo, la Caritas prova ad andare controcorrente ma non è sempre facile..
E’ vero. Nel 2014 sono diminuite le richieste di cibo grazie anche al Market di Via Mamiani ma sono aumentate notevolmente le richieste di aiuti concreti per il pagamento di affitti, bollette e medicine. Poi c’è un’emergenza droga e alcol in corso a Fabriano. Vengono da noi diverse famiglie che non sanno cosa fare con i propri figli caduti in questi tunnel. Questi genitori vogliono salvare i propri figli ma non sanno come e cosa fare. La situazione è preoccupante. Anche l’età media delle persone che si rivolgono a noi si è abbassata e in maggioranza sono italiani. Serve un’inversione di rotta culturale ed educativa che ricominci dal sociale.

E le istituzioni?
Dovrebbero fare di più ed ascoltare maggiormente coloro che tutti i giorni affrontano in prima persone situazioni di disagio. La gente cerca soluzioni e risposte diverse dalle solite frasi fatte del tipo ‘Non abbiamo soldi’ perché le persone disperare – e umiliate per dover chiedere sussidi per andare avanti – cercano risposte di speranza.

Ma se i grandi enti non sostengono la Caritas saranno i privati a finanziare le attività caritative!
Dopo la scomparsa del professor Abramo Galassi in pochi – se non pochissimi – si ricordano della Caritas. Purtroppo. Per fortuna alcuni giovani si sono avvicinati a noi grazie al bando del servizio civile. A febbraio scade il mandato per 3 ragazzi e speriamo di rinnovare la convenzione e ripartire con 5 nuovi giovani dislocati nelle nostre strutture in tutta la Diocesi.

La prossima iniziativa per aiutare il lavoro della Caritas?
A breve ripeteremo, con l’inizio della Quaresima, il Cesto della carità. Cristianamente parlando non ci possiamo dimenticare di questi nostri fratelli – anche originari del nostro comprensorio – che stanno vivendo un momento di difficoltà. La nostra coscienza ci chiede di intervenire.

Marco Antonini