OPERAZIONE STILE HARRODS, NO SCUSATE STILE CHINA TOWN! Di Joselito Arcioni, M5S

Era il 20 luglio 2013, a pagina 7 del numero 29 de L’Azione a firma Alessandro Moscè veniva intervistato l’Assessore Mario Paglialunga, il titolo era eloquente: “OPERAZIONE STILE HARROD’S” con sottotitolo “Tante idee, azioni sinergiche e un grande magazzino con oggetti esclusivi”.Dichiarava l’Assessore “Vorremmo attivare una pubblicità speci¬fica non dei negozi, ma appunto dei marchi, attraverso un’operazione stile Harrods, un grande magazzino di lusso con oggetti, abbigliamento e servizio esclusivi, che fa ormai parte delle icone che rappresentano Londra, e che è quindi diventato una vera e propria meta turistica, al di là dello shopping. Intendiamo sviluppare un’azione sinergica più incisiva tra l’amministrazione comunale e il commercio locale.” Ma poi si sa tra il dire e il fare c’è di mezzo Paglialunga ed il passo è breve, ecco che l’operazione stile Harrods si fa complicata ed allora meglio ripiegare su China Town, infatti sabato scorso è stato inaugurato in pompa magna un ipermercato cinese con la benedizione di Assessore, Sindaco e tecnici che hanno prestato la loro professionalità per “facilitare” l’insediamento di questa nuova struttura commerciale che, a ridosso delle feste natalizie, darà il colpo di grazia al già agonizzante commercio locale. Come Movimento 5 Stelle abbiamo depositato un’interpellanza per chiedere chiarimenti su questa vicenda, si, perché distratti dal lustro momentaneo della Mostra da Giotto al Gentile, non ci si accorge che Fabriano, senza che nessuno dei nostri amministratori se ne preoccupi e tantomeno il primo cittadino, sta diventando la città di cinesi, compro oro, slot machine, kebab e ipermercati lontani dal cuore della città. Siamo convinti che il commercio locale di prossimità dovrebbe sensatamente riguadagnare maggiore spazio nei confronti del gigantismo dei centri commerciali – che spostano l’offerta dal centro abitato per collocarla spesso ai margini e confinarla in un luogo distante – onde venire incontro alle esigenze di fasce di popolazione più anziane, limitate nella loro capacità di mobilità territoriale. Per di più, oltre ai dati di comodità dell’acquisto e di struttura della famiglia, un ulteriore aspetto di rilevanza sociologica che induce alla rivalutazione delle piccole superfici, integrate nel tessuto cittadino, a pochi passi dalla propria abitazione, è costituito dalla vicinanza non solo geografica ma sociale. Il punto di forza rappresentato dalla possibilità da parte dei consumatori di stabilire relazioni non impersonali con la proprietà e con il resto dei lavoratori non deve essere sottovalutato nella considerazione delle potenzialità di ripresa del format di vicinato. Nelle scelte di acquisto il fattore prossimità dovrebbe mantenere grande valore malgrado le sentenze di morte prematura pronunciate frettolosamente da qualche analista e nonostante gli enti locali, come a Fabriano, stendano sempre di più tappeti rossi all’insediamento di grandi superfici di vendita. Nella nostra interpellanza evidenziamo come in questo particolare momento economico con le conseguenti difficoltà del commercio di vicinato, risulta estremamente importante la continua verifica delle pari condizioni di mercato degli operatori ed in particolare che, come sempre succede, sono sempre di più i casi che su territori martoriati dalla crisi come il nostro, vengano ad “investire” operatori cinesi convolti nel commercio di prodotti pericolosi e non conformi come testimoniato dalle cronache che riportano sequestri e denunce delle Forze dell’Ordine sul territorio umbro-marchigiano a soggetti cinesi accusati di associazione a delinquere, frode fiscale e riciclaggio. A piccoli passi, secondo le usanze cinesi, Pechino si compra l’Italia. Un po’ di Fiat, un pizzico di Telecom, una fettina di Eni ed Enel, la banca centrale del colosso asiatico sta entrando nelle maggiori società di casa nostra, pronta a moltiplicare gli investimenti se dovesse crescere la fame di liquidità della nostra economia, o nel caso in cui i prezzi degli asset si facciano ancora più convenienti. Secondo il Financial Times , nel 2014 l’Italia è stato l’obiettivo principale dello shopping cinese in Europa. Dei 6 miliardi di dollari complessivamente investiti nel Vecchio continente, quasi 4 miliardi sono piovuti da noi. Dopo Gran Bretagna e Francia, l’Italia è il terzo Paese europeo per ammontare degli investimenti cinesi davanti a Germania, Grecia, Portogallo e Spagna. Alle grandi acquisizioni strategiche si aggiungono le piccole operazioni immobiliari e commerciali sul mercato nazionale. Case, negozi, attività economiche passano di mano con facilità, come dimostra il «boom» del sito www.vendereaicinesi.it . Per molti commercianti spremuti dal fisco i cinesi sono gli unici disposti a subentrare. Da febbraio il portale bilingue (italiano e mandarino) ha pubblicato 18mila inserzioni di vendita. E allora anche a Fabriano, la città che arriva sempre per ultima ed importa sempre il peggio delle tendenze nazionali, l’“OPERAZIONE STILE HARROD’S, tanto decantata dall’Assessore Paglialunga, come la zucca di Cenerentola si è trasformata in “OPERAZIONE CHINA TOWN”. Un’ultima riflessione Assessore, non è per caso che la pedonalizzazione della cittadella dello sport con la chiusura dello svincolo su Via Dante è stata partorita anche per veicolare tutto il traffico in faccia al nuovo centro commerciale? E’ una domanda che tanti cittadini si pongono, ma si sa a questa amministrazione di quello che pensano i cittadini importa ben poco.
Intanto benvenuti a Fabriano.

Joselito Arcioni, Portavoce Capogruppo M5S Fabriano