HAKER DIROTTAVA ORDINI AZIENDA. IN UN ANNO 300 ATTACCHI NELLE MARCHE

Sono oltre 300 dall’inizio dell’anno gli accessi informatici illegali scoperti dalla Polizia postale delle Marche ai danni di aziende, o professionisti. ”La maggior parte degli attacchi degli hacker – spiega la dirigente del Compartimento di Polizia postale Cinzia Grucci – è stata neutralizzata sul nascere dai sistemi di sicurezza delle aziende stesse, ma si sono verificati casi in cui alla captazione fraudolenta di dati informatici è seguito l’esborso di ingenti somme di denaro destinate al pagamento di ditte fornitrici e dirottate verso altri conti correnti, quasi tutti all’estero, quasi sempre al di fuori dell’Unione Europea”. Il caso dell’ex dipendente dell’azienda di componenti per calzature che dalle Marche dirottava ordinativi a favore di concorrenti esteri dell’impresa insomma, è solo uno dei tanti registrati negli ultimi mesi, in particolare nel distretto calzaturiero fermano-maceratese e in provincia di Ancona. Tanto che la Polposta ha contattato la Confindustria dorica per valutare un progetto di collaborazione comune. ”Non vogliamo sostituirci agli esperti – premette Grucci – ma siamo un po’ come le sentinelle di un’epidemia. Tocca a noi dire ‘vaccinatevi”’. Consistente è il fenomeno della contraffazione degli indirizzi mail di aziende fornitrici: alle imprese che hanno già fatto i loro ordini di materiale arriva una mail che annuncia il cambio del numero di conto corrente con la preghiera di versare il denaro sul nuovo conto. I soldi arrivano al nuovo destinatario e l’impresa che realmente aveva fornito la merce resta a bocca asciutta. Dodici fino ad oggi le persone denunciate in varie operazioni di questo tipo. Ma negli ultimi mesi a preoccupare è soprattutto la diffusione di una delle tante varianti del virus ransomware, un virus informatico che, una volta entrato nel pc cripta i dati e cancella quelli in chiaro. Segue poi una richiesta di denaro in cambio della chiave di decriptazione. ”Se l’azienda si rivolge a personale esperto in genere i dati si possono recuperare, ma è sempre meglio fare una copia di back-up per non correre rischi” spiega la dirigente della Polizia postale. ”Investire nella sicurezza informatica è un costo per le imprese ma gli hacker ‘investono’ proprio sulla fragilità dei sistemi di molte società e singoli professionisti, per bucarli entrando da una porta esterna. Diventano amministratori del sistema, e fanno quello che vogliono”. (ANSA).