IMPIANTO BIOGAS DI MATELICA, SEQUESTRO E CONSEGUENTE FERMATA. IL PUNTO DELL’ING. DONATI

Con riferimento ai seguenti fatti:
– Provvedimento del 24/10/2014 N. 4769 della Procura di Macerata di sequestro preventivo dell’impianto in oggetto, effettuato il giorno seguente, con obbligo di sospensione delle attività, previa presentazione di un crono programma di spegnimento dell’impianto.
– Crono programma di spegnimento dell’impianto della Società ABR presentato alla Procura della Repubblica di Macerata, al Comando del Corpo Forestale dello Stato di Macerata ed al Comune di Matelica in data 11/11/2014 (v. comunicato relativo nel sito del Comune di Matelica).
– A mezzo stampa si ha la notizia che recentemente la società ABR ha dichiarato la disponibilità a completare l’impianto con l’installazione di un post combustore

Si deve tener conto a parere dello scrivente che, come è ovvio, il dispositivo di sequestro dell’impianto, ha come obiettivo immediatamente successivo, l’eliminazione della causa della grave situazione non conforme ai requisiti di legge e cioè il rapido spegnimento del moto combustore dell’impianto, fonte diretta da vari mesi dello scarico in atmosfera di sostanze contenenti anche prodotti cancerogeni, in quantità di oltre 15 volte il massimo previsto dai dispositivi di legge (COT = carbonio organico totale). Di conseguenza non si può che ritenere insostenibile il crono programma del processo di spegnimento di durata di tre mesi presentato dalla stessa ABR e sinteticamente riportato nel sito web del Comune di Matelica. Non è possibile che si continui ad inquinare l’aria e danneggiare la salute dei cittadini, per un ulteriore periodo ancora più lungo di quello che ha causato il giusto intervento di sequestro della Procura di Macerata, in assenza d’interventi da parte degli Enti Territoriali di competenza. Non è sostenibile un tempo di oltre tre mesi per spegnere il moto combustore. Infatti il moto combustore non ha una apparecchiatura di riserva, è quindi evidente che dal punto di vista operativo si accetta la fermata anche immediata in caso di guasto della stessa apparecchiatura. Anche in caso di malfunzionamento del moto combustore, in tali impianti è prevista una procedura di spegnimento che si completa di norma nel termine di pochissimi giorni. Il moto combustore presente nell’impianto, almeno dal 5 agosto 2014 sta inquinando in termini di COT quanto 15 cogeneratori (moto combustori) contemporaneamente in marcia; o se vogliamo l’impianto non sta inquinando in accordo alla sua potenzialità di 1 MW (anzi esattamente 0,999 MW), ma quanto un enorme impianto di potenzialità di circa 15 MW. E’ noto inoltre che l’impianto non è dotato di post combustore, la cui assenza comporta la certezza del perdurare della irresponsabile situazione delle emissioni inquinanti di cui sopra. Il tempo di installazione di un nuovo postcombustore è dell’ordine dei 5 – 6 mesi. Quindi si deve rigettare il crono programma della ABR che propone l’assurdo nel frattempo di continuare a produrre e ad inquinare in maniera già giudicata insostenibile dall’Autorità Giudiziaria. Il moto generatore deve e può essere spento in pochi giorni; spetta poi alla autorità giudiziaria la eventuale decisione di revoca del dispositivo di sequestro, dopo il riavviamento del processo di produzione, e la verifica dell’efficacia delle modifiche o completamenti apportati all’impianto.

Ing. Donati Ennio